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Dal Vangelo secondo Marco 15,14-15
La folla gridò più forte: " Crocifiggilo! ".
E Pilato, volendo dare soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
La sentenza di Pilato fu emessa sotto la pressione dei sacerdoti e della folla.
La condanna a morte per crocifissione avrebbe dovuto soddisfare le loro passioni ed essere la risposta al grido: " Crocifiggilo! Crocifiggilo! " ( Mc 15,13-14 ).
Il pretore romano pensò di sottrarsi alla sentenza lavandosi le mani, come si era disimpegnato prima dalle parole del Cristo che aveva identificato il suo regno con la verità , con la testimonianza alla verità ( Gv 18,38 ).
Nell'uno e nell'altro caso Pilato cercava di conservare l'indipendenza, di restare in qualche modo " in disparte ".
Ma erano solo apparenze.
La Croce alla quale fu condannato Gesù di Nazaret ( Gv 19,16 ), come pure la sua verità del regno ( Gv 18,36-37 ), dovevano toccare la profondità dell'anima del pretore romano.
Questa fu ed è una Realtà, di fronte alla quale non si può restare in disparte o al margine.
Il fatto che Gesù , Figlio di Dio, sia stato interrogato sul suo regno, che per questo sia stato giudicato dall'uomo e condannato a morte, costituisce il principio di quella testimonianza finale di Dio che tanto ha amato il mondo ( Gv 3,16 ).
Noi ci troviamo di fronte a questa testimonianza e sappiamo che non ci è lecito lavarci le mani.
Gesù di Nazaret, condannato alla morte di croce, testimone fedele dell'amore del Padre.
R. Kyrie, eleison.
Gesù, Figlio di Dio, obbediente alla volontà del Padre, fino alla morte di croce.
R. Kyrie, eleison.