La Beata Luisa di Marillac |
B15-A2
La nuova Beata Luisa di Marillac, Vedova Le Gras, confondatrice delle Figlie o Suore della Carità, era devotissima del SS. Crocifisso.
Diceva spesso alle Suore d'amare assai Gesù Crocifisso e la sua: S. Madre, e questi due amori sarebbero stati per loro due ali che le avrebbero innalzate al disopra della polvere e del fango terrestre.
Amava considerare spesso la Passione del Signore, specialmente nei venerdì e nei giorni di Quaresima dalle due alle tre, e il suo cuore tanto s'approfondiva, in queste meditazioni da non poter trattenere le lacrime che le scendevano copiose dagli occhi.
« Io l'ho sentita - racconta suor Francesca Paola - tutta in lacrime dinanzi a Gesù flagellato, dire alla suora che le era accanto: « Sono io la causa della sua flagellazione ».
Aveva pure una tenera devozione alle cinque Piaghe del Crocifisso Signore e particolarmente a quella del sacro Costato.
Amava inabissarsi, come diceva, in « quest'oceano senza fondo affinché tutti gli affetti del suo cuore e le azioni del suo corpo pigliassero vigore e forza di meriti da questo Cuore, e ella non operasse che per Lui e in Lui solo ».
E alla Beata stessa rimonta quel simbolo che divenne, poi, lo stemma della Compagnia delle Suore di Carità, cioè un cuore tutto contornato dalle fiamme della carità, con impresso sopra il Crocifisso, mentre una fascia chiude il tutto, la quale porta, scritto il motto paolino: « Charitas Christi urget nos ».
( Dalla Vita della Beata Luisa di Marillac, d'Angelo Troisi, Prete della Missione, Roma, Tipografia poliglotta, vaticana, 1920 ).