Cultura e religione: confronti e dialogo

1. Contesti

Dal conoscere al fare

Il sistema culturale ( eggi: modo di vivere, di pensare, di valutare, di lavorare, di stabilire gerarchie di valori che rappresenta la società in cui viviamo ) è oggi dominato dalla scienza e dalla tecnica.

La scienza moderna ha cambiato la nostra visione del mondo e di noi stessi ( Galileo ), si è imposta come un nuovo sistema di verità e ha promosso dei valori specifici ponendosi degli obiettivi specifici: ieri, la liberazione dell'uomo dalla dipendenza dalla natura; oggi, la liberazione dell'uomo dai suoi bisogni e, in prospettiva, dai suoi limiti.

La scienza moderna è nata dandosi un compito specifico: scoprire la verità.

È stata legittimata dalla società come il luogo e il metodo della ricerca della verità oggettiva.

Ma lo scienziato che si poneva il problema della verità si è accorto che i principi, le leggi, le formule matematiche con cui interpretava i fenomeni non potevano decidere della verità per il semplice motivo che si basavano su presupposti indimostrabili, facevano riferimento a pregiudizi di varia natura: la fissità del tempo e dello spazio, l'oggettività della misurazione dei fenomeni, la prevedibilità degli effetti rispetto alle cause.

La scienza sviluppata dalla modernità entra in crisi.

Deve trovarsi una nuova legittimazione e la trova cambiando il suo obiettivo originario: da scienza per sapere si trasforma in scienza per fare.

La fine della modernità e l'inizio dell'era in cui viviamo è determinato da questo passaggio.

La scienza esce dalle università ed entra nelle fabbriche.

Diventa forza produttiva, un momento della circolazione del capitale: il che significa che solo i ricchi ne possono disporre.

Niente verità senza soldi. Chi è più ricco ha più ragione perché ha più scienza.

La tecnica, che aveva sempre conservato un rapporto discontinuo nei confronti della scienza, procedendo per i suoi sentieri più vicini alla destrezza, al bricolage, alla selvatichezza dell'intuizione che alla ragionevolezza dell'argomentazione, entra nel gioco produttivo prima della scienza e prima di essa convola a nozze con il profitto.

Progressivamente il rapporto scienza-tecnica si inverte.

Oggi è la tecnica che tira la volata alla scienza, grazie ad un nuovo principio etico-scientifico che possiamo formulare in questo modo: tutto ciò che è tecnicamente possibile fare deve essere fatto.

Si è instaurato in questo modo un nuovo sistema tecnico-scientifico, la cui posta non è la verità.

Chi oggi investe in scienza e in tecnologia non lo fa per obiettivi idealistici o umanistici, non assume scienziati e tecnici e non compra nuove apparecchiature per sapere la verità, ma per accrescere la sua potenza.

Questo è il terreno di coltura di quei cambiamenti, che soprattutto a partire dalla metà degli Anni Ottanta, hanno profondamente modificato il nostro modo di vivere e il nostro modo di produrre cultura.

Responsabile principale di questi cambiamenti è stata l'introduzione sistematica nel nostro modo di vivere delle nuove tecnologie, soprattutto di quelle informatiche.

Questa introduzione è avvenuta in maniera disordinata e discontinua e ha prodotto curiose discriminazioni sociali.

Il 2000 vede l'Italia come un paese tecnologicamente ( e dunque culturalmente ) diviso a metà: se il 43,5%, infatti, della popolazione sopra i 14 anni è in grado di utilizzare e di fatto è utente di tutti i media a disposizione sul mercato dei consumi culturali, il 40,7% è in grado di mettersi in relazione con il mondo quasi esclusivamente attraverso la televisione.

Per la prima volta anche noi dobbiamo fare i conti con un fenomeno, che altri paesi che ci hanno anticipato nell'innovazione tecnologica, conoscono già: si tratta di quello che viene definito digital divide e che è una specie di "esclusione digitale", perpetrata implicitamente dalle nuove tecnologie, che emarginano le persone e i gruppi che non hanno accesso ad esse.

Oltre a questa spaccatura della società, le nuove tecnologie hanno prodotto altri comportamenti culturali significativi.

In Italia e in Europa siamo multi-mediali ( nel senso che adoperiamo molti strumenti tecnologici di comunicazione ) e tele-dipendenti ( nel senso che privilegiamo comunque la televisione ).

Il calo della lettura è generalizzato e pare abbia ormai raggiunto la sua soglia massima fisiologica.

Si registra, sempre a livello europeo, anche un leggero calo nel consumo di Tv, l'Italia fa eccezione insieme alla Germania.

Non compiono grandi passi in avanti neanche la Tv satellitare ( specie dove il suo uso era già relativamente alto tre anni fa ) e i CD-Rom.

La radio è sempre attestata su livelli alti, mentre sappiamo che i flussi d'aumento di Internet sono già molto più alti se riferiti al 2000, ma per il 1999 ci danno una vera e propria classifica della velocità di diffusione di questo mezzo a mano a mano che si scende dal Nord Europa verso il Sud Europa.

Ritorno al sacro

Mentalità tecnico-scientifica e stili di vita governati dalle nuove tecnologie pare non soddisfino completamente il fabbisogno di senso e di sicurezza dell’uomo di oggi.

Il Secondo Millennio è finito, a sorpresa, all’insegna del sacro.

E allo stesso modo è iniziato il Terzo Millennio.

Il ritorno della religione, fenomeno caratterizzante di quella che viene chiamata società – post moderna, sconfessa le facili profezie degli illuministi e degli scientisti di un passato anche recente, secondo i quali scienza e tecnologia avrebbero liquidato la religione.

Sta succedendo il contrario e nei posti più impensati.

Alla facoltà di Economia di Santa Clara, nel cuore della Silicon Valley, i master post-universitari per dirigenti aziendali includono seminari di religione.

Lo stesso avviene alla Harvard Business School in cui si formano i leader del capitalismo americano. "God and Business" ( Dio e affari ) recita allora la rivista Fortune, vademecum dei manager USA.

Stiamo assistendo ad una rinascita religiosa in tutto il mondo.

Anche chi sosteneva che la secolarizzazione avrebbe determinato il declino, se non la scomparsa della religione, oggi deve ricredersi.

Ciò che non è facile da precisare è il tipo di religione o di religiosità che oggi si sta imponendo.

Il fenomeno è complesso e per molti aspetti contraddittorio.

Ad esempio, il ritorno alla religione si accompagna ad un altro fenomeno diffuso: la religione interessa un numero crescente di persone, ma non determina più le scelte individuali, politiche, sociali, culturali.

In altre parola la religione non rappresenta più il punto di riferimento ultimo, cui la vita di una persona si lega e da cui ricava senso.

Motivazioni e valori. La religione sembra piuttosto considerata un importante contributo alla qualità della vita, un utile e confortante recupero di eventi e dimensioni dimenticate dell’esistenza: i segni, i miracoli, le guarigioni la presenza di entità negative ( diavolo ), la fine dei tempi e del mondo.

L’interesse per il religioso o il sacro si accompagna – altro dato significativo – al progressivo diminuire del consenso di massa nei confronti della scienza.

In particolare di quella scienza oggi dominante che è la medicina.

A partire dalla fine degli Anni Ottanta in molti paesi del mondo la scienza e la medicina hanno registrato i più bassi livelli di consenso popolare.

Cresce invece il successo della "medicina alternativa".

Un successo in cui si mescolano elementi magico-sacrali e aspettative terapeutiche.

È il meraviglioso a imporsi; è il "reincanto del mondo" a prevalere, insomma.

Inoltre, il ritorno alla religione non comporta un ritorno alla pratica religiosa: pare anzi che il rilancio del sacro si verifichi al di fuori delle religioni maggioritarie e delle Chiese storiche.

In termini statistici, in realtà, il declino della pratica religiosa, molto enfatizzato fino a ieri, sembra ridursi: si stanno registrando ovunque, in Italia come negli Stati Uniti, leggeri incrementi quantitativi dei praticanti.

E però la discrepanza tra il rinnovato interesse per il sacro e la scarsa pratica religiosa rappresenta una contraddizione bella e buona.

E c’è una terza contraddizione che occorre sottolineare, per la grande visibilità di cui gode: l’eccezionale crescita all’interno delle religioni tradizionali e dello stesso cristianesimo di movimenti, la cui vitalità fa pensare a delle vere e proprie neo-religioni.

A prescindere dai fenomeni complessi che si registrano nell’Islam, nell’induismo, nell’ebraismo – sbrigativamente etichettati come "fondamentalisti" – si deve notare come i movimenti "di rinnovamento carismatico all’interno della Chiesa cattolica e le comunità pentecostali del mondo protestante contano decine di milioni di fedeli e possono vantare ritmi di crescita superiori a quelli, spesso citati come spettacolari, dei mormoni e dei Testimoni di Geova".

Si torna, quindi, alla religione ma non alle istituzioni religiose, quando addirittura non ci si pone in rotta di collisione con esse.

Il sacro viene personalizzato, privatizzato: la nuova religione si presenta come un "credere senza appartenere".

2. Le sfide

Dall’artificio al senso

Le nuove tecnologie hanno una particolare incidenza culturale perché intervengono come mediatrici nei rapporti con noi stessi, con gli altri e con il mondo.

Hanno soprattutto cambiato il segno di ciò che è naturale e di ciò che è artificiale.

Siamo passati dalla natura all'artificio.

Viviamo di espedienti tecnici, di protesi conoscitive ( computer ), comunicative, relazionali.

Abbiamo racchiuso tutte le conoscenze acquisite sul mondo, nelle nostre banche dati, e siamo in grado di simulare qualsiasi fenomeno fisico, per cui ci possiamo dispensare dal rapporto diretto con la natura.

Possiamo anche evitare il rapporto diretto con gli altri, instaurando con loro forme di relazione via e-mail, via internet, via chat line.

Siamo già approdati anche al sesso virtuale.

Il fascino di ciò che è artificiale sta in una particolare deformazione del senso della realtà che ci fa apparire come naturale, come umano, una machina, un robot, un manufatto tecnologico.

Si può parlare a buon diritto di un sex appeal dell’artificiale, come dimostra il fatto che Lara Croft, l’eroina di un notissimo videogioco di ruolo per personal computer e per Playstation, Tomb Raider, sia la donna più desiderata del mondo da ormai qualche anno.

La vita quotidiana si artificializza sempre di più, nel senso che sempre più settori dell’esistenza ordinaria vengono colonizzati dall’artificiale.

I progressi recenti ed incalzanti nel campo delle biotecnologie aprono nuovi scenari.

Le nozioni stesse di "nascere" e di "morire" appaiono trasformate.

Le biotecnologie, come ogni tecnologia, consegnano all’umanità nuovi poteri: disporre di un nuovo potere vuol dire ripensare a un nuovo modo di impiegare la nostra libertà.

Poiché le tecniche di riproduzione artificiale divengono sempre più dominabili, sicure ed economiche, e poiché inoltre la sterilità è in aumento nelle nazioni ricche, e anche in Italia, è fin troppo facile prevedere che le tecniche di riproduzione artificiale saranno sempre più ricercate.

E così dovremo decidere, da un punto di vista politico e da un punto di vista etico, se e come dovranno essere impiegate.

L’artificiale apre nuove prospettive: e la gestione di queste prospettive diventa immediatamente un problema politico e, ancor prima, un problema morale.

La comunità ecclesiale se ne deve far carico, come tutti, dando il suo apporto di senso e promuovendo la propria visione del mondo e i valori di cui è depositaria, nella certezza che è di questi valori che il mondo ha bisogno.

Dal bisogno di serenità, al desiderio di infinito

Questo bisogno è espresso, sia pure in maniera contraddittoria, da quel ritorno al sacro, da quella domanda di religione di cui si è detto.

Questa specie di riscoperta presenta alla comunità cristiana una sfida molto impegnativa.

In Italia l’88% della popolazione si dichiara credente, ma solo il 40% pratica regolarmente una qualche religione.

Tra chi si definisce credente ci sono differenze notevoli: si va da chi crede a un non meglio precisato Essere superiore, a chi si dichiara credente, cattolico, cristiano e quant’altro "a modo mio".

Ci sono cattolici contro i preti e ci sono cristiani contro la Chiesa.

Per non dire della difficoltà di definire il "cattolico non praticante", etichetta in cui si identificano moltissimi italiani: una contraddizione in termini, dal momento che l’appartenenza alla Chiesa cattolica comporta una regolare pratica di appuntamenti e pratiche religiose codificate.

L’altra sfida, che preoccupa gli operatori pastorali, è rappresentata da 1.100 mila italiani ( l’1,92% della popolazione ) che aderiscono a chiese e movimenti diversi dalla Chiesa cattolica

Ai 400 mila Testimoni di Geova e assimilati, ai 363 mila protestanti, sono da aggiungere i circa 100 mila aderenti ai Movimenti del potenziale umano ( clienti, fruitori e occasionali visitatori dell’area New Age, Next Age, Chiesa di Scientology, seguaci di Damanhur ), i 74 mila buddhisti, i 20 mila ortodossi e i 20 mila cattolici di frangia e dissidenti, che vivono ai margini della Chiesa, in comunione ridotta con essa quando non sono palesemente scismatici.

Rilevante anche il successo dei gruppi e dei movimenti esoterici, spiritistici, neo-pagani, satanici, teosofici, cui aderiscono circa 13 mila 500 persone.

- A rendere più variegato il profilo religioso della nostra società sono inoltre gli immigrati (ormai un milione e mezzo di persone), con la presenza massiccia di oltre mezzo milione di musulmani.

Questa varietà di sigle e di appartenenze sta a indicare, tra l’altro, come il ritorno della religione non sia legato più di tanto alla tradizione, alla storia e nemmeno ad un fabbisogno profondo ( teologico, filosofico ) della nostra società, ma si presenti come una soggettiva interpretazione della condizione dell’uomo di oggi, come una privata elaborazione del benessere o come un antidoto al malessere di vivere.

Ritorno certamente significativo ma carico di ambiguità: il sacro è spesso sganciato dal religioso, la religione è distinta dalla fede, la fede è separata dall’etica.

Una religione dello sfondo, utile perché l’individuo non si disorienti del tutto, strumentale.

Non una religione che fa parte integrante della vita e della visione del mondo delle persone.

Per noi, si tratta comunque di un indicatore importante: l’interesse per la religione è una esplicita domanda di senso religioso, di parole religiose, di gesti e testimonianze religiose, rivolta soprattutto a chi ritiene di essere riuscito ad armonizzare il bisogno della religione con la scelta della fede

- E se qualcuno trova più convincente e pertinente la risposta del buddhismo rispetto a quella del cristianesimo, occorre che i cristiani cerchino almeno di capire se non manchi qualche cosa alla loro testimonianza.

Non per proselitismo, ma per convinta adesione alla propria missione evangelica.

3. Riflessione biblica

Il concetto biblico che si avvicina di più al nostro concetto di cultura – ma lo supera per significa per senso e ampiezza di significati – è quello di sapienza.

Nella sapienza ci sono la conoscenza, la scienza, l’intelligenza, ma anche il senno, la prudenza, la saggezza e la capacità di gustare e valorizzare i doni che Dio ci ha fornito.

Dio possiede la sapienza

In lui risiede la sapienza e la forza, a lui appartiene il consiglio e la prudenza ( Gb 12,13 )

Pienezza della sapienza è temere il Signore; essa inebria di frutti i propri devoti ( Sir 1,14 )

Ogni sapienza viene dal Signore ed è sempre con lui.

La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni del mondo chi potrà contarli?

L'altezza del cielo, l'estensione della terra, la profondità dell'abisso chi potrà esplorarle?

Prima di ogni cosa fu creata la sapienza e la saggia prudenza è da sempre.

A chi fu rivelata la radice della sapienza? Chi conosce i suoi disegni?

Uno solo è sapiente, molto terribile, seduto sopra il trono.

Il Signore ha creato la sapienza; l'ha vista e l'ha misurata, l'ha diffusa su tutte le sue opere, su ogni mortale, secondo la sua generosità, la elargì a quanti lo amano ( Sir 1,1-8 ).

Pienezza della sapienza è temere il Signore; essa inebria di frutti i propri devoti ( Sir 1,14 )

O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio!

Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie ( Rm 11,33 )

Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria ( 2 Cr 2,6-7 )

Gesù incarna la sapienza dell’uomo e di Dio

Voglio infatti che sappiate quale dura lotta io devo sostenere per voi, per quelli di Laodicèa e per tutti coloro che non mi hanno mai visto di persona, perché i loro cuori vengano consolati e così, strettamente congiunti nell'amore, essi acquistino in tutta la sua ricchezza la piena intelligenza, e giungano a penetrare nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza ( Col 2,1-3 )

Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.

E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio ( 1 Cr 1,21-24 ).

Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione ( 1 Cr 1.30 ).

La sapienza come comportamento

Salomone disse: "Tu hai trattato il tuo servo Davide mio padre con grande benevolenza, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te.

Tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che sedesse sul suo trono, come avviene oggi.

Ora, Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre.

Ebbene io sono un ragazzo; non so come regolarmi.

Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che ti sei scelto, popolo così numeroso che non si può calcolare né contare.

Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso?".

Al Signore piacque che Salomone avesse domandato la saggezza nel governare ( 1 Re 3,6-10 )

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini ( Mt 5,13 )

Comportatevi saggiamente con quelli di fuori; approfittate di ogni occasione.

Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza, per sapere come rispondere a ciascuno ( Col 4,5-6 )

La sapienza non entra in un'anima che opera il male né abita in un corpo schiavo del peccato ( Sap 1,4 )

Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato.

Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali.

L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.

L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno ( 1 Cr 2,12-15 )

Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l'espressione della sapienza e della verità … ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso?

Tu che predichi di non rubare, rubi? Tu che proibisci l'adulterio, sei adultero?

Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge?

Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta scritto ( Rm 2,17-24 ).

La vera religione consiste nell’ascolto della parola e nella messa in pratica

Non ingannate voi stessi: non contentatevi di ascoltare la parola di Dio; mettetela anche in pratica!

Chi ascolta la parola ma non la mette in pratica è simile a uno che si guarda alla specchio, vede la sua faccia così com’è, ma poi se ne va e subito dimentica com’era.

C’è invece chi esamina attentamente osserva con fedeltà la legge perfetta di Dio, la quale ci porta alla libertà.

Costui non ci accontenta di ascoltare la parola di Dio per poi dimenticarla, ma la mette in pratica: per questo egli sarà beato in tutto quello che fa.

Se uno crede di essere religioso, ma poi non sa frenare la propria lingua, è un illuso: la sua religione non vale niente.

Questa è la religione che Dio Padre considera pura e genuina: prendersi cura degli orfani e delle vedove che sono nella sofferenza, e non lasciarsi sporcare dalle cose di questo mondo ( Gc 1,22-27 ).

La religione fonda l’identità dell’individuo e gli permette di riconoscersi

Nella religione la parola e l’azione sono coerenti e congruenti

La religione è assunzione di responsabilità nei confronti dell’altro, al cospetto di Dio.

La religione è un rapporto concreto con Dio ( Lc 20,25 )

Il rapporto è personale e basato su uno scambio reale – date a Dio ciò che è di Dio – che, secondo il messaggio di Gesù, è di tipo familiare: Dio è Padre e gli uomini sono fratelli ( Gv 8,41; Gv 16,27; Gv 14,2; Mt 12,50; Mt 18,14; Lc 11,2 ).

Il rapporto con Dio si basa sull’amore e sulla conoscenza.

Dio conosce i bisogni dei figli e i figli ri-conoscono l’amore del Padre.

"Voglio amore costante, non sacrifici.

Preferisco che il mio popolo mi conosca, piuttosto che mi offra sacrifici" ( Os 6,6 ).

Il cristianesimo si presenta come una nuova religione ( At 17,22-31 )

In ogni domanda di religione è presente la ricerca di un "dio sconosciuto" che il cristianesimo svela.

Si tratta di un Dio che cerca l’uomo e non si limita a farsi cercare da lui.

Il successo del cristianesimo è legato alla testimonianza della prima comunità cristiana ( At 2,42-47; At 4,23-37 )

Ascolto della parola, vita di comunità e di comunione eucaristica, preghiera comune: questi gli elementi distintivi della nova religione, che qualcuno cerca di fare passare come "setta pericolosa", antagonista del potere costituito, mentre si tratta di una chiesa a servizio dell’uomo e di Dio.

Figure bibliche

Nicodemo e il nuovo mondo ( Gv 3,1-21 )

Nicodemo è un notabile. Tipico rappresentante della corporazione che domina la società ai tempi di Gesù e dunque depositario dei modelli culturali vincenti.

La sua visione del mondo e della storia, come i suoi comportamenti sociali, sono legittimati e condivisi, al punto che viene considerato "maestro in Israele".

La sua onestà intellettuale lo rende inquieto circa le certezze che possiede.

La convenienza sociale gli impone di riservare alla discrezione della notte il suo incontro con Gesù, rappresentante eretico di una nuova visione del mondo e della storia.

La "conversione culturale" di Nicodemo prende l'avvio da dati oggettivi:

Gesù compie dei miracoli, verificabili

Gesù dice delle parole nuove, nel senso che rappresentano una nuova interpretazione della cultura elaborata dagli Ebrei, la società del suo tempo è inquieta e incerta circa la sua identità e il suo futuro e non ha parametri sicuri per valutare i cambiamenti che le vengono imposti dai colonizzatori romani ( erano anche quelli tempi di globalizzazione ).

Ritiene che la credibilità di Gesù stia nelle sue azioni ( nelle sue conoscenze e nelle sue tecniche didattiche e terapeutiche ) e in questo sbaglia: Gesù è portatore di una nuova visione del mondo, di un nuovo modo di concepire la nascita e la morte.

Gli elementi fondanti di questa nuova cultura sono:

il nuovo non nasce dal caso o dalla necessità ma dallo spirito, cioè da un progetto finalizzato ad un risultato

il nuovo è imprevedibile perché proviene dalla libertà creatrice di Dio ( spirito ), trasmessa nella natura ( l'acqua ): comunque sia nato il mondo e comunque la vita si sia sviluppata in esso, ciò che è avvenuto ha senso, fa parte cioè di una storia

la vita è fatta di inizi, di nascite nuove, continue

nella fase di osservazione ("Noi parliamo di quello che sappiamo e siamo testimoni di quello che abbiamo visto") l'osservatore fa parte dell'evento: siamo non solo il prodotto della natura, ma il senso della natura; siamo parte integrante del progetto di Dio e dunque della sua creatività

la credibilità di un testimone della verità o della ricerca ( Gesù ) dipende dalla potenza e dalla efficacia dei simboli che adopera ( il serpente, la croce ) non dalle protesi che suggerisce o impone ( l'osservanza fiscale della legge, il conformismo, la doppia morale )

la conoscenza, per essere illuminante, esige l'amore: non si conosce ciò che non si ama e non si dona. La conoscenza ( il Figlio è la "parola" del Padre, esprime e comunica dunque la conoscenza divina ) esige un rapporto di fiducia con chi ce la trasmette

la conoscenza è luce e dunque illumina tutto e tutti. Una conoscenza riservata, nascosta, una conoscenza mercanteggiata non illumina e serve a "fare il male".

La nuova cultura consiste nell' "obbedienza alla verità", non nell'affermazione della potenza o nel liberarsi dalle regole della verità.

Pista di ricerca e discussione:

1. Scienza e tecnica nel quotidiano

Quali cambiamenti hanno indotto nella vita di famiglia la televisione, il computer, il telefonino?

Per quali motivi i giovani riservano tanto interesse alle nuove tecnologie?

Come le adoperano? Come reagiscono alle nuove tecnologie gli anziani di casa vostra?

Nella cultura di eri le piccole azione della vita di tutti i giorni erano banalizzate perché considerate prive di interesse.

E oggi? La nostra vita di tutti i giorni è più interessante? Sapreste indicare le differenze?

2. Una nuova cultura della vita

La nascita oggi è da più parti intesa come artificio bio-tecnologico.

Questa concezione come influisce sul nostro modo di vivere?

Come spieghereste ad una giovane coppia che cos'è la nascita?

È stata elaborata la formula chimica dell'innamoramento e l'amore è considerato, sempre più diffusamente, come un fenomeno bio-psicologico o una passeggera esperienza della vita.

Come definireste queste due esperienze e come le descrivereste?

Dalla morte intesa come incidente biologico all'eutanasia.

Per un cristiano la morte che cos'è?

Quando una donna decide di essere la titolare unica della maternità, che tipo di cambiamenti introduce nella nostra cultura e nel nostro modo di vivere?

3. Cultura cristiana e cultura tecnico-scientifica

È diffusa la convinzione che un cristiano, e soprattutto un cattolico, abbia una concezione antiscientifica e antitecnologica della cultura.

Storicamente, il cristianesimo è stato tacciato spesso di oscurantismo e di resistenza alle scoperte e alle novità tecnico-scientifiche.

Quale tipo di apporto possono offrire il singolo credente e la comunità ecclesiale alla cultura che si sta imponendo?

Sapreste indicare quali valori, espressi dal mondo tecnico-scientifico, si possono accettare e sviluppare come cristiani?

Quale critica di fondo vi pare fondata nei confronti della cultura tecnico-scientifica, così come oggi si presenta?

Come valutate la presenza nel "popolo di Seattle" di gruppi e movimenti di ispirazione cattolica?

Occorre sviluppare il conflitto o è meglio cercare la mediazione?

Abramo ( Gen 11-25 )

Quello di Abramo è il più alto e completo profilo di homo religiosus che la Bibbia ci abbia trasmesso.

Come tale è riconosciuto da Gesù e da tutta la tradizione apostolica.

Da essa possiamo ricavare gli elementi essenziali della religione:

la religione come vocazione ( Gen 12,1-3 )

la religione come promessa ( Gen 13,14-17; Gen 17,8 )

la religione come alleanza di Dio con l’uomo ( Gen 15 )

la religione come fede ( Rm 4,16 )

la religione come speranza ( Rm 4,18 )

La prova di genuinità della religione e della fede è la sua fecondità: chi crede è fecondo, come Abramo.

Pista di ricerca e discussione:

La religione come vocazione

Il rilancio della religione oggi si presenta come una domanda espressa dalla persona.

L’offerta di religione e di sacro sembra piuttosto abbondante: si offrono tanti strumenti, ma poche parole.

Come far capire all’uomo di oggi che il suo bisogno di sacro è frutto di una chiamata, di una vocazione e non solo di un bisogno?

La religione come promessa

La religione è un processo ( non un oggetto o uno strumento ) che assicura all’uomo il possesso della terra e la sua appartenenza all’umanità.

Assicura dunque radici e appartenenza, condizione indispensabile per caricare di senso l’esistenza.

La religione senza appartenenza, che oggi si impone, è povera di promesse autentiche e ricca di false promesse.

Sapreste individuare quali? La religione come alleanza

Nella concezione cristiana il rapporto tra Dio e l’uomo è frutto dell’iniziativa di Dio.

Nelle altre religioni è frutto di iniziativa dell’uomo.

Quali sono i segni oggi evidenti dell’alleanza di Dio con l’uomo? Come fare a renderli espliciti?

La religione come fede

Il rapporto con Dio è un rapporto di fiducia reciproca.

Dio rischia con l’uomo la sua credibilità e l’uomo rischia con Dio la sua libertà.

Gli elementi del confronto non sono ancora del tutto svelati, anche se abbiamo la certezza che in questo gioco delle parti Dio svolge il ruolo di Padre, non quello di giudice o di padrone.

Quali sono i segni della paternità di Dio che possono far compiere all’uomo di oggi il salto della fede?

Come renderli credibili? Quali sono le maggiori difficoltà a credere vissute dall’uomo di oggi?

I limiti dell’istituzione ecclesiastica possono davvero impedire la scelta della fede?

Come superare il pretesto?

La religione come speranza

Il tempo proprio della religione è il futuro.

L’uomo di oggi è centrato sul presente e immagina il futuro come una ripetizione in meglio del presente.

Ma nel piano di Dio il futuro dell’uomo è anche sorpresa, rinnovamento.

Nel mondo di oggi ce n’è traccia? Ne sapreste individuare qualcuna? Possiamo sperare?

Riferimenti

Una stimolante riflessione sul cammino alla ricerca della verità si trova nell'Enciclica Fides et ratio 24 e ss.

Costruire insieme, 2.1, pag. 44-48

Cesnur, Enciclopedia delle religioni in Italia - Massimo Introvigne, Pierluigi Zoccatelli, Nelly Ippolito Macrina, Verónica Roldán – Elledici, Torino, 2001, pag. 8.

cfr. Costruire insieme 3.3, pag. 104-106

cfr. Costruire insieme, pag. 99: Servire la verità

Per definire queste minoranze religiose si impiega spesso il termine "setta", che è vago e si presta a numerosi equivoci e incomprensioni.

La corrente sovrapposizione del significato sociologico ( gruppo religioso che contesta la società circostante o gruppo religioso deviante all’interno di una religione non deviante ), a quello teologico ( gruppo che rifiuta norme e autorità all’interno di una istituzione religiosa ), a quello criminologico ( gruppo organizzato di criminali ) carica il termine di una negatività che non appartiene al gruppo o al movimento interessato.

Il che non significa che alcune delle espressioni religiose oggi presenti non abbiamo dei comportamenti realmente "settari".

cfr. Costruire insieme, 2.4, pag. 75-76

cfr. Costruire insieme, 3.2, pag. 95-96

cfr. Costruire insieme, 2.3, pag. 66-67

cfr. Introduzione, Costruire insieme, pag. 7-8

cfr. Costruire insieme, 1.6, pag.32-34

cfr. Costruire insieme, 1.3, pag. 22-23

cfr Costruire insieme, 3.3 al paragrafo citato, pag. 101