Segno di contraddizione

B243-A2

Quando Gesù Bambino fu presentato al Tempio, secondo le leggi ebraiche, il venerando vecchio Simeone, mosso dallo Spirito Santo, vi si recò subito e preso il Bambino fra le braccio ringraziò Dio per aver potuto vedere il Messia prima di morire.

Ma poi predisse per Lui e per sua Madre un avvenire di sofferenze e di contraddizioni ( a te pure o donna una spada trapasserà l'anima … ).

Questo destino di sofferenze, realizzatesi pienamente sul Calvario, venne ereditato dalla Chiesa, come Gesù aveva predetto ai suoi Apostoli: « Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi » ( Gv 15,20 ).

Es. Paolo offermerà perentoriamente: « Tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù patiranno persecuzione » ( 2 Tm 3,12 ).

E naturalmente i primi e più perseguitati saranno i banditori del Vangelo, i ministri di Cristo.

Ma oggi in tempi di conclamata democrazia, di piena libertà, si può ancora parlar di persecuzione della Chiesa?

Ahimè, purtroppo, eccome! Forse siamo in un tempo dei più difficili.

In alcuni paesi si scacciano i missionari, rei di aver aperto scuole, organizzato ospedali, ecc.

Tra tutti i regimi assolutistici che la storia ci presenta non ne conosciamo alcuno così duro e totale come quelli di oggi, forse anche perché oggi lo Stato ha delle possibilità di controllo e di intervento che una volta non aveva ( parliamo in generale ).

È lecito dubitare che dei movimenti ufficialmente atei e nemici per principio di ogni religione possano evolversi verso una vera libertà, sia pure per motivi contingenti e di convenienza.

È perfino lecito dubitare della sincerità di certe dichiarazioni, troppe volte smentite dai fatti.

Comunque, quali che siano i moventi dei persecutori, sta di fatto che la Chiesa Cattolica è sempre nell'occhio del ciclone, o della violenza o dell'insidia, oggi soprattutto nel Vecchio Mondo.

Quello che più rincresce è la scarsissima partecipazione dei paesi liberi alle difficoltà dei popoli oppressi.

È vero che ufficialmente non sono mancate le proteste e, fin dove era possibile, anche l'intervento ufficiale delle Nazioni, ma certe barriere non si possono superare …

E non c'é pericolo che perfino l'opinione pubblica si dimentichi?

Quell'opinione pubblica così determinante ma tanto superficiale e maneggiata dai mass-media.

Perciò è quanto mai necessario che ogni cristiano seriamente impegnato nella sua professione di fede si prenda a cuore i problemi della Chiesa, cerchi di tenersi informato e dia tutto l'appoggio che può alle iniziative concrete dell'apostolato.

Il primo e grande appoggio è quello della preghiera, ma chi potendo agire rimane inerte, pago della sua preghiera, fa nascere perfino il dubbio sulla sincerità di quella.

Molte volte la vita cristiana esige non solo l'azione coerente, ma addirittura l'eroismo.

Chi sono i santi? Coloro che hanno praticato la virtù in grado eroico.

E l'eroismo non si concilia con la vita comoda.

Spesso è il timore della difficoltà, la paura di soffrire, che trattiene gli uomini: « video bona, proboque, deteriora sequor » lamentava già il poeta pagano.

Ma il pagano non aveva a disposizione quella ricchezza di mezzi che oggi la S. Chiesa offre a chi li vuole.

Con questi mezzi e un po' di coraggio tutto è possibile: « I santi per la fede hanno vinto i regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, divennero forti … ( Eb 11,33 ).

Le vere difficoltà per la vita cristiana e quindi per la Chiesa, non stanno al di fuori, ma nell'interno dell'uomo.

È lì che si gioca la sorte di ciascuno e anche la sorte della Chiesa in questo mondo.

Questa considerazione che dovrebbe far tremare per la propria responsabilità può anche essere di stimolo alla buona volontà, in tutti i campi.

Non è vero che se ciascuno pensasse seriamente al bene che potrebbe fare e che invece trascura ne guadagnerebbe molto l'utilità propria e quella sociale?

Dio chiederà conto a ciascun uomo anche dei peccati di omissione.

« Facciamo del bene finché abbiamo tempo » esorta S. Paolo ( 2 Cor 6 ).

E Dio non si limita ad esortarci.

Egli ci aiuta, ci spinge, ci assedia da ogni parte affinché camminiamo nella giusta via e portiamo frutti di bene in ogni campo.

Oltre alla « grazia sufficiente » che è data a tutti vi è la « grazia efficace » che Egli tiene in serbo per chi glie la chiede.

Ecco quindi che la chiave d'oro che apre la porta alla vita è la preghiera: « Chi prega si salva, chi non prega si danna » dice S. Alfonso.

È vero che la preghiera è già frutto di una grazia; ma questa è data con grande abbondanza.

Abbiamo fiducia. Si direbbe che il Signore ha più voglia di salvare gli uomini che non questi di salvare se stessi.

« Che cosa dovevo ancora fare e che non l'abbia fatto? » ( Is 5,4 ).

Per andare a casa del diavolo bisogna proprio essere decisi di volerci andare.

Ma il peccato è come un legame: quanto più forti e numerosi sono i legami e tanto più è difficile sciogliersene.

Oppure come una malattia: quanto più è grave e tanto più è pericolosa.

E come mai gli uomini vanno avanti così spensierati?

E muoiono di fame in mezzo a tanta abbondanza?

E si danno alla pazza gioia in un mondo così pieno di miseria? Quanta stoltezza!

Nella S. Scrittura sono spesso usati come sinomini i termini male ( morale ) e stoltezza.

Comunque sempre implicito che il peccato è anche una stoltezza.

E che stoltezza! Quella che investe tutta la vita e tende alla sua rovina.

La voce della Chiesa non cessa di richiamare gli uomini.

Non del tutto invano, ma non del tutto con successo.

Aiutiamola davvero, almeno con la preghiera.