Incendio alla "Casa di Carità" |
B49-A6
Nel grigiore di un rigido mattino, - il 4 dicembre - il bagliore di una scintilla cadente dal tetto richiama l'attenzione di un piccolo devoto del S. Cuore che attraversa il cortile della Casa di Carità per recarsi alla Cappella ove la funzione del primo venerdì sta per incominciare.
Sono le 6,15.
Al suo grido di allarme, che è? che non è … si corre si vola coi cuori in ansia, i respiri sospesi, in un'attesa che pare di secoli ed è di secondi.
Una porta cede alla furia della velocità, un'altra è sfondata … si guarda …
Tra il volteggiare dei nembi di fumo che mozza il respiro, si scorge, in alto, sotto il tetto del solaio che raccoglie nel suo capace vano, banchi di scuola, porte, mobili accatastati, ecc. un bagliore di fuoco.
Una trave inclinata del tetto e le due orizzontali sulle quali essa stessa poggiava hanno le estremità completamente carbonizzate; stanno in sospeso unicamente in virtù dei chiodi fissi nelle traversine soprastanti ed ardono.
Visto il pericolo si corre ai ripari.
Pochi secondi dopo i secchi d'acqua passano di mano in mano in una unita, rapida catena.
Il friggio dell'acqua buttata generosamente da mani febbrili di orgasmo, si prolunga per una mezz'ora dimostrando quanto fosse esteso il fuoco e imminente il pericolo del divampare dell'incendio.
Spento il fuoco, puntellato il tetto, si scende in cappella e le preghiere di ringraziamento erompono a piena voce dai cuori commossi per tanta bontà del Sacro Cuore.
* * *
Che sarebbe avvenuto della Casa di Carità se la funzione del 1° venerdì del mese non avesse richiamato colà i catechisti nel momento più tempestivo?
Possiamo ritenere che, invece di un danno facilmente riparabile con le offerte degli Ascritti e Sostenitori, si dovrebbe ora piangere su un mucchio di fumanti rovine.