Ricordando gli inizi dei Fratelli in Piemonte dopo 150 anni

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( 1829 - 1979 )

I Fratelli delle Scuole Cristiane iniziarono la loro attività in Piemonte nell'anno 1829. In quel tempo, nella nostra Regione non si aveva l'idea di quello che doveva essere una scuola per i figli del popolo: tutto, o quasi tutto era da organizzare: divisione delle classi, programmi, testi adatti, locali e arredamenti scolastici, metodi e forme d'insegnamento.

A tutto questo provvidero i Fratelli con quell'intelletto d'amore e con quella competenza propria di una Congregazione attrezzata in modo particolare per l'insegnamento popolare:

ed ecco allora alla 6° e 7° maggiore e minore sostituire la 1a e 2a elementare, a cui furono aggiunte quasi subito la 3a e la 4a, con la conseguente divisione del corso elementare in inferiore e superiore;

i Fratelli iniziano la pubblicazione di testi adatti ai nuovi programmi, elaborati con rara competenza, pubblicazioni che in breve volger d'anni superano la quarantina, con una serie di edizioni sbalorditive;

sostituiscono il metodo simultaneo-misto a quello individuale fino allora esclusivo, nelle poche e trascuratissime scuole elementari esistenti;

rendono l'insegnamento attraente con le forme più adatte alla mentalità infantile, con domande che ne attirano l'attenzione e stimolano la sete del sapere, con mezzi d'emulazione che da soli valgono ad abolire castighi inflittivi fino allora in uso come cosa del tutto naturale;

con la partecipazione dell'alunno al funzionamento del congegno scolastico, mediante l'istituzione di quegli "uffiziali" di classe in cui il senso della responsabilità e dell'onore li abituava mirabilmente ad agire su scala più vasta nella vita;

studiano l'indole dei propri alunni con osservazioni frequenti che affidano ad un registro, per sapere il modo migliore col quale trattarli e quasi adattare "su misura" le istruzioni e i suggerimenti utili alla loro formazione morale, ( Vedi Riv. Lasalliana: Settembre 1937 ) e,

on l'abolizione del "minervale" ( Tassa annua di Lire 3 che ogni alunno doveva pagare e che il Municipio dopo molte tergiversazioni di fronte alla minaccia dei "Fratelli" di ritirarsi dalle Scuole Municipali qualora si continuasse ad esigere tale contributo, contrario alle loro Regole, decise di abolire ) cooperano efficacemente alla "gratuità" dell'insegnamento elementare.

La gratuità quindi, decisa dalle autorità scolastiche piemontesi, come pure l'obbligatorietà della frequenza, ritenuta spesso come esclusivi postulati della proclamazione dei « diritti dell'uomo » della Rivoluzione Francese, sono invece dovute alla pressione esercitata dai « Fratelli » ai quali perciò va riconosciuta la rivendicazione di questi due principi basilari della Legislazione Scolastica.

Cose tutte che forse meravigliano quanti finora hanno studiato solo superficialmente ( o peggio, su libri scritti con preconcetti tendenziosi ), la prassi scolastica dei Fratello delle Scuole Cristiane.

Ma i Fratelli non lavoravano solo nelle scuole elementari: furono iniziatori delle Scuole Serali, tanto nel 1845 ( per conto della R.O.M.I ), quanto nel 1849 per incarico del Municipio; li troviamo tra i primi assertori della necessità di unificare le Misure, adottando il Sistema Metrico Decimale, per il quale tanto si resero benemeriti dell'amministrazione comunale e del Governo di S.M. il Re Carlo Alberto, che affidò proprio ai Fratelli il compito di fare opere divulgative e cartelloni adatti allo scopo.

Va pure notata la parte preponderante avuta nella creazione e diffusione delle Scuole Secondarie ( Speciali, o Tecniche ), e furono tra i precursori e primi propulsori di quelle Scuole di Metodo « onde tanto s'avvantaggiò la classe magistrale! ».

In breve: non v'è campo scolastico popolare che non abbia avuto i "Fratelli" all'avanguardia, qualche volta soli contro tanti, dominati da pregiudizi vieti di tempi ormai superati, sempre umili nel loro fecondo lavoro di educatori del popolo, amanti del silenzio, non desiderosi che di essere utili al prossimo e non conosciuti che da Dio, schivi dunque di tutto quell'apparato reclamistico di cui altri si serve forse per esagerare il poco che compie o mascherare il suo far nulla.

Tacitati i vecchi motivi settari o i luoghi comuni di cui si infiorano i manuali pedagogici del periodo liberaloide, si può dunque affermare che grande senza dubbio è stata l'influenza esercitata dai Fratelli delle Scuole Cristiane sull'insegnamento e sulla legislazione scolastica piemontese e in Italia.

C. Verri

Le Scuole ROMI, prima sede dei F.S.C, a Torino


Nota: Per non appesantire questo brevissimo riassunto con note e citazioni, rimandiamo coloro che si vogliono documentare ed approfondire le indagini, alla pregevole opera « I Fratelli delle Scuole Cristiane in Piemonte » Ediz. Sussidi. Erba 7953 del dott. Carlo Verri ( f. Giovannino F.S. e ) o agli articoli sulla Rivista Lasalliana: Coli. S. Giuseppe Torino; numeri del 1937-'38 dello stesso autore.

Più recente e molto documentato lo studio assai apprezzato di fr. Ulderico dott. Cremonesi, apparso su Riv. Lasal. 1978 n. 1 pp. 29-52.