Il Papa ha indetto l'anno Santo

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La Chiesa si appresta a celebrare un grande avvenimento.

Ne ha dato l'annuncio il Papa Paolo VI nell'Udienza generale di mercoledì 9 maggio u.s. con queste parole: « Vogliamo oggi dare a voi una notizia, che crediamo importante per la vita spirituale della Chiesa; ed è questa: dopo aver pregato e pensato, noi abbiamo deliberato di celebrare nel prossimo 1975 l'Anno Santo ».

Dopo aver fatto alcuni accenni storici sull'Anno Santo il Papa ha continuato: « Ci siamo domandati se una simile tradizione meriti di essere mantenuta nel tempo nostro, tanto diverso dai tempi passati, e tanto condizionato, da un lato dallo stile religioso impresso dal recente Concilio alla vita ecclesiale, e, dall'altro dal disinteresse pratico di tanta parte del mondo moderno verso espressioni rituali d'altri secoli, e ci siamo subito convinti che la celebrazione dell'Anno Santo, non solo può innestarsi nella coerente linea spirituale del Concilio stesso, alla quale preme a noi di dare felice svolgimento, ma può benissimo corrispondere e contribuire altresì allo sforzo indefesso ed amoroso che la Chiesa rivolge ai bisogni morali della nostra età, all'interpretazione delle sue profonde aspirazioni, ed anche alla onesta condiscendenza verso certe forme delle sue espressioni esteriori preferite ».

Con queste parole il Papa intende dare al prossimo Anno Santo il preciso significato di coerente e fedele svolgimento del Concilio, quasi una verifica del cammino percorso dalla Chiesa dal Concilio ad oggi.

È penetrato veramente nel popolo cristiano, lo spirito del Concilio? Quali frutti vi ha portato?

Inoltre l'Anno Santo significa una verifica dell'aggiornamento operatesi nella Chiesa nei confronti con il mondo e la mentalità moderna.

È stato rinnovamento autentico o rinuncia e adeguamento al pensiero del mondo?

La Chiesa è rimasta fedele ai suoi valori più autentici affidati a Lei da Cristo stesso, pur nello sforzo di comprendere le reali necessità del mondo di oggi?

È un momento di sosta a cui la Chiesa invita ogni cristiano, che vuole accogliere questo messaggio nuovo e questa grazia in seno alla Chiesa stessa.

L'invito è rivolto a tutti indistintamente.

L'Anno Santo non è un avvenimento che interessi solo la gerarchia della Chiesa ma è indirizzato ad ogni cristiano, perché « tutti quelli che lo accolgono, possono ridiventare o diventare più coscientemente figli di Dio » ( Gv 1,12 ).

Così il Papa ci orienta: « È necessario mettere in evidenza la concezione essenziale dell'Anno Santo che è il rinnovamento interiore dell'uomo:

- dell'uomo che pensa, e pensando ha smarrito la certezza della Verità;

- dell'uomo che lavora e lavorando ha avvertito d'essersi tanto estroflesso da non possedere più abbastanza il proprio personale colloquio con Dio;

- dell'uomo che gode e si diverte e tanto fruisce dei mezzi eccitanti una sua gaudente esperienza da sentirsene presto annoiato e deluso.

Bisogna rifare l'uomo dal di dentro.

È un momento di grazia, che di solito non si ottiene se non a capo chino ».

C'è un altro aspetto che il Papa ci indica per l'Anno Santo, che si può sintetizzare nella parola « riconciliazione ».

Esso scaturisce dal primo aspetto e ne è come la conseguenza pratica: ogni cristiano, ogni uomo che accetta questo dono dello Spirito Santo, dopo aver esaminato se stesso per attuare il rinnovamento interiore e personale, sentirà la necessità di questa riconciliazione con Dio, con se stesso, con il prossimo.

Per meglio favorire quest'azione personale l'Anno Santo ufficiale, che avrà Roma come punto focale nel 1975, ha inizio nelle Chiese locali dalla Pentecoste di quest'anno 1973.

Si instaura così una novità di svolgimento rispetto agli Anni Santi precedenti, in cui prima c'era un convergere dei pellegrini a Roma, centro dell'orbe cattolico e poi l'Anno Santo era esteso fin nei luoghi più remoti della Cristianità.

« L'anno Santo può essere, nei disegni di Dio, un'ora di grazia … un avvenimento umano, divino risolutivo.

Le condizioni del nostro tempo, nel quale sembra che i valori religiosi siano, secondo alcuni, vanificati, altri assopiti e inerti, e, secondo altri ancora, in uno stato vigilare di pressione e di gemito, in attesa di esplodere in una novella liberazione e figurazione, sembrano preludere ad una epifania cristiana dello Spirito, nell'evidenza di fatti prodigiosi, non sappiamo; ovvero nella storia di testimonianze sofferte, in cui le lacrime e il sangue del « santi » cioè dei cristiani veramente fedeli, sarebbero apologià più eloquente d'ogni umana parola, parimenti non sappiamo; ma non ci sembra illusione intravvedere, anche nelle cronache contemporanee, alcune commoventi vestigio ».

Paolo VI

Come membri dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, catechisti, zelatori e zelatrici, ascritti, tutti dobbiamo dare il nostro contributo per l'attuazione delle finalità, che l'Anno Santo si prefigge.

A ben riflettere i temi di fondo dell'Anno Santo cioè la riconciliazione dell'umanità e di ogni singola anima con Dio coincidono perfettamente con la finalità essenziale dell'Adorazione di cui l'Unione è la diffonditrice nel mondo.

La figura simbolica ai piedi del Crocifisso non rappresenta forse l'anima singola e, per estensione, tutta l'umanità che si riconcilia finalmente con l'Amabilissimo Signore Gesù Cristo, trovando in Lui la salvezza, la pace, la vita eterna?

Memori dunque che « Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione » ( 2 Cor 5,19 ), voglia il Cielo che l'Anno Santo segni per noi tutti un'ulteriore maturazione nel comprendere e vivere l'Adorazione dell'Amabilissimo Signore Gesù Cristo, « senza risparmiare sacrifici ne fatiche per diffonderla in tutto il mondo ».

S.S. Paolo VI che celebra il suo 10° anno di pontificato e che ha indetto l'anno giubiliate ordinario 1975