Fucine Nostre |
B39-A9
I Fratelli delle Scuole Cristiane onorati di una visita del Principe di Piemonte
Da "Il Momento, del 13-12-28.
Il riconoscimento delle buone opere è sempre e per chiunque argomento di grandi consolazioni.
Quando il riconoscimento viene a premiare una fatica durata incessante, per anni e anni, l'animo dell'uomo non può non esultare.
In virtù di tale imponderabile sentimento, ieri in quanti s'assiepavano intorno a S. A. R. Principe di Piemonte, era letizia piena.
L'opera svolta per otto anni con fede incrollabile e audace dai benemeriti Fratelli delle Scuole Cristiane, otteneva il premio più ambito.
S.A.R. il Principe Umberto di Savoia, le massime Autorità della Provincia e del Comune, sono passate di aula in aula ammirando l'ordine e il lavoro, hanno con la loro visita sancita la laboriosa esistenza di questa scuola, dato il migliore degli incitamenti per un avvenire sempre più fecondo.
S. Ecc. il Prefetto e altre Autorità intorno all'Augusto Visitatore.
Accolti dal Direttore della Scuola, Fratelli prof. Aquilino Cacciabue, poco prima delle 15,30, sono giunti S. E. il Prefetto Maggioni, con il capo gabinetto comm. Mattirolo, il vice commissario al Comune comm. Bellazzi. S. E. Mons, Marenco, l'on. barone Romano Gianotti, il generale Barattieri, il generale Collobiano, il generale Cavalli, il comm. prof. Umberto Renda R. Provveditore agli Studi, il barone Jocteau, l'avv. comm. Gariazzo e molti altri.
All'ora fissata giunge S.A.R. il Principe Umberto.
Molta folla che si era raccolta nella strada improvvisa all'Augusto Principe una spontanea e affettuosa dimostrazione.
Il lungo corridoio è completamente pavesato di drappi e trofei tricolori.
Ai lati stanno schierati gli allievi delle classi superiori, i quali scattano sull'attenti, salutando romanamente al passaggio delle Autorità.
Principe e Autorità prendono quindi posto nell'ampia sala, ove stanno adunate le scolaresche.
Qui si ha una brevissima Accademia.
Dopo un canto eseguito dagli alunni in onore del Principe, un allievo legge l'omaggio della Scuola Professionale all'Augusto visitatore.
L'allocuzione è un po' la storia dell'opera secolare svolta dai Fratelli delle scuole Cristiane, per l'educazione e l'istruzione del nostro popolo, e del novissimo lavoro compiuto nel tormentoso periodo dopo-guerra e in campo così difficile, come è quello dell'istruzione professionale.
Conclude con un'invocazione delle Celesti benedizioni sulla Real Casa Sabauda e una promessa - promessa sbocciante dal cuore generoso di tutti i figli del popolo italiano - servire domani, come ieri i padri, la Patria, con il lavoro, difenderla con le armi.
Appena è finita la voce del corifeo, che in coro gli scolari levano espressivo un canto di sincera passione: Dio salvi il Re …
Attraverso le aule e i laboratori.
S'inizia quindi la visita dei locali.
Suggestivo colpo d'occhio presenta l'aula laboratorio di meccanica, ove i più giovani si cimentano per la prima volta con il grezzo metallo, e con gli strumenti del mestiere.
Nell'ampia sala, a fianco delle lore morse, cinquanta fanciulli interrompono un istante il lavoro, per salutare il loro Principe e quindi chinano novamente le testoline ricciute sull'assiduo lavoro.
Di qui si passa al reparto macchine.
Non più ragazzini ma giovanotti, anche questi intenti nel non facile lavoro.
S.A.R. complimenta vivamente i dirigenti della Scuola.
Attraversando il cortile interno, i convenuti si recano nella parte dell'edificio adibito a Scuole Elementari.
L'interminabile corridoio par tappezzato di bianco e nero.
Su doppia fila stanno le parecchie centinaia di allievi; maschietti e fanciulle ( queste ultime sotto la guida delle RR. Suore Giuseppine della R. Opera di Mendicità Istruita ), qui raccolti ad attestare al Principe Sabaudo l'opera vivente dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Un allievo porge il benvenuto ai visitatori e quindi una gentil bambina, di forse sette anni, con la bionda testolina ornata d'un gran nastro bianco, recita parole di omaggio al Principe di Piemonte, cui porge uno splendido mazzo di rose.
S.A.R. gradisce la gentile offerta e si china accarezzando la bambina.
Passando nei locali dell'Amministrazione della Pia Opera della Mendicità Istruita, Principe ed Autorità vengono ossequiati dal comm. Gariazzo, solerte Presidente dell'Opera, ed é loro offerto un signorile rinfresco.
Segue ancora la solenne Benedizione nella Cappella dell'Istituto e la cerimonia ha termine.
Nel tratto della quieta via Rosine, prospiciente alle Scuole, una numerosa folla s'è radunata.
Sono mamme e parenti degli allievi, che pur indirettamente hanno voluto partecipare alla intima festività della Scuola, che educa i loro figli.
Quando l'alta figura del giovane Principe Sabaudo compare all'uscita, uno scroscio di applausi sorge dalla folla degli astanti e accompagna per un tratto la veloce automobile che si dirige verso via Po.
Poco dopo un nugolo di fanciulli e di giovanetti si spande ilare e rumoroso nella contrada.
I più piccoli corrono presso le mamme a dire del dolce sorriso, dell'angusta figura di Umberto di Savoia.
In tutti è scolpita l'impressione indimenticabile di questa giornata che negli annali della Scuola sta quasi pietra miliare, tra un passato operoso e un avvenire di opere ugualmente feconde ed inesauste.