La famiglia nell'Unione |
B281-A14
Incontri del Gruppo Famiglia al Santuario della Consolata - Conferenza del can. Giancarlo Garbiglia
Resoconti di Vito Moccia
Sabato pomeriggio 25 novembre u.sc., nel santuario della Consolata, si è concluso il ciclo degli incontri del Gruppo Famiglia ispirati al Giubileo, e che hanno avuto come tema generale "La Famiglia cristiana conformata alla Trinità", secondo quanto già relazionato nel bollettino n.272.
Le conferenze sono state tenute dai relatori indicati nel programma e precisamente dal can. Garbiglia, da mons. Pollano, dal can. Reviglio e da fr. Egidio Mura F.S.C., oltre ad un intervento di Vito Moccia.
Purtroppo non vi è stata la relazione di mons. Peradotto, già programmata per la conclusione, per improvvisi impegni sopravvenuti.
Come consueto l'incontro è iniziato con la conferenza, svolta dal can. Giancarlo Garbiglia, con la trattazione dell'argomento conclusivo del ciclo, cioè "Cristo ieri, oggi e sempre, con il Padre e lo Spirito, presente nella famiglia cristiana" tematica introdotta dal versetto evangelico "Gesù, pieno di gioia per opera dello Spirito Santo, disse: Ti benedico, Padre" ( Lc 10,21 ).
Ne diamo una breve sintesi.
Il relatore ha rilevato come il prendere in esame il motto del Giubileo "Cristo ieri, oggi e sempre", sia una ricapitolazione di quanto si è recepito, segnatamente dagli insegnamenti del Magistero, nonché nelle opere in questo Anno Santo, per un impegno di conversione proiettato nel futuro, contrassegnato dall'imminente Terzo Millennio.
Da varie rilevazioni ci viene segnalata una diminuzione della pratica religiosa in Italia.
Il Giubileo di prossima conclusione deve indurci a un esame personale, e possibilmente anche a dimensione familiare e comunitaria, per valutare se viceversa da parte nostra vi sia una spinta contro corrente, per il rinnovamento interiore, condizione indispensabile perché ci possa essere il nostro contributo apostolico per il rinnovamento della società.
La conversione è riconoscere che Gesù è il Signore e dà la vita, e per mezzo suo saliamo al Padre, che ci ama.
Per mezzo suo ci è donato lo Spirito di amore, che è l'anima della Chiesa, nella quale c'è la salvezza.
Occorre trovare in Gesù la nostra pace, e crescere in Lui nella consapevolezza che Lui è il cuore del mondo, ieri, oggi e sempre.
E questo cuore è stato trafitto sulla croce, come ci è pure ricordato dal logo del Giubileo, in cui compare una croce.
La famiglia cristiana deve innestarsi in quest'opera di rinnovamento, nella continuazione del Giubileo, attraverso la missione che spetta al laicato, che è quella di dare il proprio apporto alla catechesi, con quelle caratteristiche che sono sue proprie e, in certa misura, insostituibili.
Avere il coraggio di proporre Gesù Cristo, in primo luogo nel proprio cuore e nell'interno della famiglia, ma altresì all'esterno.
La famiglia deve pertanto industriarsi di compiere una missione evangelizzante.
In una società secolarizzata come la nostra, con i mezzi di informazione ispirati a modelli di vita consumistici e, talora, a "struttura di peccato", la testimonianza del Vangelo deve venire dai cristiani, e in particolare dalle famiglie cristiane.
Dobbiamo sentirci interpellati, come già scriveva S. Paolo, che temeva di non annunciare a sufficienza il Vangelo.
Occorre operare per il rinnovamento morale della società.
Senza apparire profeti di sventura, ma si tratta di semplice osservazione, è noto come oggi vi sia un permissivismo morale, per cui varie situazioni intrinsecamente illecite sono presentate non solo come permesse, ma altresì come buone.
Occorre che le nostre famiglie dichiarino che la regola di vita è Gesù Crocifisso, senza il quale non c'è salvezza, e non c'è neppure felicità.
E dichiarare questo significa proporre i suoi insegnamenti e la sua dottrina morale.
Il tutto però deve partire da un rinnovamento della persona e all'interno della famiglia.
Le famiglie devono quindi diffondere il Vangelo nella consapevolezza che esso è come il lievito che fa fermentare la pasta.
In tal modo si darà testimonianza della verità, e si dimostrerà amore alla vita, anche quando ciò comporta accettazione della sofferenza.
Non dimentichiamo di essere discepoli di un Dio Crocifisso che ha accettato su di sé la sofferenza, ma perché la nostra gioia fosse piena, per raggiungere una vita inestinguibile.
In definitiva occorre essere innamorati di Gesù Crocifisso, poiché solo in questo modo potremo manifestare agli altri ciò che è contemplato nella nostra mente e palpita nel nostro cuore.
In definitiva dobbiamo inserirci nel mondo contemporaneo come catechisti, per svolgere attraverso le nostre famiglie, con la parola e con l'esempio, la catechesi familiare.
Dopo la riflessione, come negli altri incontri ha avuto luogo in Santuario la recita dei Vespri e l'Adorazione a Gesù Crocifisso con il Santissimo esposto.
Ciò è avvenuto in unione con gli altri fedeli presenti in Santuario e possiamo considerare questo momento di recita pubblica dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, sotto la guida del celebrante, come uno dei frutti più caratteristici di questi incontri giubilari del Gruppo Famiglia.
Non dobbiamo dimenticare che diffondere l'Adorazione e praticarla in pubblico è una delle missioni apostoliche dell'Unione Catechisti, e il fatto che tale circostanza si sia verificata nei sette incontri previsti per l'anno giubilare, nel Santuario della Consolata che è uno dei più frequentati della diocesi - anzi essendo dedicato alla Compatrona della Diocesi è come la succursale della cattedrale - è indubbiamente un fatto importante sotto l'aspetto apostolico, di cui dobbiamo essere grati a Dio.
Riunione del Gruppo Famiglia dell'Unione il 25 nov. alla Consolata con relazione del Can.Garbiglia