Messa del povero  

B201-A6

Relazione delle attività svolte alla Messa del Povero durante l'anno 1975-76

Scelti da Dio

« Dio ha scelto i poveri nel mondo, per farli ricchi con la fede ed eredi del regno promesso a quelli che lo amano » ( Gc 2,5 ).

La scelta di Dio è per i poveri: è questa una verità che siamo soliti dire ma di cui, forse, non ci rendiamo conto in profondità.

Ce la ricorda S. Giacomo nella sua lettera ed è come una sintesi dell'insegnamento e dell'esempio di Gesù nella sua vita terrena.

Ogni pagina di Vangelo ce ne da testimonianza ora con una frase, ora con una parabola, ora con un fatto.

Quanti sono i poveri ricordati nel Vangelo e quanti tipi di povertà vi incontriamo!

Per ogni povertà c'è un insegnamento di Gesù e c'è una sua azione.

L'insegnamento è per dare la ricchezza della fede, l'azione è per dare aiuto all'indigenza.

Tra questi poveri, quanti sono i "mendicanti" a cui Gesù si rivolge o spontaneamente o perché da loro sollecitato.

Vi è un episodio del Vangelo di S. Giovanni che è molto significativo a questo riguardo.

C'è festa a Gerusalemme e anche Gesù vi prende parte.

È facile immaginare il clima di quella festa come di ogni altra festa popolare di allora come di oggi: c'è gente che va e che viene, c'è chi spende, chi si diverte.

Ma allora, come oggi, accanto alla festa c'è anche l'angolo dei più poveri, dei più abbandonati, di quelli che attendono da chi è in festa, uno sguardo, un aiuto.

« V'é a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una Piscina, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.

Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato ».

Questa la scena.

E chi non ricorda, in occasione di qualche festa, o anche solo di qualche assembramento, forse alla domenica alla porta della chiesa, la presenza di qualche povero mendicante?

Ma, seguiamo l'azione di Gesù: « Gesù, vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: "Vuoi guarire?".

Gli rispose il malato: « Signore, io non ha nessuno che mi immerga nella Piscina quando l'acqua si agita.

Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me ».

« Io non ho nessuno! » ed erano trentotto anni che si trovava in quella triste condizione di solitudine, di abbandono, di miseria!

« Non ho nessuno! »: quante volte l'abbiamo sentita ripetere questa espressione dagli amici che frequentano la Messa del Povero.

Non hanno nessuno né per la loro miseria, né per le loro necessità.

Quante porte sono chiuse o si chiudono al loro bussare e non solo di abitazioni, ma di uffici, di enti, di istituzioni.

Per loro non esiste alcun diritto, a nulla: sono degli sfruttatori, degli scocciatori.

Quante volte ci siamo sentito ripetere anche noi: « Gli abbiamo già dato, ora non è più possibile …

Anche aiutarlo non serve a niente!

Ma non vede che quando ha due soldi li va a bere?

Aveva il suo posto qui ma non l'ha saputo tenere …

Ha soltanto delle esigenze e poi continua nella sua solita vita … » e via di questo tono.

Ecco, allora, ci resta più difficile ripetere la verità detta all'inizio, pur facendola preceder da un "Eppure".

Sì, "Eppure, Dio ha scelto i poveri!"

Anche quelli a cui si accennava.

Anche quelli che ci sembrano responsabili della loro miseria.

Anche quelli che sono recidivi, refraftari ad ogni sollecitazione, anche quelli che noi diciamo irricuperabili.

Dio li ha scelti nel mondo per farli ricchi con la fede!

E penso che proprio i più poveri, proprio questi poveri che alla povertà materiale uniscono la povertà della volontà, dello spirito, dell'animo siano scelti da Dio perché ad essi veramente deve essere "annunciata la buona novella"

da Chi "è venuto a chiamare non i giusti ma i peccatori" ( Mt 9,11 ),

da Chi è stato mandato "non per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui" ( Gv 3,17 ),

da chi insegna « … quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi, e sarai beato perché non hanno da ricambiarti ». ( Lc 14,13-14 ).

A questi Gesù va incontro come al paralitico di Gerusalemme.

L'importante è farli incontrare con Gesù.

Non è sufficiente, per queste povertà un discorso sociologico o di efficienza organizzativa: può essere utile e talvolta necessario, ma non è il vero rimedio.

O crediamo che solo in Gesù c'è la salvezza o continuiamo a girare attorno al nucleo centrale della questione con i nostri bei discorsi e i nostri bei programmi ricchi di soluzioni, di previdenze, di assistenze e non arriviamo al cuore del problema.

Certo fa pensare la frase che Gesù dice al paralitico che ha guarito, quando lo incontra nuovamente: « Ecco che sei guarito: non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio » ( Gv 5,14 ).

C'è in essa indicato qualcosa di sostanziale e qualcosa di aleatorio.

Sottolineo soltanto quello che mi pare sostanziale: "Non peccare più!", come a dire "Ora che mi hai incontrato, non allontanarti più dal mio amore".

È proprio questa la finalità che si propone la Messa del Povero.

E c'è nel titolo programmatico il senso della « scelta di Dio dei poveri nel mondo e il senso dell'incontro e dell'offerta uniti: quelli di Gesù povero e quello del poveri di Dio.

È una finalità che supera certamente le forze di chi presta il suo servizio in questa Opera che è ormai al suo 43° anno di vita, ma che nello stesso tempo richiede in tutti tanta fiducia nell'azione misteriosa e potente della Grazia.

Per cui possiamo affermare che tanto l'aspetto economico che pure ha la sua importanza, quanto l'aspetto di assistenza materiale e sociale passano in secondo ordine di fronte all'impegno di far incontrare i Poveri con Dio.

E abbiamo tanti segni che la Grazia di Dio agisce al di là e al di sopra delle nostre previsioni: riportiamo solo due testimonianze che scegliamo tra le tante.

Il giorno di Natale 1975 eravamo riuniti come al solito per l'incontro di festa: presenti circa 120 poveri.

Uno di essi, che da tempo non si faceva più vedere, si avvicina e consegna un plico piuttosto voluminoso, poi si rimette al suo posto nella cappella-refettorio, pregando di nulla dire di lui.

Ecco il testo della lettera che non ha bisogno di commento:

« Già da tempo desideravo offrire a tutti i frequentatori di questa Opera da me tanto amata un piccolo dono.

Ho risparmiato Lire 50 mila; so che i Dirìgenti della Messa del Povero sorteggiano dei numeri per i più fortunati, tuttavia ai primi 5 numeri estratti voglio che siano dati Lire 1.000 ciascuno: facendo seguire il sorteggio premiando con Lire 500 tutti gli iscritti che ascoltano la S. Messa.

Spero di dare un po' di serenità a tutti i frequentatori.

Io sono stato confortato anche spiritualmente e soprattutto ricordo i primi tempi che trascorsi a Torino.

Quest'opera mi ha aiutato in modo concreto; perciò non posso dimenticare questa Istituzione ch'è la Messa del Povero.

Infine ho pensato di incontrarci insieme e non poteva capitare una giornata migliore della Natività di N. Signore.

Non aggiungo altro … Un fedele ».

In breve: frequentatore povero era riuscito a trovare un lavoro: ogni giorno da mesi metteva da parte 500 lire del suo magro stipendio per gli amici di un tempo

Ed ecco il saluto scritto di un altro Povero che per l'ultima volta veniva ai nostri incontri:

« Sapendo che è l'ultima volta che vengo in questo luogo, mi sento in dovere di ringraziare dal profondo del cuore di tutto quanto di bene ho ricevuto qui in questi ultimi anni.

Ringrazio soprattutto di tutto il bene spirituale oltre il cibo materiale, le tante buone parole, l'esempio luminoso di abnegazione e di sacrificio … sono stati per me di un grande aiuto in questi anni di sofferenze inaudite che molte volte oppresso in modo impossibile a descrivere non sapevo proprio più cosa fare per tirare avanti.

Ora spero sia presto tutto finito, andrò presto in ospedale e so che difficilmente uscirò vivo da quel luogo.

Ma sono così contento di andare con il Signore che penso vale la pena di vivere una vita senza gioia per avere la fortuna di fare una morte senza pena e timore.

Non è per evitare di soffrire ancora che desidero tanto morire, sono disposto a fare la volontà di Dio in tutto, è solo al pensiero di andare con Dio che sono così contento.

Grazie, grazie ancora di tutto cuore di tutto il bene ricevuto … ».

E quanti altri esempi e testimonianze di amici che ci hanno lasciato per sempre o che ancora frequentano e in cui si nota l'azione meravigliosa della Grazia.

Amici che, ricoverati in ospedale, in gravi condizioni ci manifestano, nelle visite che facevamo loro i loro sentimenti di ricordo, di rimpianto, di gratitudine per la "loro" Messa del Povero.

Ancora qualche scritto così come ci è giunto:

« Mi raccomando di dire una avemaria per me alla Madonna dei Poveri che anche io non essere li alla domenica mela ricordo sempre perché mi pare e lì anche io presente … »

« … ricordando sempre la loro bontà e dedizione verso coloro che si sono sempre rivolti a loro, dando con il cuore oltre il benessere materiale quello spirituale che è quello che in ogni essere Cristiano ne ha maggior bisogno e ringraziando per la loro bontà … ».

La relazione, in termini di dati informativi, dopo quanto premesso, penso possa essere molto schematizzata:

a) l'anno sociale si è svolto dalla prima domenica di settembre ( 7 settembre 1975 ) all'ultima domenica di maggio ( 30 maggio 1976 ) nella Sezione di Via Cibrario e dalla prima domenica di ottobre ( 5 ottobre 1975 ) all'ultima festa di giugno ( 29 giugno 1976 ) nella Sezione di Via Colombini.

Nei mesi di luglio e di agosto si è rinnovato l'incontro il 18 luglio, e il 22 agosto presso la Sezione di Via Colombini per lasciare il minor tempo possibile di interruzione nei mesi estivi.

b) gli incontri si sono svolti tutte le domeniche e tutti i giorni festivi nelle due Sezioni.

Nei giorni prefestivi, presso la Sezione di Via Colombini si è sempre svolto l'incontro di preghiera e di servizio nel pomeriggio.

c) il numero dei partecipanti si è aggirato sulle 180-200 presenze ad ogni incontro con punte di 250 presenze nelle festività maggiori.

d) ogni incontro ha il suo nucleo centrale nella Santa Messa o nella preghiera.

A questo si aggiunge una attività dì servizio spirituale con la catechesi e la predicazione o con la parola di conforto negli incontri personali.

C'è poi il servizio sociale che prende in considerazione e cerca di dare risposta alle richieste di documenti, ricoveri, visite a ricoverati, funerali e non trascura il desiderio di un po' di evasione e di serenità negli incontri di festa dell'Epifania e di Carnevale, che vengono allietati da canti a da intrattenimenti vari; quest'anno ci meravigliò con i suoi giochi di prestigio un Cooperatore Salesiano.

L'assistenza medica, particolarmente richiesta nei mesi invernali ( si pensi alle grame condizioni di chi, anche con la neve, non ha altro ricovero per la notte che case diroccate, atri di chiese, auto abbandonate … ) è continuata con la dedizione di due medici che provvidero a visite, a distribuzione di medicinali, a ricoveri talvolta urgenti.

Si continuò a dare la refezione al sabato e alla domenica mattina e si fecero anche notevoli sforzi perché questo settore potesse mantenere livelli soddisfacenti, nonostante l'aumento dei costi.

Si distribuì molto vestiario reperito da vari offerenti e si diede il servizio di pulizia con le barbe e il taglio dei capelli.

In particolari riconosciute necessità si provvide con sussidi straordinari.

Talvolta si pensa a quanto poco risolva questa assistenza data due volte alla settimana e ci si domanda il perché di una affluenza così numerosa e sempre compatta a tutte le manifestazioni di carattere religioso o sociale: a noi pare, per l'esperienza di vari anni, di poter rispondere che la Messa del Povero non è solo un tentativo di aiuto, sia pure piccolo, ma è qualcosa di più.

Per il Povero, e ci viene sovente detto, è il clima di amicizia, di incontro, di spiritualità che ritrova e di cui sente tanto la necessità.

Frequentano, e ce lo dicono, altri ambienti in cui ricevono aiuti, ma la Messa del Povero è per loro diversa: è la nostra Messa del Povero, è la nostra Opera: qui ci sentiamo in casa, in famiglia … altrove ci sentiamo mendicanti.

E quante dimostrazioni danno di questa loro visione della Messa del Povero sia ai Catechisti dell'Unione, sia alle Figlie della Carità, ai Fratelli delle Scuole Cristiane, ai Salesiani, ai medici, ai giovani che vengono ad aiutare, a quanti collaborano e aiutano.

Interessante sarebbe poter citare episodi, espressioni, confidenze ma la Relazione non ce lo consente più.

Noi tutti, Poveri e collaboratori, sentiamo nel nostro intimo che c'è veramente in mezzo a noi la presenza e l'azione di Gesù Crocifisso e di Maria SS. Immacolata che sono per ognuno i veri "dirigenti e responsabili" dell'Opera: quanto di misterioso e di prodigioso avviene è opera e frutto di questa fedeltà che cerchiamo di mantenere al messaggio e all'impostazione originaria della Messa del Povero.

E se un augurio è da esprimersi è che tale fedeltà abbia ad aumentare per riscoprire tutta la ricchezza e tutto il potenziale che l'Opera contiene per avanzare ancora senza mai tradire quel messaggio.

e ) L'attività si è conclusa anche quest'anno con una riuscita gita-pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora della Pace a Fontanelle ( Cuneo ) il giorno 25 giugno a cui presero parte circa 100 Poveri.

Fu giorno di preghiera di ringraziamento a Gesù Crocifisso nella Santa Messa al Santuario e alla Vergine Immacolata nella recita del Rosario e nella visita al Santuario di Gustano: e fu pure giorno di grande serenità e allegria.

La Messa del Povero davanti al Santuario di Nostra Signora della Pace a Fontanelle ( Cuneo )

A conclusione della nostra relazione vogliamo dire a tutti gli amici che ci seguono con la preghiera e con l'aiuto che è nelle nostre intenzioni farli partecipi sempre più delle finalità e dei significato di questa Opera; per questo ci siamo dilungati su riflessioni che la Messa del Povero ispira a chi più da vicino la vive.

Ci pare così di creare anche con gli amici lontani quel clima di famiglia che sentiamo cosi intenso e nel quale sentiamo presentì quanti ci ricordano.

Una relazione fatta solo di conti e di elenco di attività ci pare troppo arida e non adatta all'Opera.

È purtroppo doveroso un rendiconto: Anno Sociale 1975-76:

Entrate: Lire 15.038.000 - Uscite: Lire 14.952.000

Il margine è esiguo ( Lire 86.000 ) ma la Provvidenza ha provveduto, provvede e provvederà.

A tutti il nostro ricordo, per tutti la nostra preghiera e il "Grazie" riconoscente e, perché no? l'invito a partecipare anche ad uno solo dei nostri incontri: la realtà potrà dire forse ben di più di quanta le parole possano esprimere.

Fr. Gustavo Furfaro