Il Crocifisso e la medaglia |
B118-A6
Per me che sono un fedele studioso delle rivelazioni fatte dalla Vergine a s. Caterina Labouré è molto interessante condurre parallelamente un altro studio: quello degli scritti di fra Leopoldo.
E ne deduco confronti ed identità di conclusioni, che mi fanno sempre più ammirare lo varietà nell'unità divina e sempre più ringraziare il fratel Teodoreto per avermi messo a parte, con tanta semplicità trasparente, di una vita a me sconosciuta.
Senza scendere per ora in particolari, per lo spazio che non lo permette, balza subito evidente dalle prime pagine delle vite del servo di Dio e della santa il carattere, comune di universalità delle loro missioni: propagare in tutto il mondo il culto a Gesù, nella sua suprema espressione di sacrificio, nel segno cioè del Crocifisso, e quello a Maria, nel suo altissimo, unico privilegio di immacolatamente pura di concezione, nel segno cioè della medaglia, chiamata dalla pietà del popolo di Francia, per il primo, miracolosa.
La severa meditazione sul sacrificio dell'Uomo-Dio e sulla purezza della Vergine Madre, l'inflessibile traduzione in opera degli insegnamenti derivanti da tale meditazione sono la via infallibile all'armonie tra gli uomini, tra i popoli.
Il Figliuolo di Dio, assunto aspetto umano, ha accettato di essere condannato senza colpa a morte, essendosi fatto carico di tutte le colpe umane, delle colpe di ogni uomo, vissuto, vivente, vivituro, dal principio alla fine del mondo.
Egli ha gettato il peso incalcolabile della sua vita sul piatto vuoto della bilancia ed ha fatto risalire l'altro, greve di morte, all'equilibrio.
Se ognuno di noi, in cui alita la Grazia, sapesse dimenticare se stesso al punto da essere contento di sopportare l'esito delle colpe altrui nell'ambito della propria cerchia di vita in quell'ambito ritornerebbe certamente, o prima o poi, la concordia.
La Vergine Maria, con quel suo Magnificat, che tocca la profondità abissale dell'umiltà, ha accettato di essere, nella sua immacolatezza, la Madre di Dio, perpetuando nel tempo, verso di noi, l'esempio della purezza.
Così ella ci ha insegnato come la purezza sia feconda dei più alti prodigi; come codesta vittoria sul nostro corpo - tale da ridurlo da opacità di solido a diafanità di aria - lasci passare in noi, senza deviarli mai, i fulgori della luce e l'armonia del suon del l'Eterno, senza che su noi possano far presa i vapori, le nebbie, i raggelamenti nevosi: così come fa l'aria, che, dopo l'inverno o la bufera, non si è spostata ne è rimasta scalfita, ma è sempre quella, la stessa, nel tempo e nello spazio, la purezza, annullando il corpo, rimuove gli ostacoli non permette deviazioni: la luce dell'Eterno penetra diretta, l'armonia del Vero si diffonde sempre: moto e vita, cioè gioia.
Perciò dobbiamo sempre avere dinnanzi a noi l'esempio del sacrificio e su di noi l'abito della purezza: il Crocifisso ( così come se ne fa ultima eco fra Leopoldo con la sua nota divozione ), e la medaglia ( così come se ne fa prima risonanza suor Caterina ).
Non c'è bisogno di correre a Gerusalemme o a Lourdes.
Chi può andarci, fa tanto bene a farlo.
Ma chi non può, ha la sua Gerusalemme e la sua Lourdes a portata di mano: il Crocifisso dinnanzi e la medaglia sul petto: raggianti la pace, in questo mondo e nell'al di la.
G. Gaetano di Sales
N. d. R. - Il nostro collaboratore, Q. Gaetano di Sales, ha apportato nuovo contributo al culto della Immacolata con lo studio intitolato « Suor Caterina » e con l'opuscolo « La Santa del silenzio » ( rispettivamente L. 200, e L. 20, Ed. E.L.M. Roma, 1947 ), che si possono trovare anche presso di noi.
Ne suggeriamo la lettura Hanno meritato l'elogio del Santo Padre e l'approvazione incondizionata di eminenti studiosi, quali il P. R. Garrigou-Lagrange O. P, il P. Gabriele Roschini, il P. Félix Zubillaga S. J. ecc.