Introduzione |
L'Ora è dunque giunta.
Il cammino di Gesù sulle strade polverose della Galilea e della Giudea, incontro ai corpi e ai cuori sofferenti, spinto dall'urgenza di annunciare il Regno, questo cammino si ferma qui, oggi.
Sulla collina del Golgota.
Oggi la croce sbarra la strada.
Gesù non andrà più lontano.
Impossibile andare più lontano!
L'amore di Dio riceve qui la sua piena misura, senza misura.
Oggi l'amore del Padre, che vuole che, attraverso il Figlio, tutti gli uomini siano salvati, va fino alla fine, là dove noi non abbiamo più parole, dove siamo disorientati, dove la nostra religiosità è oltrepassata dall'eccesso dei pensieri di Dio.
Sul Golgota, infatti, contro tutte le apparenze, è questione di vita.
E di grazia.
E di pace.
Si tratta non del regno del male che noi conosciamo fin troppo, ma della vittoria dell'amore.
E, proprio sotto la stessa croce, si tratta del nostro mondo, con tutte le sue cadute e i suoi dolori, i suoi appelli e le sue rivolte, tutto ciò che grida verso Dio, oggi, dalle terre di miseria o di guerra, nelle famiglie lacerate, nelle prigioni, sulle imbarcazioni sovraccariche di migranti …
Tante lacrime, tanta miseria nel calice che il Figlio beve per noi.
Tante lacrime, tanta miseria che non vanno perdute nell'oceano del tempo, ma sono raccolte da lui, per essere trasfigurate nel mistero di un amore in cui il male è inghiottito.
È della fedeltà invincibile di Dio alla nostra umanità che si tratta sul Golgota.
È una nascita che là si compie!
Dobbiamo avere il coraggio di dire che la gioia del Vangelo è la verità di questo momento!
Se il nostro sguardo non raggiunge questa verità, allora restiamo prigionieri delle reti della sofferenza e della morte.
E rendiamo vana per noi la Passione di Cristo.
Signore, i nostri occhi sono oscuri.
E come accompagnarti così lontano?
« Misericordia » è il tuo nome.
Ma questo nome è una follia.
Scoppino i vecchi otri dei nostri cuori!
Guarisci il nostro sguardo perché s'illumini della buona notizia del Vangelo, nell'ora in cui restiamo ai piedi della Croce del tuo Figlio.
E noi potremo celebrare « l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità » ( Ef 3,18 ) dell'amore di Cristo, col cuore consolato e abbagliato.