I "Volontari" della Messa del Povero |
"Laici" per la mensa e "Catechisti" per la formazione religiosa.
Il neo eletto Presidente, nel suo saluto intitolato "La visione", pubblicato nello scorso bollettino, ha giustamente rilevato che "Oggi l'opera – cioè La Messa del Povero - è completamente in mano ai laici ed è nostra responsabilità continuarla nel rispetto della tradizione, innovandone il servizio di carità secondo le necessità attuali".
L'affermazione "in mano ai laici" va intesa nel suo ricco e pregnante significato, secondo le dichiarazioni che ne fa lo stesso Papa Francesco nel recente Motu proprio sul "Ministero di Catechista": "Non si può dimenticare l'innumerevole moltitudine di laici e laiche che hanno preso parte direttamente alla diffusione del Vangelo attraverso l'insegnamento catechistico".
Quindi la laicità dei Volontari della Messa del Povero va intesa essenzialmente nell'annuncio e nella testimonianza di fede che essi offrono agli assistiti, in primo luogo con la occasione di partecipare alla Messa domenicale, cui consegue il servizio della mensa e le varie altre possibilità di aiuto ed assistenza.
Non sarà mai esaltato a sufficienza l'impegno dei Volontari per mantenere la celebrazione della Messa, o quanto meno della Comunione Eucaristica, anche in presenza dei divieti di assembramenti per la pandemia, mediante lo svolgimento delle funzioni alla scalinata di ingresso al salone, non essendo consentito di riunirsi nell'interno.
Questo è un servizio di catechesi autentica, di cui dare atto e congratularsi con i Volontari organizzatori.
Ci consideravano un po' pazzi, Signore, e Tu lo sai bene, quando nelle notti serene e chiare ci perdevamo a guardare le stelle.
Nel cielo buio sono piccole luci e lontanissime le stelle, ma sono luce nel buio e luce nel buio infinito dell'universo.
E la nostra speranza ci tremava nel cuore come il tremolare delle stelle in quelle lunghe notti di attesa sotto il loro brividìo, freddo e lontano.
Forse noi siamo stati la lunga e terribile attesa di tutta l'umanità.
Si è riversata nell'anima nostra l'attesa del mondo, come i fiumi si allargano e fanno l'oceano.
Hai messo nel nostro destino il Mistero dell'umanità che aspetta.
Non sapevamo bene che cosa e nemmeno perchè, eppure eravamo lì ad aspettare.
E ormai sapevamo che il segno sarebbe venuto.
Noi lo avremmo visto e l'avremmo seguito.
Null'altro abbiamo pensato: chi aspetta, Signore, chi è nell'attesa, non gli importa di sapere che cosa dopo sarà.
Gli importa soltanto di ciò che sta aspettando.
Tutto era pronto.
Perchè le nostre anime erano pronte.
L'ultima sera abbiamo sellato i cammelli.
Sentivamo la terra come quando, al mattino dopo, sboccia la primavera.
Qualcosa d'imminente.
La pienezza dei tempi.
E quella notte non ci ha sorpresi, Signore, l'apparire della tua stella misteriosa e strana e bellissima, lassù e dentro l'anima nostra.
Siamo saliti sui nostri cammelli e abbiamo preso la strada del deserto, con dolce serenità, come se fossimo in viaggio da sempre.
È facile venirti dietro, Signore, quando è da anni che si è ad aspettarti e da millenni ci gonfia il cuore il bisogno di Te.