III stazione |
Gesù cade, ma, mite e umile, si rialza
Dal Vangelo secondo Matteo 11,28-30
« Venite a me,voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero ».
Le cadute di Gesù lungo la Via della Croce non appartengono alla Pagina Sacra; sono una consegna della pietà tradizionale, custodita e coltivata nel cuore di tanti oranti.
Nella sua prima caduta Gesù ci rivolge un invito, ci apre una via, inaugura per noi una scuola.
É l'invito ad andare a lui nell'esperienza dell'umana impotenza, per scoprire in essa l'innesto della Potenza divina.
É la via che guida alla sorgente dell'autentico ristoro, quello della Grazia che basta.
É la scuola dove s'impara la mitezza che calma la ribellione e dove la fiducia prende il posto della presunzione.
Dalla cattedra della sua caduta Gesù c'impartisce soprattutto la grande lezione dell'umiltà, « la via che lo portò alla risurrezione ».
La via che, dopo ogni caduta, ci dà la forza di dire: « Ora ricomincio, Signore, ma con te, non da solo! ».
Umile Gesù, le nostre cadute, intessute di limite e di peccato, feriscono l'orgoglio del nostro cuore, lo chiudono alla grazia dell'umiltà e arrestano il nostro cammino incontro a te.
Vieni, Spirito di Verità, liberaci da ogni pretesa di autosufficienza e donaci di riconoscere in ogni nostra caduta un gradino della scala per salire a te!