La Casa di Carità Arti e Mestieri vicina al secolo |
Anche per la Casa di Carità Arti e Mestieri possiamo a ragione parlare di una "Annunciazione" che ha contrassegnato la sua nascita, e formuliamo tale analogia con pieno rispetto e venerazione per l'Immacolata, anzi con suo materno compiacimento, essendone la Patrona e la Direttrice ( vedi infra ).
Tale annuncio è avvenuto lunedì 24 novembre 1919, alle ore 9,30 di sera, nella locuzione interiore che il Servo di Dio, fra Leopoldo Maria Musso, aveva con Gesù e Maria, secondo quanto riportato nel suo Diario: « Nella santa Adorazione-Divozione al SS. Crocifisso, quando incominciai l'adorazione alla Piaga della Mano sinistra, Gesù disse: "Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per far imparare ai giovani Arti e Mestieri".
Gesù soggiunse: "Non bisogna lesinare, si richiede qualche milione".
Riprese: "Se non fanno quanto io chieggo, si scaveranno la fossa".
Questo detto è rivolto ai Sacerdoti e ai ricchi ».
A questo detto rivelativo ne sono seguiti molti altri, oltre a varie annotazioni di fra Leopoldo.1
Qui ne riportiamo i successivi.
« Il 28 novembre 1919: "Gesù disse di farlo con buona volontà" ».
« Il giorno 2 dicembre: "Ormai è tempo che manifesti la mia volontà: voglio una Scuola Casa di Carità Arti e Mestieri" ( "Detti di Gesù" ) ».
« Il giorno 27 dicembre 1919, alle ore 9,30 di sera nel Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore …
Gesù Sacramentato mi disse: "Tutto l'andamento delle Case di Carità che si edificheranno, splenda cristianamente e cattolicamente" ».
« Ultimo giorno dell'anno 1919, ore 5 mattino.
Mentre facevo la santa Adorazione-Divozione al SS. Crocifisso Gesù disse: "Di' loro che si sbrighino e non aspettino che tutto vada in isfacelo" ».
Maria SS. Nostra Signora disse: "Anch'io voglio essere la Protettrice della grande opera Casa di Carità Arti e Mestieri" ».
Quanto è seguito a tali detti è attuazione e storia di un piano divino espressamente rivelato, realizzato con dedizione, generosità e sacrificio:
dalla spinta originaria e la continua assistenza, talora drammatica, di fra Leopoldo;
per lo zelo e la dedizione di fr. Teodoreto, i suoi Confratelli e i primi Catechisti;
per l'impegno dei consiglieri e benefattori laici, pur tra difficoltà e contraddizioni, e del primo personale dell'incipiente Opera.2
Ma è soprattutto attestazione dei valori cristiani, umani, educativi e formativi che la Casa di Carità ha elargito e diffuso al Personale operativo, agli Allievi cui ha conferito una professionalità, e in generale a quanti sono venuti in relazione con l'Opera.
Con felice intuito e con autentica apertura d'animo, il Gruppo Personale della Casa di Carità Arti e Mestieri ha ideato e sintetizzato in un contrassegno a forma di cuore, il simbolo per celebrare il 99mo anniversario del "detto" sopra riportato, istitutivo dell'Opera ( tratto, ripetiamo, dal Diario di fra Leopoldo ).
Tale contrassegno, al di là di ogni retorica, ha del prodigioso, appena si considerino le parole che racchiude.
Esso, come è rilevabile dalla figura sopra riportata, affastella molte parole ( oltre una ottantina ), che pur non legate in connessione sintattica, ma lasciate alla sola espressione del loro significato, richiamano a meraviglia gli eventi, la storia, lo sviluppo prodigioso ( oltre venti sedi ), i principi fondamentali, i protagonisti, le impressioni, ed altri aspetti inerenti quest'Opera di Formazione professionale.
La parola è segno di un'idea, e raccogliere nel "Cuore 99" tali idee è un po' come percepire le pulsazioni che animano la Casa di Carità.
E soffermarsi a riflettere su di esse, approfondendole e associandole, è come essere inebriati dalla linfa vitale da esse emanata, per meglio percepirne il valore, e soprattutto per viverlo nella sua essenza e nelle sue molteplici manifestazioni.
Dai "Detti" di fra Leopoldo e dalle tematiche che scaturiscono dal "Cuore 99" forgiato dal Gruppo Personale, abbiamo feconde sorgenti di riflessione per una sempre maggiore conoscenza dell'Opera di Dio, e per modellarci ad essa, sia nella nostra veste di diretti Operatori, che in quella di devoti figli spirituali, adoratori del Crocifisso, e pertanto desiderosi di una salutare conversione, con specifico riguardo alla dottrina sociale cristiana del lavoro, animatrice della formazione e della convivenza civile.
Sarà il modo migliore per approntarci a celebrare in pienezza l'imminente centenario della Casa di Carità Arti e Mestieri.
Nascita: 30 gennaio 1850 a Terruggia Monferrato ( Alessandria – Diocesi di Casale ).
Morte: 27 gennaio 1921, ore 0,30 a Torino ( nell'allora convento dei Frati Minori, nella cui cappella di Nostra Signora del Sacro Cuore è tumulata la Salma ).
La successione di ambedue le ricorrenze negli ultimi giorni del mese di gennaio ha determinato la consuetudine che i pellegrinaggi congiunti dei Catechisti e dei "figliuoli della Casa di Carità" ( secondo la materna espressione del Diario riferita al desiderio di Maria SS. per la visita annuale di ringraziamento ) nella suddetta cappella avvenissero abitualmente verso la fine di gennaio.
Il "detto" relativo a tale richiesta è del 28 maggio 1920.
1 | Tutti i "detti" e le annotazioni dagli scritti di fra Leopoldo sulla Casa di Carità sono raccolti in un fascicolo disponibile presso la sede generale dell'Opera. |
2 | Riportiamo solo alcuni Operatori: Catechisti ( C. Tessitore, G. Cesone, D. Conti, L. Rollino ); Fratelli S.C. ( Fr. Candido, Fr. Isidoro, Fr. Aquilino ); Amministratori: ( A. Mella, R. Sella, F. DeMatteis ); Can.co Don Capitani. |