Prospettiva generale |
B115-A5
La nuova sede di Via Orvieto |
L'educazione dei giovani lavoratori nell'amore per lo studio e per il lavoro manuale come necessità sociale, e anche fondamentalmente come soddisfacimento delle particolari esigenze culturali, si va dimostrando come uno dei compiti più urgenti di questo oscuro dopoguerra.
Nei soggetti intellettualmente meglio dotati devono essere suscitate e favorite, ed è questo un dovere degli educatori e della società, le naturali tendenze allo sviluppo della propria cultura, che, congiunte ad una parallela educazione morale, favoriscono l'organizzarsi e il formarsi di una nuova categoria di lavoratori, costituita da abili specialisti, adeguatamente colti, dotati di una personalità morale evidente, base di una infrenabile e pacifica ascesa della classe operaia al giusto posto nel concerto delle forze produttive del nostro paese.
Si soddisferà così quella aspirazione, sinora mai raggiunta poiché impostata erroneamente su un piano di predominio politico non sostenuta da valori culturali e di capacità.
L'esperienza lo ha ampiamente dimostrato.
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I Confratelli dell'Unione del SS. Crocifisso, compresi di questa necessità fondamentale hanno pensato di caratterizzare più profondamente la loro azione educativa, svolta in questo senso e da tempo con le Scuole professionali festive e serali, attrezzando una nuova Scuola che contemplasse le moderne esigenze di un'insegnamento professionale esteso al maggior numero di soggetti.
Nasce così l'Istituto di Via Orvieto, incuneato tra importanti impianti industriali, sui margini di un popoloso rione operaio della zona occidentale torinese.
Su un'area di mq. 10.000 gli impianti scolastici ne occuperanno circa 1700, mentre mq. 800 vengono adibiti a costruzioni accessorie, quali il teatro e la cappella, lasciando ancora una notevolissima superficie a cortile, giardini e futuri sviluppi edilizi.
A chi salirà la via Orvieto, provenendo da via Livorno, l'Istituto apparirà in tutta la sua imponenza, offrendo l'ingresso principale sulla via Orvieto, mentre sulla via Salvini, nell'angolo con il corso B. Brin, si presenterà l'accesso ai veicoli, al teatro e alla cappella.
L'edificio è articolato a L sull'angolo di via Orvieto e via Salvini; sulla via Orvieto è arretrato di circa 4 metri e si dispone su tre piani fuori terra oltre un luminoso seminterrato.
Nuova sede - Facciata principale di Via Orvieto
Dall'atrio centrale della superficie di mq. 170 circa, si accede sulla sinistra ad un gruppo di laboratori per l'insegnamento pratico tecnico ai fabbri e occupanti complessivamente, oltre i servizi, una superficie di mq. 600.
La stessa disposizione si ripete al seminterrato e al piano primo con altrettanti laboratori per falegnami e un modernissimo gabinetto tecnologico per le prove di materiali.
Sulla destra dell'atrio al piano terreno e al primo piano sono disposte complessivamente 10 aule di misura m. 6,50 X 10 e m. 6,50 X 12 rispettivamente per 36 e 48 allievi, comprensive ognuna di un spogliatoio controllato dall'insegnante e ben ventilato; il secondo piano, terzo fuori terra è, occupato totalmente da aule, 16 in tutto delle solite dimensioni con un totale complessivo di 26 aule e una popolazione scolastica di circa 1000 allievi.
La Presidenza, la segreteria e gli uffici amministrativi sono al primo piano nella parte centrale dell'edificio.
Nonostante le aule siano disposte ai due lati del corridoio, a questi si è assicurato ugualmente la illuminazione e la ventilazione, costituendo a vetro tutta la parte alta dei divisori rispetto alle aule e sfruttando il ribassamento del locale spogliatoio di cui è dotata ogni aula.
Al quarto piano fuori terra e arretrato rispetto al filo di facciata sono previste Camere di abitazione ( Convitto ) con terrazzo e giardino pensile.
Nel seminterrato il progetto contempla oltre i normali centrali dei servizi; la cucina, un refettorio e un locale di ritrovo per allievi.
Il braccio su via Salvini che, come detto, ospiterà teatro e cappella, ha un accesso particolare prossimo al corso B. Brin che serve anche di ingresso per i numerosi ciclisti, che troveranno un apposito parco per le loro macchine.
Il teatro con platea di circa 600 posti, alla quota - 3,00 rispetto al piano marciapiedi, ha invece la galleria a quota poco più alta del piano suddetto con una capacità di circa 300 posti. Complessivamente si può raccogliere tutta la popolazione scolastica ( circa 1000 persone ) per cerimonie, spettacoli cinematografici e teatrali, che il palcoscenico attrezzato razionalmente, potrà offrire anche a grandi complessi.
L'androne di accesso si allarga in un grande atrio di mq. 200 circa, chiuso, che deve servire a sfollare il teatro e la cappella sovrastante e offre un piacevole luogo di sosta.
La sovrastante cappella, che ha la stessa superficie del teatro, cioè mq. 450, avrà un'unica navata.
L'altare è previsto ai due terzi della lunghezza, isolato in modo che il Sacerdote celebrando rivolto ai fedeli si troverà attorniato completamente da questi, stabilendosi cosi un più intimo contatto.
La cappella ha accesso - dal primo piano e direttamente dall'esterno, con la scala sussidiaria della scuola disposta nell'angolo tra i due bracci dell'edificio.
Nello studio del complesso il progettista si è preoccupato di fornire un organismo funzionale e funzionante in tutte le sue parti con articolazioni planimetriche fluide si da rendere chiaro il servizio e la sorveglianza.
L'edificio avrà caratteristiche architettoniche rispondenti alla sua specifica destinazione traducendosi anche esternamente l'uso dei vani racchiusi e facendo assumere agli stessi una funzione ambientale attiva agli effetti educativi mediante un complesso di accorgimenti nella composizione formale, nella scelta e nell'uso dei materiali fabbrili e di finimento in modo da coadiuvare efficacemente gli educatori nella loro difficile e tanto necessaria missione.
Il progettista dell'opera ha trovato nei dirigenti della Scuola dei collaboratori attivi sperimentati e disposti anche con sacrificio a fare del nuovo Istituto, che è un dono prezioso per la classe lavoratrice di tutta la provincia di Torino, un modello di Scuola Professionale e si è impegnato a realizzarlo con convinta passione di artista, di tecnico e di cristiano.