Questo capitolo afferma sia che "non vi sarà nessun povero in mezzo a voi, poiché il Signore senza dubbio ti benedirà nel paese che il Signore, il tuo Dio, ti dà in eredità" ( Dt 15,4 ), sia che "i bisognosi non mancheranno mai nel paese" ( Dt 15,11 ).
Però, non dobbiamo credere di capire questo capitolo meglio dell'autore, che scrisse questi due versetti vicini l'uno all'altro senza pensare che ci fosse un problema.
Leggendo quindi il contesto di questi due versetti, capiamo che l'affermazione che non ci sarebbero stati dei poveri era perché ogni sette anni ( l'anno di remissione ) tutti i prestiti sarebbero stati annullati ( Dt 15,1-2 ).
Così tutti avrebbero potuto ricominciare da capo, e non ci sarebbero stati poveri a lungo termine.
Inoltre, questa affermazione dipendeva dall'ubbidienza diligente a Dio ( Dt 15,5 ).
Se Israele non avesse osservato le leggi per aiutare i poveri, ci saremmo aspettati dei poveri nel paese.
Alcune delle leggi per aiutare i poveri sono poi elencati in Dt 15,7-10.
Se un povero si trovava fra di loro, dovevano prestare generosamente per le sue necessità, anche se l'anno di remissione era vicino.
Perché ci sarebbero stati sempre dei poveri ( Dt 15,11 ) - nel senso di alcuni temporaneamente in bisogno per qualche sfortuna negli affari, una pessima raccolta, o altri motivi.
Però entro sette anni non sarebbero stati più bisognosi, grazie all'aiuto degli Israeliti e all'anno di remissione.
Un'altra possibilità è che l'affermazione di Dt 15,4 sarebbe stato il caso se Israele avesse ubbidito alla legge.
Però, siccome non ubbidì, l'affermazione di Dt 15,11 risultò veritiera.
Tutte e due queste possibilità sono vere, ma credo che quella dei due paragrafi precedenti sia l'intenzione dell'autore.