XI stazione |
Dal Vangelo secondo Luca 23,39-43
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: « Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi! ».
Ma l'altro lo rimproverava: « Neanche tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena?
Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male ».
E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno ».
Gli rispose: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso ».
« Oggi sarai con me nel paradiso » ( Lc 23,43 ): è la parola più consolante che Gesù pronuncia nel Vangelo.
Ancora più incoraggiante il fatto che la rivolga a un malfattore.
Il buon ladrone certo aveva ucciso, forse più di una volta, e nulla sapeva di Gesù, se non quello che aveva sentito gridare dalla folla.
Ma ecco che ascolta le parole di perdono che il Nazareno rivolge ai crocifissori e intuisce, come in un lampo, di quale Regno abbia parlato quel « profeta ».
Subito lo difende dallo scherno dell'altro malfattore e subito invoca la salvezza.
Un sentimento di solidarietà e un grido d'aiuto sono bastati a salvarlo.
Quel ladrone ci rappresenta tutti.
La sua veloce avventura ci insegna che il Regno predicato da Gesù non è difficile da raggiungere per ognuno che lo invochi.
Signore Gesù, che hai promesso il paradiso al malfattore che ti parlava dalla croce accanto alla tua, ricordati anche di noi, ora che sei nel tuo Regno.
Fa' giungere, consolante, la tua promessa di vita eterna e di eterno amore ad ogni donna e ad ogni uomo che affronta l'evento della morte.
A te, Gesù, il Condannato dal volto accogliente, la lode e il ringraziamento perenne, con il Padre e con lo Spirito, oggi e nei secoli eterni.