La " Casa di Carità " e il pensiero Lasalliano

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Nel quadro delle commemorazioni lasalliane non sarà fuori luogo accennare brevemente ai legami ideologici e pratici che intercorrono tra il pensiero lasalliano e la nostra scuola professionale.

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Il La Salle si preoccupò, con la sua opera, di formare i figli del popolo attraverso una istruzione generale e religiosa con lo scopo di avviarli al lavoro, il quale in Francia allora era di indole prevalentemente commerciale.

Perciò il La Salle introdusse nella scuola l'innovazione dell'uso della lingua materna, lingua viva e di uso immediato, l'esercizio scolastico di calcolo di compilazione di modelli di fatture, di registrazione contabile e di stesura di corrispondenza commerciale, abbandonando ogni preoccupazione di cultura classica.

Così la scuola popolare simultanea tendeva dunque a realizzare rapidamente ed economicamente un certo grado di istruzione pratica nei figli dei poveri, onde poterli avviare al lavoro.

Notiamo tra l'altro che sin quasi dall'origine dell'opera lasalliana si hanno scuole con indirizzo commerciale e scuole di orientamento agricolo.

Naturalmente queste preoccupazioni di carattere pratico non fecero mai perdere di vista al La Salle tutta l'importanza di impartire una formazione religiosa catechistica, che nella sua scuola assurge a vera materia d'insegnamento, sfrondata di ogni aspetto retorico.

L'insegnamento nel complesso era rivolto, con mezzi adeguatamente economici, ai poveri e quindi utilissimo e senza precedenti esempi: novità che produsse incomprensione da ogni parte, non esistendo alcuna disposizione che contemplasse tale insegnamento ed essendo allora amministrata unicamente l'istruzione di tipo classico, riservata esclusivamente agli abbienti, nobili o no.

La cosa è ancor più notevole, quando si abbia presente come il popolo allora non avesse quasi alcuna influenza politica: ciò che fa intendere tutto l'altissimo significato lungimirante dell'opera lasalliana intesa all'istruzione popolare.

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Ora, non sarà più difficile presentare succintamente i punti di contatto esistenti tra il pensiero lasalliano ed il concetto vitale che presiede agli scopi della nostra " Casa di Carità Arti e Mestieri ".

In primo luogo la nostra scuola è sorta per la formazione degli operai e, portata su un piano moderno, tende ad attuare le stesse finalità che si proponeva il La Salle, dando cioè ai poveri la possibilità di istruirsi per conseguire una conveniente occupazione e, nel tempo stesso, di ottenere quella formazione cristiana che è essenziale.

È bene tuttavia aggiungere che la nostra scuola si orienta verso una classe che è povera, spesso per una inesistente formazione generale piuttosto che per effettiva povertà economica.

Difatti è noto che l'operaio moderno sta acquistando una buona posizione economica, tanto più se lo si consideri in rapporto ad altre categorie lavoratrici ed ai tempi passati, mentre è ancora molto lontano dall'avere una sua ricchezza interiore culturale e umana.

Ora la " Casa di Carità " nel formare l'operaio vuole avere precisamente questa mira: arricchirlo di personalità propria e avviarlo ad una vita cristiana, senza per niente trascurare l'immediata formazione professionale per un suo giusto miglioramento economico.

Come per il La Salle, anche per la "Casa di Carità " l'insegnamento religioso è di importanza basilare: l'ignoranza e la cecità religiosa della società attuale è pienamente manifesta nella classe operaia dove viene suffragata da perniciosissimi pregiudizi, a vincere i quali non è sufficiente l'istruzione religiosa teorica per quanto sobria, lumeggiata, appropriata, ma si rendono indispensabili l'esempio personale degli insegnanti, il sacrificio, compiuto con spirito cristiano, di un insegnamento impartito gratuitamente di sera e di festa, lo sforzo sincero, spontaneo ed amorevole, per avvicinarsi all'operaio nell'intento di comprenderlo e di migliorarlo.

Ecco quali sono le vie per giungere allo scopo principale della nostra " Casa di Carità Arti e Mestieri ".

Infine vanno considerate le difficoltà e le incomprensioni a riguardo della nostra scuola professionale che, per quanto lo comporti il mondo nostro diverso, sono quanto mai simili a quelle che incontrò il La Salle ai tempi suoi.

E cioè:

a ) la gravissima lacuna nell'attuale insegnamento primario, che risiede nell'insufficiente aggiornamento di scuole, di ordinamenti di stadi che abbiano l'intento di formare la stragrande maggioranza dei nostri giovani, i quali per la loro condizione sociale devono avviarsi al lavoro manuale operaio. ( La patria nostra spesso risente per l'appunto delle conseguenze di questa mancata formazione attraverso una accentuatissima disoccupazione, che colpisce specialmente elementi giovani, professionalmente non qualificati ).

b ) la scuola professionale attuale, comunemente intesa, che ha per scopo la preparazione tecnica e pratica dei propri allievi per una immediata esplicazione dell'attività professionale ed è troppo disgiunta dalla considerazione di valori più umani e più importanti del conseguimento di un mestiere.

c ) l'insegnamento professionale che si è lasciato assorbire dalla tecnica dimenticando l'uomo, spezzandone la debole personalità e privandolo così di quelle visioni sintetiche unitarie solo capaci di orientarlo veramente nella vita.

d ) ed abbracciando un campo più vasto, l'industria, la scuola in genere, la famiglia, le associazioni operaie, le quali si preoccupano di produzione, di istruzione tecnica, di salari, di benessere materiale e di rivendicazione di diritti e non si avvedono che il vero problema dell'operaio è ancora molto lontano dall'essere veramente studiato e che il mondo del lavoro si è troppo materializzato, sia pure per diverse vie.

È un fatto che non si sa quale lavoratore moderno ( dando a questo termine il suo significato più ampio, e cioè non considerando soltanto gli operai, ma tutti quelli che compiono una qualche attività umana ), non si sa quale di essi abbia presente il valore intrinseco profondamente umano del lavoro, lo stimi come affermazione e potenziamento della propria persona, esercizio per un più ampio sviluppo delle facoltà umane, e infine con visione cristiana lo ritenga mezzo salutare di espiazione del peccato e di conquista dei beni eterni.

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A riportare l'equilibrio nel mondo del lavoro e specialmente in quello operaio la « Casa di Carità » intende contribuire proprio con questa ampiezza di vedute e di impostazione umana e cristiana superando i contrasti di interessi immediati, l'incomprensione dei colti e la durezza di cuore di troppi ricchi, i pregiudizi degli stessi operai, così come nel suo secolo il Santo Fondatore della scuola popolare seppe fronteggiare, attingendo la forza dall'Ispiratore di ogni bene, e vincere con Lui ogni opposizione.

P. F.

Un particolare del laboratorio elettrotecnico ( quadro costruito dagli allievi )