Il contributo dell'Istituto dei Fr. delle S. C. nelle Missioni

B133-A8

Nel trattare una materia così vasta, ritengo utile di restringere l'argomento e di limitare la mia rassegna all'opera dei Fratelli lasalliani nelle Missioni dell'Estremo Oriente.

Praticamente parlerò soltanto di quella parte dell'Estremo Oriente, che ha la denominazione ufficiale di Distretto di Penang e che comprende la Malesia ( 1852 ), la Birmania ( 1860 ) e Hong-Kong ( 1875 ).

Va da sé che le mie considerazioni si applicano con uguale appropriatezza ad altre zone del campo missionario dell'Estremo Oriente, come Ceylon, l'Indocina e le Filippine.

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La Malesia è una delle più vecchie regioni di missione assegnate ai Fratelli Lasalliani.

È pure una delle più fiorenti, in quanto i Fratelli nel Distretto di Penang insegnano a più di 15.000 fanciulli in 16 Scuole di quasi mille alunni ciascuna.

Molti di questi ragazzi sono cinesi che appartengono alla religione buddista, di modo che i Fratelli sono Missionari nel senso più esatto della parola.

La Malesia, ora divisa in Federazione della Malesia ed in Colonia di Singapore, era ben nota ai Portoghesi nel sedicesimo secolo d. C., quando S. Francesco Saverio spiegò il suo apostolico ministero tra i coloni dello Stato Malese della Malacca.

Per questa ragione la diocesi della Malesia è chiamata Diocesi della Malacca.

I sacerdoti delle missioni estere parrocchiali, che furono incaricati dei Possedimenti Inglesi, Malacca, Singapore e Penang ( le Colonie dello Stretto ), purtroppo sapevano bene quale bisogno ci fosse di un Ordine insegnante, se la Chiesa voleva percorrere strada e conservare le sue conquiste spirituali.

Nessuno meglio di loro sapeva che i fanciulli devono essere istruiti nelle verità di Fede e che soltanto attraverso i fanciulli si può giungere più facilmente al cuore dei genitori.

Il Vicario Apostolico, Mons. Boucho, fece del suo meglio, valendosi del Fratel Beurel, per ottenere aiutanti per la sua azione: i Fratelli delle Scuole Cristiane e le Suore di Gesù Bambino.

Con instancabile insistenza fu lanciato appello dietro appello nello sforzo di strappare al Superiore Generale, Fratel Philippe, il consenso ad inviare dei Fratelli negli Stati sullo Stretto.

Il Fratel Philippe ci studiava molto su, ma l'inflessibile volontà dei richiedenti di non arrendersi alle difficoltà opposte, fece loro finalmente guadagnare la partita.

I primi Fratelli sbarcarono sul suolo Malese nel marzo del 1852, le loro prime scuole furono chiamate di S. Giuseppe, a Singapore, e di S. Saverio a Penang.

Essi alleviarono i sacerdoti dagli impegni di scuola e fin dall'inizio il loro apostolato fu benedetto per evidenti e consolanti esiti.

I fanciulli si serravano a schiere fitte intorno a loro ed il lavoro fu stabilmente confortato dal successo.

Per i primi cinquant'anni o giù di lì, ci furono soltanto queste due Scuole dei Fratelli.

Nel frattempo, i Fratelli avevano aperto a Bangoon in Birmania, la Scuola, di S. Paolo, e a Hong-Kong ( 1875 ) il Collegio di San Giuseppe.

Quando gli Stati Malesi caddero sotto l'amministrazione inglese e si diffuse l'influenza di questa Nazione, i sacerdoti aprirono scuole parrocchiali e le diressero fino a che poterono avere dei Fratelli ai quali affidarle.

La scuola di S. Francesco, in Malacca, fu rilevata nel 1902, quella di S. Giovanni in Kuala Lumpur nel 1904, e quella di S. Paolo in Serezban nel 1909.

Durante il periodo di guerra 1914-1918, due scuole furono aperte nello Stato Malese di Perak, quelle di S. Giorgio a Taiping e di S. Michele ad Ipoh.

I Fratelli erano richiesti dovunque, ma la penuria di vocazioni non rese possibile l'accoglimento delle richieste, neppure delle più urgenti.

Nel 1918, un Noviziato fu iniziato a Pulau Tikus, a Penang, per assicurare un afflusso costante di Fratelli indigeni, Cinesi, Eurasiani e Indiani.

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Vediamo ora in che cosa consiste il contributo che i Fratelli Lasalliani danno alle Missioni.

Facendo nostre le parole della Chiesa, noi possiamo dire che esso consiste « nell'educazione cristiana dei poveri e nel mantenere la gioventù sulla via della salvezza ».

I Fratelli insegnano materie varie nelle loro cinque ore di scuola diurna, ma la prima e la più importante è il Catechismo.

Mezz'ora al giorno è dedicata all'insegnamento specifico della Dottrina Cristiana, ed il resto del giorno è sempre permeato di spirito cristiano e il loro esempio e il loro prestigio vanno a tutto vantaggio della religione.

In una parola l'educazione da essi impartita è educazione cristiana che si oppone all'educazione materialistica o intellettualistica delle scuole di Stato.

Quando il Fratel Philippe era tentennante se dovesse inviare i Fratelli o no in un così lontano posto di missione come la Malesia, l'intrepido Fratel Beurel non esitò a sottoporgli la cosa nella luce di una « lotta tra Protestantesimo e Cattolicesimo ».

I Protestanti facevano tutto quanto potevano per diffondere la loro eresia, e spettava ai Fratelli il dovere di affrettarsi per la difesa della Fede, aiutando i sacerdoti, già tanto assillati dal lavoro della scuola.

L'educazione cristiana è naturalmente intesa, in primo luogo, ai fanciulli di famiglia cattolica.

I sacerdoti con una parrocchia di circa tre o quattromila anime devono provvedere alle esigenze religiose di tre o quattrocento fanciulli cattolici.

Indipendentemente dal fatto che essi non sono allenati alla pratica di dirigere delle scuole, hanno le mani così legate dai loro molteplici doveri, da essere quasi impossibile per loro di occuparsi dei fanciulli nelle scuole.

Nelle piccole città e nei villaggi dove non ci sono Fratelli, i sacerdoti sono quanto mai ansiosi di ottenere il loro aiuto.

Insegnare ai piccoli le verità della Fede, prepararli alla prima Confessione e Comunione, alla Comunione solenne ed alla Cresima, vigilare a che i fanciulli si accostino regolarmente ai Sacramenti ed assistano alla Messa ogni domenica, ecc., tali sono alcuni dei doveri che i sacerdoti hanno affidato ai Fratelli, non esitando un attimo a dichiarare di aver lasciato l'incarico in ottime mani.

I Fratelli sono i loro coadiutori e sono stati chiamati nella diocesi dal Vescovo per lavorare in perfetta armonia col clero nell'interesse della Fede.

Attraverso le scuole i preti sanno pure che è loro assicurato un apporto costante di chierichetti e di ragazzi di coro, devoti e ben preparati.

Essi comprendono quanto siano fortunati per tale contributo, specialmente quando sono comandati a qualche piccola missione distante, dove devono fare tutto da sé.

Inutile dire che sono le scuole dei Fratelli che procurano le vocazioni al Sacerdozio ed alla Comunità stessa dei Fratelli.

Il noviziato religioso e il Seminario Maggiore, collocati fianco a fianco a Pulau Tikus, Penang, compiono un eccellente lavoro nell'addestrare le reclute locali.

Il seminario che ha più di un secolo di vita, ha circa sessanta o settanta studenti indigeni, che si preparano al sacerdozio.

Essi vengono da ogni parte, dalla Malesia, dalla Birmania e dall'Indocina e un gran numero di essi proviene dalle Scuole dei Fratelli.

Ci sono tre o quattro Ordinazioni all'anno e l'elemento locale del clero diocesano ha già superato il 50%.

I Cinesi generalmente lavorano in parrocchie cinesi, gli Indiani in parrocchie indiane e gli Eurasiani in parrocchie di lingua inglese o indiana o cinese a seconda della lingua da essi adottata durante gli anni di seminario.

Il Noviziato ha pure dato splendidi risultati nel fornire Fratelli indigeni per le Missioni.

I Fratelli sono molto soddisfatti e sostengono lo sforzo del Santo Padre nell'intento che le vocazioni degli indigeni non lascino nulla a desiderare.

L'invasione Giapponese e l'occupazione hanno gettato una temporanea influenza maligna sul lavoro di reclutamento, ma i Fratelli sono tutti tesi a ricondurre le cose alla normalità.

Il piccolo Noviziato, che era stato chiuso durante l'occupazione, fu riaperto nel 1949 e già vi sono circa trenta giovani che hanno nobilmente risposto all'appello.

Per il momento, non è ancora stato fatto molto per la « protezione della gioventù » e l'assistenza agli anziani, dopo che essi hanno abbandonato la scuola.

Dato il carattere cosmopolita della popolazione cattolica in Malesia, le funzioni religiose devono essere celebrate più o meno nella lingua della maggioranza.

Così esistono chiese Cinesi o Indiane, dove le istruzioni sono date nelle lingue rispettive, sebbene l'inglese, di regola, sia compreso da tutte le persone istruite.

I giovani possono, a seconda del loro impiego, trovarsi sbalestrati ovunque, perfino in località dove il sacerdote si reca per le funzioni una volta al mese o anche meno.

Anche nelle grandi città, essi possono trovare più conveniente di frequentare le chiese dove la lingua parlata non è la loro, e perciò non comprendono le istruzioni date dal sacerdote.

Comunque, a Singapore, c'è stata una specie di raduno alla chiesa parrocchiale e sono sorti dei gruppi col nome di C. Y. M. A. o Associazione dei Giovani Cattolici, che fanno del loro meglio per proteggere i giovani dai germi di corruzione.

Con un numero più alto di vocazioni i Fratelli potrebbero essere in grado di aiutare i sacerdoti anche in questo campo.

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Non dobbiamo perdere di vista il fatto che il lavoro dei Fratelli non è circoscritto soltanto nell'ambiente dei cattolici.

Il successo delle loro scuole ha attirato gran ressa di non cattolici, che vi cercano l'educazione da essi offerta.

Infatti, se ci atteniamo esclusivamente alla percentuale numerica, dovremmo quasi dire che le loro sono scuole per non cattolici.

Il numero degli allievi non cattolici, la maggior parte di ambiente cinese e di religione buddista, di gran lunga supera il numero dei cattolici nelle scuole dei Fratelli, con la sola eccezione di quella di S. Giuseppe a Singapore, dove circa il 75 % degli alunni è cattolico.

Qui, a Penang, nella Scuola S. Saverio, ad esempio, su un totale di 2400 allievi ( 1600 nella Scuola Principale e 800 nella Succursale ) c'è soltanto il 30 % circa di cattolici, cioè 800 cattolici su 1.600 non cattolici.

Ogni qualvolta capita che adulti ricevano il Battesimo nella chiesa parrocchiale ( e spesso essi portano l'intera loro famiglia in chiesa con sé ), la causa della conversione può essere riconosciuta nel lavoro dei Fratelli svolto nelle aule.

Ed anche quando non si giunge al Battesimo, è facile riconoscere l'influenza dei Fratelli nel modo di presentarsi dei loro allievi e nel loro atteggiamento verso la Cristianità.

I Fratelli dunque contribuiscono al successo delle fatiche dei sacerdoti, insegnando la Dottrina Cristiana ai loro ragazzi.

Il Catechismo è insegnato per mezz'ora al giorno e tutti gli allievi, cattolici o no, seguono la lezione ed imparano le domande e le risposte prescritte.

In tal modo, un ragazzo che cominci i suoi corsi scolastici all'età di sei anni, terminandoli a 17, ha seguito un corso di Dottrina Cristiana di ben undici anni.

Naturalmente, ci sono quelli che non completano l'intero corso, e ce ne sono altri che provengono da altre scuole.

Tutti quanti comunque, apprezzano la bellezze e lo splendore della Religione Cristiana e ricordano i Fratelli per tutta la vita.

Essi mandano i loro figli di preferenza alle scuole lasalliane, certi che anche i loro ragazzi vi riceveranno una buona educazione morale.

Ai giorni nostri, ad un secolo dal primo sbarco di Fratelli sul suolo Malese, fanciulli della quarta o quinta generazione continuano a fare ressa nelle loro scuole, cosicché i Fratelli, lentamente, ma sicuramente, continuano a scavare solchi fertili per la buona semina.

E quando, gli allievi, fatti uomini, avvicineranno il sacerdote per un corso di istruzione pre-battesimale o pre-matrimoniale, con grande consolazione si accorgerà il sacerdote che ben poco gli resta da fare, grazie alla completa e ben radicata conoscenza della Dottrina Cristiana ricevuta nella scuola.

E non soltanto la Dottrina Cattolica è capita bene, ma anche le usanze cattoliche sono sentite e praticate.

I non cattolici di propria iniziativa fanno il segno della Croce, dicono le preghiere usuali ed assistono alla Messa ed alla Benedizione.

Le conversioni sono questione di Grazia Divina e di tempo.

Quando la luce della Fede parlerà loro, nel tempo che Dio ha disposto, essi risponderanno con generosità.

Si ricordano parecchi casi di diseredati e di espulsi dalla società per essere stati battezzati.

Ma, dove le anime fossero pervenute alla valutazione di quella perla di altissimo valore che è la Fede, il sacrificio veniva accettato di slancio.

Non basta: parecchi convertiti hanno fatto più nobile sacrificio obbedendo a più alto appello, e lavorano adesso in dignità di sacerdoti o in abito di Fratelli zelantissimi.

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Tutto quel che è stato detto dei Fratelli, può essere ripetuto con eguale convinzione delle Suore per il lavoro che svolgono a favore delle fanciulle del paese.

Insieme, esse preparano le anime della gioventù perché si aprano alla grazia di Dio, e gettano le fondamenta remote della famiglia cristiana a baluardo della Chiesa in terra di missioni.

È fonte di così gran conforto vedere il meraviglioso potere di assimilazione dei fanciulli nelle scuole.

Essi sono così gentili ed obbedienti, così facilmente orientabili al bene, e così generosi quando si fa appello al loro spirito di sacrificio!

E se guardiamo alla « generazione deforme e perversa » nella quale essi dovranno entrare da giovani, noi ci chiediamo con ansia se saranno perseveranti.

La speranza e la certezza vincono tuttavia il nostro timore, perché le fondamenta gettate sono sicure e ben salde.

Abbiamo scavato i solchi ed innaffiato.

E guardiamo a Dio, perché imprima moto, vita e rigoglio.

Bro. Barnitus S. C.

Visitor of Penang's District ( Birmania, Malesia e Hong-Kong )