Lettera N° 43
Torino, 1 febbraio 2017
La devozione al Sacro Cuore di Gesù è la chiave di comprensione più semplice e più profonda di tutta la storia della salvezza: storia dell'amore di Dio per l'uomo, che si rivela pienamente in Gesù Cristo, Verbo incarnato.
Non è, dunque, una semplice devozione, ma una vera e propria spiritualità, radicata nella Sacra Scrittura, nella Tradizione, nel Magistero, nella liturgia, che culmina nella solennità del sacratissimo Cuore, celebrata il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste.
Questa devozione ha avuto una particolare diffusione a partire da alcune esperienze di mistici.
Tra questi, santa Margherita Maria Alacoque, suora visitandina nata nel 1647 e morta nel 1690, è stata privilegiata ricevendo numerose visioni del cuore di Gesù e ha vissuto una vita prodigiosa.
A lei il Signore ha consegnato un messaggio d'amore e di Misericordia destinato alla Chiesa e a tutti gli uomini.
Gesù le ripeteva in continuazione che, con il culto al suo cuore, intendeva rinnovare in questi ultimi secoli la sua redenzione, a una condizione essenziale: che gli uomini si decidessero ad amarlo.
E a tutti coloro che corrispondono a questo suo amore e al suo desiderio di essere amato, conosciuto e onorato, ha fatto queste consolanti promesse, la più meravigliosa delle quali passa sotto il nome di grande Promessa. ( che presenteremo un'altra volta )
Dio ci ama, lasciamoci amare da Lui, senza dire mai: è inutile, ormai è troppo tardi
É attribuire a Dio Padre un sentimento indegno di lui il pensare: " Egli mi ha offerto grazie preziose, ma non trovando ch'io ne fossi degno, fu costretto a ritirarle; ora è troppo tardi.
" Questo comportamento, a ben considerare, non è verosimile per nostro Signore Gesù, come non sarebbe rispondente alla sua natura il concederti delle grazie prima che la tua anima sia pronta a riceverle.
Egli ti preparerà ad esse di nuovo.
Confida in Lui: ritornerà …
Il Signore Gesù dichiarò a una santa persona: " La mia onnipotenza è limitata dalla tua fiducia, " e pertanto qualsiasi grazia noi chiederemo con fiducia a Dio, Egli ce la darà non appena ci sia una buona ragione a favore di essa.
Va' specialmente a Dio Padre; chiamalo " Padre tuo," supplicandolo di soccorrere il suo figlio adottivo; questo tocca il suo cuore ( Daniel Considine )
L'amore è inseparabile dalla Croce Gesù, il 15 giugno 1981, rispondendo alla richiesta di una mamma che gli chiese: " entra nel mio cuore Signore! " le disse: " Sì figlia mia, ma tu sai bene che io vi entro con la mia Croce.
La Croce e Gesù sono inseparabili.
Là dove c'è Gesù là c'è anche la sua Croce.
Dappertutto dove tu vedrai Gesù, vedrai la sua Croce.
Guarda mia Madre!
Lei mi ha avuto sotto i suoi occhi per trentatré anni, e furono trentatrè anni di croce.
Uno sguardo addolorato, un lungo sguardo pieno di dolore …
Quando io entro in un cuore, porto con me la mia Croce.
Se voi mi amate in verità, amerete anche la mia Croce.
Se voi dite di amarmi e rifiutate la mia Croce, allora ditevi pure che non mi amate.
Siete nell'illusione.
Io sono sempre inchiodato sulla Croce, attaccato a lei, non posso separarmene.
Donandovi a voi, io vi dò la mia Croce.
Se voi desiderate accettarmi, allora accettatela e giungerà un momento in cui voi la desidererete, l'abbraccerete e l'amerete.
Io sono Amore, sono tutto Amore, ma anche la mia Croce è tutto Amore.
Guardatela, non con sguardi di paura o di disgusto, ma con una sguardo d'amore.
La Croce è uno strumento d'amore, anche se il suo aspetto ispira timore.
Si viene a me solo attraverso la mia Croce, non si è posseduti da me se non quando si possiede la mia Croce.
Se volete possedere interamente il vostro Gesù, allora prendete la sua Croce, prendete la vostra croce e seguitami!
Questo è sempre valido, ora più che mai, e io voglio ricordarvelo.
Io mi presento ancora a voi con il mio amore, il mio cuore e la mia Croce!
Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi.
Come il tralcio non può dar frutto da solo, se non rimane unito alla vite, neppure voi potete dar frutto se non rimanete uniti a me
Io sono la vite, voi siete i tralci.
Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto: senza di me non potete far nulla.
Se uno non rimane unito a me, è gettato via come i tralci che diventano secchi e che la gente raccoglie per bruciare.
Se rimanete uniti a me, e le mie parole sono radicate in voi, chiedete quello che volete e vi sarà dato" ( Gv 15,4-7 )
Lo scorso anno avevamo proposto di migliorare, approfondire e sviluppare la realtà dei nostri Cenacoli.
Chiediamoci all'inizio di questo nuovo anno se abbiamo già iniziato questa nostra importante attività missionaria per condividere la gioia e la sofferenza, legati a questa preziosa attività.
Se non avessimo ancora fatto nulla in questa direzione, chiediamoci se ciò sia dipeso da effettive difficoltà o dal esserci adagiati in una vita comoda, ignorando chi ogni giorno rischia di morire di fame o di freddo e che soprattutto muore per la mancanza di amore dei fratelli.
Di fronte ad una sempre più estesa indifferenza ci rallegra l'impegno missionario di quanti, sia pure con fatica, si impegnano a portare ogni giorno la propria croce per sollevare i fratelli per amore di Gesù.
Vi ricordo, carissimi, che il prossimo Cenacolo serale lo faremo venerdì 3 marzo, sempre con inizio alle ore 19.
In attesa di rincontrarci ancora insieme quel giorno, vi giungano i miei fraterni saluti
Leandro Pierbattisti