Preghiamo per lo sviluppo dell'Unione |
B39-A3
I mezzi vanno proporzionati al fine.
Quindi se per le opere umane possono bastare i soli mezzi umani, per le opere di ordine soprannaturale è necessario ricorrere all'aiuto di Dio, convincendoci che da noi soli non possiamo far nulla.
Alle vostre preghiere quindi, o carissimi nostri Zelatori e Ascritti, raccomandiamo l'Unione e tutte le sue opere a vantaggio della gioventù, prima fra tutte le formazioni dei giovani Aspiranti.
È questo uno dei compiti più difficili e nello stesso tempo il più importante, per lo sviluppo della nostra Associazione.
Difficile per la scelta degli elementi, nei quali l'Unione deve trovare una chiarissima tendenza alla pietà e i germi d'una speciale vocazione all'apostolato Catechistico.
Ma qui conviene ricordare che il Divin Salvatore ci ha ammoniti col detto: « Non voi avete eletto me, ma io ho eletto voi », cioè che la vocazione al bene è dono gratuito della bontà di Dio, il quale con la finezza propria del suo amore infinito chiama, gli operai alla sua vigna, per poterli retribuire secondo la larghezza del suo Cuore Divino.
Ma a Lui dobbiamo ricorrere per avere i veri elementi atti allo scopo della nostra Unione.
« La messe è molta e gli operai sono pochi, pregate quindi il Padrone della messe che mandi operai al suo campo ».
Questo il comando di Gesù benedetto, questo l'appello nostro a Voi che amate l'opera del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
Pregate per le fiorenti sezioni dell'Unione che già sono sorte, per quelle che stanno per sorgere, per tutte supplicate dal SS. Crocifisso e da Maria SS. Immacolata, spirito di cristiana pietà, di riparazione religiosa e di santo zelo.
Altre volte abbiamo fatto appello alla vostra generosità, per quel che riguarda il materiale e non rimanemmo mai delusi: ora pur ricordandoci che le nostre opere vivono delle vostre elemosine, vi ricordiamo il dovere vostro di soccorrerci con le preghiere.
Ogni giorno, nel recitare la nostra santa Divozione, ricordate l'Unione e non siate avari nel presentare al trono dell'Altissimo qualche vostra piccola mortificazione.
Così facendo l'Unione conseguirà sicuramente il suo sublime scopo, di attirare le anime a Gesù formandole alla vera vita cristiana sentita e vissuta.
E noi che faremo per Voi? Moltiplicheremo le nostre orazioni, la nostra attività e cercheremo di acquistare per noi e per voi meriti preziosissimi per il Paradiso.
… Il patto è concluso, uniti ai piedi del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, attiriamo su noi i loro sguardi di compiacenza.
Quello fu un giorno di preghiera e di vera gioia, per i Soci dell'Unione.
La mattina, Messa cantata, Comunione e varie pratiche di pietà.
Ma i Catechisti dell'Unione non dovevano né potevano lasciar passare si bella Solennità, senza caratterizzarla con qualche esterna dimostrazione.
Avevano preparato quindi una modesta accademia, alla quale intervenne buon numero di Soci, di Zelatori e Ascritti.
Sedevano alla presidenza, attorno alla statua della Madonna, il Signor Quarello Consigliere Federale della G. C. I. il Cav. Capelletto Vicepresidente degli uomini cattolici e Presidente dell'Associazione Ex-alunni, il Sig. Direttore dell'Istituto San Giuseppe, il Sig. Direttore dell'I. A. M: e il Dott. Prof. Rostagno; notammo tra le Zetatrici, la Nobil Donna Teresa Pulciano Peyron.
Si diede principio alla Festa con l'inno dell'Unione, seguito da una interessantissima relazione del Socio anziano Sig. Stefano Massaia.
Poi si intercalarono canti e recite, gli uni e le altre espressi con ammirabile atticismo e precisione.
Fu specialmente gustato il coro verdiano « Jerusalem » dei Lombardi, e la più bella canzone del Petrarca alla Vergine declamata con lirico slancio dal Socio Pierino Ferrari.
Erano stati invitati gli alunni dei Corsi Superiori dell'L. A. M. a svolgere il verso dantesco in onore di Maria SS. « Umile e alta più che creatura »; vinsero la gara due giovani, Luigi Signoretti e Mario Zanella, i quali lessero i loro componimenti in modo da commuovere visibilmente gli uditori.
« Com'è bello il giovane che ha il nobile coraggio di confessare in pubblico la sua Fede, e la sua devozione! »
Furono parole di chi conosce la gioventù.
Il giovane A. Quaglia seppe esprimere con molto sentimento alcuni versi sul tema « Ab aeterno creata sum » e dodici suoi compagni, con una parafrasi del « Tota Pulcra » intrecciarono una corona di 12 fiori di poesia, in ordine sparso, alla Patrona e Signora dell'Unione.
Prese poi la parola il signor Quarello, portando il saluto della G. C. I. congratulandosi coi nuovi Associati ed esortandoli a procedere alacri e coraggiosi, con Preghiera, Azione, Sacrificio.
Il Cav. Capelletto invitato a parlare, si manifestò ammirato e commosso per la franca e aperta professione di Fede di sì virtuosa gioventù, e il Direttore dell'Unione coronò la Festa con una ben indovinata parola per tutti.