Dagli scritti di Fra Leopoldo Maria Musso dei Minori

B52-A3

Per concessione speciale del Rev. Padre Provinciale di Torino

( Vietata ogni riproduzione )

Estate 1895

Terminata la villeggiatura, si fece ritorno di bel nuovo a Torino il 19 di novembre ( 1895 ) : il tempo è fedele, passa veloce! ecco passati inverno e primavera ed ecco s'avvicina l'epoca di ritornare nuovamente a Viale d'Asti.

Estate 1896

Nel camposanto di Viale c'è una chiesa dedicata a S. Andrea ed edificata, credo, nel 1875, che stette venti anni senza essere benedetta.

Quei buoni popolani mi dicevano: - Lei, Luigi, che è in ottima relazione con il Signor Arciprete, gli dica che faccia venire Mons. Vescovo a benedirla.

- Più volte si pregò il Signor Arciprete d'appoggiare il piissimo desiderio dei suoi buoni parrocchiani, ma invano; finalmente un bel giorno gli dissi: - Per Lei, Signor Arciprete, quando sarà morto, non verrà anima viva a recitare un requiem : il camposanto è pieno d'erba da sembrare un prato e la chiesa è inutile, perché non benedetta.

- Il Signore picchiò alla porta del suo cuore; ecco, detto fatto, scrive a S. E. Mons. Ronco, Vescovo d'Asti; in tre giorni giunse la risposta, colla quale delegava il Signor Arciprete a benedirla lui stesso.

La notizia si sparse come un baleno per il paese e riempì di giubilo i cuori di quei buoni popolani.

La lieta novella fu riferita al buon Pietro, che subito mi consigliò di accingermi allo stesso lavoro fatto per la chiesina di S. Rocco, che lui m'avrebbe dato l'aiuto pecuniario.

Così si fece, stabilendosi d'addobbare a lutto la chiesa del camposanto.

Il demonio non riposava; incominciò di nuovo a farmi guerra: per tutto il tempo della campagna fui sempre molestato.

Una sera, era l'ora di servire il pranzo, avevo fatto dei crostini per la minestra; nel momento di portarli in tavola sentivo in cuor mio una voce che mi diceva : " Guarda in mezzo ai crostini, c'è un pezzo di vetro"; guardo, non veggo nulla; la voce insisteva, io guardo minutamente e trovo realmente un pezzo di vetro.

Se fossero stati serviti in tavola, si sarebbe avuto ragione di mettermi alla porta; ma la bontà somma di Dio sempre venne in mio aiuto.

Come già dissi, le ore libere le impiegavo a tale lavoro: un giorno mi carico di stoffa preparata e vado direttamente al camposanto.

Strada facendo, incontro una buona donna di oltre settantacinque anni, che con tanta semplicità mi disse: -Lei, Luigi, va sempre solo al cimitero, non ha paura che i morti lo prendano per le gambe?

- O buona donna, - le risposi, - mi fanno più paura i vivi, principalmente quelli che sono lontani dalla chiesa.

- Aggiunsi che godevo della compagnia dei morti per mezzo della preghiera e del lavoro, che pregavo il Signore di liberare dalle loro pene tutte quelle anime, le cui spoglie dormivano lì, che fossero in Purgatorio.

Venne, poi, il giorno in cui si benedì la Chiesa di S. Andrea: s'andò processionalmente; si fece una bella festa, fu giorno di giubilo; molte preghiere si innalzarono in quel giorno per le anime dei poveri trapassati, a cui il Signore, nella sua misericordia, concèda la pace e la luce eterna!

Bello e commovente fu il giorno d'Ognissanti : per la prima volta, dacché esiste quel paese, si compì un tanto bene.

S'andò processionalmente; il buon Arciprete per onorare e ringraziare il Signore Iddio di tanto favore, per rendere più solenne la festa e per suffragare le anime dei loro parenti, aveva esortato e preparato quei popolani ad accostarsi ai Santi Sacramenti.

Un numero grandissimo s'accostò a ricevere il Pane degli Angeli: o intanto le Figlie di Maria cantavano inni dedicati alla loro Patrona e al suo Divin Figlio: momento di Paradiso!

Quante anime saranno salite alla gloria celeste per le preghiere di quei semplici popolani!

Si chiuse la festa con la predica nel camposanto fatta dal Signor Arciprete, che strappò lacrime di commozione: certamente è rimasta nei loro cuori eterna memoria del giorno di Ognissanti.

Oh, sì! Dio conceda a questi morti il godimento ineffabile destinato alle anime passate all'altra vita nel bacio del Signore.

Novembre 1896

Il 19 novembre 1896 si fece ritorno di bei nuovo a Torino; mi fermai in quella nobilissima famiglia ancora sette mesi, poi ritornai alla casa paterna, affine di assistere la mia buona madre, che da diciassette anni. era inferma.

( Continua )


Ogni volta che nel nostro Bollettino, si trovi parole, espressioni o il menomo accenno a santità, intendiamo darvi solo fede puramente umana, sottoponendoci totalmente ai decreti di Sua Santità Urbano VIII e dei Suoi Successori.

N. d. R.