X stazione |
Dal Vangelo secondo Luca 23,33.47b
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero Gesù e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.
Il centurione glorificava Dio: "Veramente quest'uomo era giusto".
Un colle fuori dalla città, un abisso di dolore e di umiliazione.
Sospeso tra cielo e terra sta un uomo: inchiodato sulla croce, supplizio riservato ai maledetti da Dio e dagli uomini.
Accanto a lui altri condannati che non sono più degni del nome di uomo.
Eppure Gesù, che sente il suo spirito abbandonarlo, non abbandona gli altri uomini, stende le braccia ad accogliere tutti, lui che nessuno vuole più accogliere.
Sfigurato dal dolore, segnato dagli oltraggi, il volto di quell'uomo parla all'uomo di un'altra giustizia.
Sconfitto, deriso, denigrato, quel condannato ridà dignità a ogni uomo: a tanto dolore può condurre l'amore, da tanto amore il riscatto di ogni dolore.
"Veramente quell'uomo era giusto" ( Lc 23,47b ).
Gesù, in seno al tuo popolo, solo un piccolo gregge, al quale al Padre è piaciuto donare il suo Regno ( Lc 12,32 ), ti ha riconosciuto Signore e Salvatore, ma il tuo Spirito ne farà ben presto dei testimoni "a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" ( At 1,8 ).
Concedi a coloro che annunciano la tua Parola nel mondo intero l'audacia ( Fil 1,14 ) e la libertà ( Fm 8 ) gloriose, grazie alle quali il tuo Spirito irrompe con la potenza della Pasqua, e il linguaggio della croce, scandalo agli occhi del mondo, diviene sapienza per coloro che credono ( 1 Cor 1,17ss ).
Gesù, la tua morte, oblazione pura perché tutti abbiano la vita, ha rivelato la tua identità di Figlio di Dio e Figlio dell'uomo.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.