L'anno giubilare di Gesù Crocifisso

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Ai Soci, agli Zelatori, alle Zelatrici dell'Unione Catechisti

S. S. Papa Pio XI con alta mente, con cuore di padre, per sollevare la tormentata umanità nell'ora di angoscia che attraversa per la grave crisi presente che si fa sentire da tutti i popoli e da tutti i ceti sociali, ha indetto solennemente l'Anno Santo, l'anno giubilare che ricorda l'avvenimento più augusto, più ricco di benefiche conseguenze che sia accaduto nel corso dei secoli.

L'Anno Santo apre il ciclo dì preghiere e di espiazioni, di predicazioni e di devote cerimonie nei sacri templi, di pellegrinaggi a Roma e Gerusalemme, di rappresentazioni religiose nei teatri e nei cinematografi e tutto per commemorare con grandiosità e con giovamento dei cuori le ultime ore tragicamente divine del Redentore del mondo.

Il tempo in cui viviamo è proprio adatto alla presente celebrazione, anzi si direbbe che ne ha assoluto bisogno come d'un farmaco per l'ammalato, come d'un pane per chi è nella miseria, come di una guida per chi si trova nell'incertezza e nell'ignoranza.

Alla fausta proclamazione dell'Anno Santo hanno dato segni di cordiale assenso non soltanto i fedeli della Religione Cattolica, ma d'innumeri, sètte sparse ovunque per il creato e che di Gesù Crocifisso conservano sempre se non l'integrità degli insegnamenti, almeno il ricordo salutare.

Ma se basta avere un po' di conoscenza della vita santa e della morte dolorosa di Nostro Signore per esultare dell'indetta celebrazione, membri dell'Unione del SS. Crocifisso, dobbiamo essere doppiamente in giubilo, perché lo spirito che deve animare la ricorrenza di quest'anno è lo spirito nostro, quello spirito che è la vita, il palpito del nostro cuore, il perché della nostra esistenza come associati. il mondo cristiano, per essere degno dell'avvenimento che sta per compiersi, deve volgere il pensiero a quelle Piaghe sante che è scopo nostro di ricordare e venerare, deve volgere il pensiero ai patimenti divini, per cui sulla terra scorrono sempre torrenti di luce e d'amore; patimenti che hanno fecondato la fortezza e la speranza cristiane e che sono il programma della nostra vita.

Il pensiero della Passione e Morte di Gesù con tutte le circostanze che le accompagnano, se deve essere nella prossima ricorrenza il pensiero dominante di tutti i cristiani ed eccitare in essi affetti ardenti d'amore e di riconoscenza, sì che siano facilmente portati a tradurre in pratica nella vita quotidiana gli ultimi esempi e gli ultimi insegnamenti del Salvatore sulla terra, per noi dell'Unione del SS. Crocifisso deve in modo tutto speciale essere sprone all'uniformità di pensieri, di parole e di azioni con Gesù sofferente.

Anche noi accettiamo rassegnati e contenti dalle mani di Dio il calice della sofferenza; se dopo avere detto:

" Transeat a me calix iste ", non veniamo esauditi, anche noi offriamo a Dio il sacrificio di tutte le nostre membra, di tutta la nostra persona, perché Egli ne disponga a gloria sua; ma con la malattia o con la sanità, col benessere dell'agiatezza o con le privazioni incomode della povertà, pensiamo che Gesù diede la sua divina Persona al capriccio dei suoi persecutori.

Intensifichiamo maggiormente il fervore delle nostre preghiere che dall'Anno Santo traggono speciale efficacia; preghiamo perché le sacre Piaghe, il Sangue preziosissimo di Gesù siano fecondi di redenzione per tutti, che Gesù e Gesù Crocifisso sia conosciuto in tutte le espansioni della sua bontà, sia seguito da presso da molte anime generose disposte per Lui a prendere dì per dì la sua croce, preghiamo perché anche i minimi atti di ciascun uomo nel mondo siano tante stille di acqua limpida da porgere grande refrigerio sul patibolo all'Assetato divino.

Facciamo che il nostro zelo sappia approfittare di tutte le facilità e di tutte le occasioni del tempo provvidenzialmente propizio, affine di propagare con maggiore sollecitudine la " Divozione " che è il nostro scopo e il nostro programma.

Nell'estensione della S. Sindone diecine e centinaia di migliaia di pellegrini verranno nella regale Torino per contemplare il Volto santo incoronato di spine, le Piaghe sacratissime, porte divine di bontà e d'amore: anime assetate di Gesù sofferente nel pensiero dei dolori di Lui trarranno conforti ai propri: essi negli atti di pietà che costituiscono l'anima e la vita delle nostre Associazioni, santificheranno l'Anno Santo, anno di rinnovazione spirituale, di illustrazioni celesti alle umane intelligenze.

Noi in tanto aumento di fervore tempriamo il nostro zelo all'apostolato di preghiera, di esempio e di insegnamento per essere meno indegni della predicazione che dalla croce fanno continuamente le sacre Piaghe di Gesù sofferente ed agonizzante.