Grazie ricevute  

B4-A5

Nel 1912 una malattia che mi affliggeva da parecchi anni, si trasformò in tumore cancrenoso, che richiedeva un'operazione d'urgenza.

Fui trasportato all'ospedale S. Giovanni ove mi fecero l'operazione, ma purtroppo questa non riuscì.

Me ne fecero una seconda, una terza e neppure queste ebbero esito felice.

Dopo l'insuccesso di tali operazioni fatte da valenti Professori, io mi trovai interamente abbandonato e spedito dai Dottori.

Mi segregarono dagli altri malati in una cameretta appartata, perché il mio corpo era già più morto che vivo.

Così nei Dottori, nelle Suore, negli infermieri c'era la ferma persuasione che la mia morte era imminente e di ciò non facevano mistero con nessuno.

Io però fin dal principio della malattia e prima di mettermi nelle mani dei Dottori mi ero affidato al SS. Crocifisso con la bella « Divozione » alle Cinque Piaghe tanto raccomandata da un Religioso mio amico.

Durante i momenti di trepidazione mia moglie, che è Zelatrice di detta « Divozione », e gli amici tutti raddoppiarono di fervore nel pregare il Crocifisso.

Da parte mia, confinato in quella piccola cameretta ( quasi camera mortuaria ) feci mettere di fronte un Crocefisso per unirmi come potevo alle preghiere dei miei cari.

Per grazia di Gesù Crocifisso la morte, già imminente, non venne e nella mente del personale Sanitario si formò a mio riguardo la persuasione di una morte certa, ma alquanto lontana e perciò fecero le pratiche per farmi trasportare al Cottolengo.

Fu in quella, casa di benedizione che il SS. Crocifisso volle completare la sua grazia insigne.

Mentre si continuava a pregare il SS. Crocifisso, un bel mattino venne l'infermiere, e quale non fu la sorpresa unita alla gioia sua, e specialmente mia, nel trovare la piaga completamente rimarginata.

Dopo qualche giorno potei ritornare a casa senza l'aiuto di nessuno e in seguito presentarmi all'ospedale S. Giovanni, ove tutti quelli che mi avevano curato restarono meravigliati di vedere guarito uno che essi credevano già sepolto.

Ora, dopo cinque anni di conferma nella guarigione miracolosa, sono lieto di rinnovare pubblicamente l'espressione della più viva riconoscenza al SS. Crocifisso.

Torino, 10 marzo 1918.

In fede, Ferraris Gioachino, via Corte d'Appello, N° 13.

* * *

Una signora che abita nei pressi di Pinerolo, conoscente di famiglia, si rivolse ai miei Cari, acciocché la raccomandassi al Signore, affine di ottenere una grande grazia.

Essa era da 4 anni ammalata con dolori vivissimi alle gambe.

In tutto quel tempo non aveva potuto uscire mai di casa, e di ciò fortemente si doleva per la ragione che non poteva recarsi in chiesa a pregare.

Io le feci avere un foglietto con le preghiere al SS. Crocifisso, e con stupore di tutti, dopo una novena sola, poteva liberamente prendere la via della chiesa per ringraziare più da vicino Gesù che l'aveva confortata.

Fr. G. delle S. C.