Dagli scritti di Fra Leopoldo Maria Musso dei Minori |
B66-A4
Per concessione speciale del Rev. P. Provinciale di Torino
( Vietata ogni riproduzione )
( Continuazione v. num. precedente )
Il figlio: Mio Dio, quanti pensieri inutili che ci passano per la mente, prima del termine della giornata!
Gesù: T'ho già fatto noto che, se hai qualche pensiero inutile, non ti devi dar fastidio; prega, è sempre per perfezionarti.
Gesù: Sempre ti ripeto la medesima cosa, cioè: tu, mio figlio, amami con tutta la potenza dell'anima tua, perché il mio amore verso di te è immenso.
Il figlio: Mio Dio, tu che mi hai creato, nei momenti difficili abbi pietà di me, colla tua misericordia soccorrimi!
Il mio Gesù cura immensamente le sue anime.
Ogni volta dico al mio Gesù: tu che hai creato gli angioli belli, nobilissimi, splendidissimi, fatti proprio per amare e adorare un Dio degno d'un immenso amore ( tanto che troppo disdice il paragonarti a loro ); colla tua carità, colla tua misericordia puoi rialzarmi a un grado eminente, perché Tu sei Dio d'immensa potenza.
Gesù: Qualche giornata ti lascio sconfortato: voglio che continui a esercitare tutte le virtù sino all'ultimo di tua mia.
Il figlio: Mio Dio, guidami tu, mio Gesù Crocifisso! e come orologio crea il mio cuore di cui ogni battito sia all'unissono col cuore sacro del Crocifisso per la cui passione e croce tutto il mondo ebbe il ricordo monumentale, eterno della nostra salvezza.
Gesù al figlio: Hai fatto più opere buone in questi anni di religione, che se fossi stato tutto il tempo della tua vita nel secolo, nonostante la tua buona volontà!
Gesù: Prega, figlio, ripara per tanti ostinati fratelli, io li chiamo, li invito a portarsi sulla buona via; non solo non mi danno ascolto, ma arditamente m'insultano, abusandosene e deridendo il mio paterno invito: prega e ripara!
O Dio dolcissimo, se tu mi dessi la penna del più sapiente per scrivere, vorrei segnare tutto ciò che tu m'insegni quando sono alla tua presenza: che istruzioni divine!
Oh, la capacità dell'uomo: O Dio mio, Dio mio, oh … se non vieni tu, o Signore, in nostro soccorso per impedire il male! colla tua divina potenza e misericordia infinità, colla tua bontà inenarrabile, col tuo braccio, tiraci benignamente al bene: l'uomo da se solo! ahimè! è troppo poco, troppo meschino!
Ah, Signore! andrei a nascondermi: m'hai fatto vedere il nostro nulla! …
Se la Divina Provvidenza non avesse compassione delle sue creature! … Padre celeste, Iddio, tu di fango ci hai impastati, nei momenti difficili, per i meriti del tuo Figlio diletto, abbi pietà di noi tutti!
O Signore, che io negli ultimi momenti di mia vita abbracci, te, o Gesù, e nelle tue amorosissime braccia mi stringa per la tua misericordia infinita, al tuo immenso seno!
Quando hai momenti così, infocati d'amore santo al tuo Gesù, è una prova della mia grazia e del cuore che io ti dono, perché soltanto un cuore di terra non arriverà mai ad amare tanto il suo Dio!
Parla Gesù: Tu, Leopoldo, mi dicesti sovente che io sono più dolce che il miele, e tu, figlio, lo sei per me.
Ricordatevi, o lettori, che io non volevo segnare quanto la misericordia di un Dio Crocifisso ripete; ma mi comandò di fare la santa obbedienza, e così feci.
Gesù: Né giorno né notte ci lasciamo più.
Sono circa ventott'anni, ho permesso che tu sia sempre un po' sofferente, e ho voluto che tu lavorassi come il più robusto degli uomini.
La sera non dico di non cibarti, ma ho bisogno di farti lavorare, come già ti dissi.
Il figlio: « Come si sta bene a lavorare per Gesù! »
Gesù: È vero; ed è cosa momentanea, che però, se conta poco su questa terra, conta molto in Paradiso.
Gesù: Non sai che ti voglio bene?! perché fai tutto il possibile per avvicinare anime al tuo Gesù e perché le tue conversazioni sono tutte d'affezione al tuo Crocifisso Gesù, che è Lui stesso testimonio delle tue conversazioni e azioni.
Gesù: Vedi, Leopoldo, quante volte t'ho fatto segnare che tu mi voglia bene: sai in che maniera? voglio che tu abbia sempre grande fede in tutto quello che il tuo Gesù Crocifisso ti fa scrivere.
Gesù: Ho permesso questi scandali di religiosi, affinché comprendano una buona volta che l'orazione, il ritiro, il lavoro, sono armi potentissime per il buon nome dei religiosi e onore altissimo a Dio, che li ha chiamati tali, affinché risplenda di vivissima luce la fede santissima, cattolica, apostolica, romana.
Gesù: Questa volta ho trovato il mio segretario: vedrai che segneremo molte e belle cose.
Gesù: Col venir a fare l'adorazione al Santissimo, ti resta come una disposizione, una preparazione per segnare quanto ti faccio scrivere.
Gesù: Non ti turbare, almeno tu, o Leopoldo, quando mi vedi mesto: colle preghiere consolami tu.
Gesù: In avvenire saremo più intimi, o figlio, ancor più!
O Signore?! Gesù: Te l'ho detto nella S. Comunione in S. Dalmazzo che sarebbe stata fra me e te grande intimità: comincio, che è ora.
Il mio Gesù sempre chiede amore; io gli risposi: Dolce mio Dio, dà a me l'amore in cambio di certi che non ti amano, e colla tua potenza e carità suggella il mio cuore, quando è giunto al colmo dell'amor santo, soave; che io non parta dalla tua misericordia per tutto il tempo di mia vita!
Mentre ad altri hai permesso scienza molta con altri doni e sono consacrati al tuo servizio, mio Dio, Gesù Crocifisso, da a me il, tuo amore; sebbene io sia ignorante in sapere, desidero d'amarti perdutamente nel tuo immenso Cuore, affine di riparare, colla tua grazia, gli errori di quelli che dovrebbero con giusta ragione essere esemplari ad altri.
Gesù: Abbi pazienza, Leopoldo, credi pure che io ti porto immenso amore, e, quando puoi, vieni da me: vieni a consolarmi!
Io non merito tanta grazia dal mio Gesù: infine non sono che una vile creatura; ma a questi eccessi d'amore d'un Dio chi può resistere a non struggersi in amore, in adorazione ai piedi d'un Dio? il quale tanto s'umilia a un uomo formato di fango …
Mio Signore e mio Dio, dammi che impari anch'io alla tua scuola la più vera e doverosa umiltà!
( Il pio lettore troverà in più luoghi ripetizioni: è desiderio di Gesù, affinché gli resti impresso ciò che fa bene all'anima … ).
Gesù: Non ho ragione, o Leopoldo, di desiderare che tu venga da me onde darmi consolazione?
Vedi, appena tu senti il mio desiderio subito senza ritardo lo fai: tu spendi sempre il tempo al servizio del tuo Signore, l'ultimo giorno di tua vita il tuo Gesù lo spende tutto per te!
Figlio, se tu conti sulle tue forze, su te stesso, le tue opere valgono un cencio.
Mio Dio, che differenza tra lo stato di quiete dolce e soave, che in certi momenti tu mi doni e quello dei momenti, come ora, in cui all'improvviso mi sopraggiunge un uragano spaventoso che mi schiaccia a tutta forza! è il mio Gesù che si è nascosto?
Poveri noi mortali, quando Iddio s'allontana, per un'anima è calamità molto più disastrosa di una grandine che ci sopraggiunga! …
O mio Dio, la tua Misericordia scenda benigna sopra il nostro capo come rugiada celeste per innaffiarci delle più belle e soavi virtù, onde la nostra carriera s'avanzi sempre più dignitosa al cospetto d'un Dio Altissimo, che ci creò …
Parla Gesù: Tu sai le contrarietà che oggi all'improvviso hai dovuto in parte sostenere con merito, le ho permesse affinché ti sia sempre impresso nell'animo che, lontano da Dio, l'uomo si trova nel buio, in tenebre fittissime; al contrario un'anima rassegnata ai voleri di Dio, vede sempre un po' di luce, perché incoraggiata da pii pensieri, mette tutta la fiducia nel Creatore, pazientemente aspettando che la bontà divina venendo in soccorso, conceda il tesoro delle sue grazie, del suo conforto; e la luce in pieno meriggio, a del sereno rallegra l'anima, che è stata bramosa di vedersi benedetta dal suo Gesù.
Gesù: Studiati, Leopoldo, di perfezionarti sempre più nella via del Signore.
Gesù: Sta zitto, Leopoldo, non sai che io voglio perfezionarti? sei alla scuola del tuo Gesù Crocifisso!
Il figlio: Mio Dio, da qualunque parte ch'io mi volga, dappertutto m'inciampo e incontro spine; mai nessuno mi volge una parola di conforto, di incoraggiamento; a momenti, per tentazioni del demonio, si è contraddetti perfino dalle persone dabbene nel fare quanto si può per essere vicini al Signore: l'unico conforto e sostegno è solo il mio Gesù Crocifisso!
Gesù mi dice: Domandami qualche cosa che mi consoli.
Il figlio: Ti domando, o mio Gesù, per amore dei tuoi meriti il dono della perfezione e del silenzio.
Gesù al figlio: Cosa mi hai promesso nel tempo di prosperità, quando io ti adornavo delle più belle gioie e soavità dolcissime da provarne i gaudi celesti?
E ora, che devi bere, in parte, il calice amaro, vorresti forse smentire le promesse fatte al tuo Gesù? non ti lasciar mai abbattere; fosse pur la morte, rammentati ciò che ti disse il tuo Gesù.
Fa' coraggio ch'io sono sempre con te; ricordati che tutti i santi hanno dovuto passare per vie molto spinose, a esempio Don Bosco, il Canonico Cottolengo, che sono i più vicini ed esemplari; dunque fatti robusto, soffri col tuo Gesù in silenzio, sulla Croce.
Sì, mio Dio, accetto con trasporto di gioia questi ammaestramenti alla scuola del mio Crocifisso Gesù e, colla forza suprema di chi mi fa scrivere, ne trarrò santa lezione.
Gesù: Quando vedi qualcosa che ti turba, se nel secolo si dice che bisogna chiudere un occhio e così si fa opera meritoria, tu, figlio, che sei in religione chiudili tutte due; cosi se l'udito viene a turbarti, fa che in quel momento nulla intendi; fa questo per amore del tuo Gesù e vivi in pace a fare i lavori del convento.
Quanto mi rende mesta l'anima il vedere il mio Gesù molto addolorato.
Gesù: Figlio, non ti turbare; prega e da questo mio Cuore sacro non ti partire mai: intanto ti dico che parte della mia mestizia è perché non ti appressavi a me con quella ilarità angelica che mi hai promesso.
Il figlio: Il mio Gesù Crocifisso sempre perdona, se qualche spina pungente mi fa venir meno per la naia troppa fragilità.
Gesù ama immensamente quelle anime piene d'amor santo di Dio, le cui conversazioni sono sempre fondate sopra i prodigi che Dio colla sua onnipotenza dispensa ai suoi figli e sopra i miracoli della nostra santa fede cattolica romana.
Gesù, al figlio, dice che verrà il tempo che certuni verranno a vedere il santuario, dove a notti inoltrate mi deliziavo colla preghiera avanti al Santissimo, consistente in cinquanta volte la giaculatoria: « Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento … », in riparazione degli oltraggi a Gesù, e con altre preghiere per le persone che si raccomandano alle mie povere preci.
Il mio Gesù: La potenza, le grazie concesse da Dio a Maria SS. sono immense!
( Continua )
Ogni volta che nel nostro Bollettino, si trovi parole, espressioni o il menomo accenno a santità, intendiamo darvi solo fede puramente umana, sottoponendoci totalmente ai decreti di Sua Santità Urbano VIII e dei Suoi Successori.
N. d. R.