V stazione |
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di Gesù ( Mt 27,32 ).
Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" ( Mt 16,24 ).
* * *
Simone veniva dalla lontana Cirene, forse un esiliato tornato in patria, un contadino, precisa san Marco ( Mc 15,21 ), uno di quei poveri che vengono disprezzati perché non conoscono bene la legge.
Torna dai campi, non sa niente del dramma che si svolge.
Il soldato romano lo nota, perché ha le braccia robuste e le spalle larghe, e perché fa parte di quegli straccioni che ci si sente autorizzati a trattare da schiavi.
Obbedisce perché bisogna obbedire, prende su di sé il patibolo dell'uomo sfinito: uno straccione come lui, ancor più sfortunato, un bandito o un sobillatore.
Ma forse uno scambio furtivo di sguardi ha aperto il suo cuore alla compassione, in questo caso, una passione veramente condivisa.
Così talvolta il destino ci interpella, una croce ci è imposta, un grido di aiuto al quale non si può sfuggire o la disperazione di un amico.
Come non rinnegare allora immediatamente il nostro personaggio irrisorio, le nostre occupazioni irrisorie e portare questa croce improvvisa con una cieca fiducia?
* * *
Miracoloso scambio di dolori: Gesù, donaci di comprendere che quando vacilliamo sei tu che prendi la nostra croce sulle tue spalle.
Tramite te, tramite la tua vita risorta, la croce inattesa diventa quella che salva.