Rigenerati dalla Parola di Dio |
B300-A2
Card. Severino Poletto
Carissimi,
in preparazione alla festa del Natale del Signore Nostro Gesù Cristo, è con grande gioia che mi rivolgo a ciascuno di voi, per esortarvi a radicare sempre di più la vostra esistenza nella Parola di Dio.
Terminato il cammino delle Missioni diocesane e in preparazione alla prossima estensione della Sindone nella primavera del 2010, vogliamo riscoprire insieme il legame profondo che ci unisce alla Scrittura, per alimentare con essa la nostra fede.
È utile richiamare un testo di uno dei documenti più significativi del Concilio Vaticano II, la Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione Dei Verbum: "Nella Parola di Dio è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezza della fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale" ( n. 21 ).
L'attenzione che dedichiamo alla Sacra Scrittura nasce dalla consapevolezza che su di essa si fondano i misteri della nostra fede per cui è lì il punto di riferimento attorno al quale ruota tutta la nostra pastorale.
Dice infatti il profeta Isaia: " Secca l'erba, appassisce il flore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre" ( Is 40,8 ).
Lo sforzo che stiamo compiendo come Chiesa torinese in questo anno pastorale ( "Anno della Parola" ) è appunto quello di riportare la Scrittura al centro delle celebrazioni liturgiche e del cammino spirituale di ogni credente.
Desidero perciò offrire alcuni spunti di riflessione che servano in qualche modo da guida per l'incontro fecondo con il messaggio che Dio rivela a ciascuno di noi e al mondo intero.
Ogni occasione è propizia per rinvigorirci nella nostra vita di fede.
Per questo motivo l'anno della Parola di Dio che stiamo vivendo nel cammino del nostro Piano Pastorale, incentrato tutto sull'evangelizzazione, può essere per le nostre comunità l'occasione di grazia per sperimentare come ancora una volta veniamo "rigenerati per mezzo della Parola di Dio" ( 1 Pt 1,23 ).
Si è da poco concluso il Sinodo che il Papa ha convocato in Vaticano sul tema: "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa", i cui frutti, ne siamo certi, non tarderanno a venire.
La Parola, però, interroga ciascuno di noi: la conosciamo?
La predichiamo? La valorizziamo? La viviamo?
Sono persuaso che l'importanza della Parola sia ormai un dato acquisito per il popolo di Dio.
Ogni discorso su Dio ( cioè, la teo-logia ) non può prescindere da ciò che Egli stesso ha rivelato di sé agli uomini, altrimenti diventa fatalmente un vaniloquio.
Anche la catechesi, che in questi ultimi decenni si è rinnovata, ha riportato le parole della Bibbia al centro dell'annuncio cristiano con grande giovamento per la nostra vita di fede.
Ma a fronte di queste indicazioni ampiamente recepite da parte di chi opera nella pastorale e nella catechesi parrocchiale, è lecito domandarsi quanti credenti si sentano in realtà coinvolti in questo convergere attorno alla Parola di Dio.
La familiarità con la Bibbia non può restare esperienza di pochi addetti ai lavori, quasi che il resto dei fedeli possa delegare a pochi "esperti" questo compito.
Il monito di Gesù a Marta di agitarsi per molte cose, trascurando l'ascolto della Parola di cui c'è davvero bisogno ( Lc 10,41-42 ), è attuale anche per noi e per l'attività pastorale delle nostre parrocchie.
L'anno paolino, che il Santo Padre ha indetto per ricordare i duemila anni della nascita di San Paolo, ci impegna a rivalutare ed attualizzare lo slancio missionario dell'infaticabile apostolo, per il quale ogni occasione doveva essere sfruttata per annunciare la Parola di Dio.
In un mondo che, secondo il sempre valido ammonimento di Paolo VI, crede più ai testimoni che ai maestri ( Evangelii Nuntiandi 41 ), è più che mai necessaria una evangelizzazione preparata da una seria meditazione della Parola.
Siamo credibili, come credenti, nella misura in cui sappiamo far risplendere in noi una Parola interiorizzata, che trovi espressione nelle nostre scelte e stili di vita, nei nostri comportamenti, una Parola cioè incarnata nella nostra esistenza.
Un fine interprete delle profondità della Bibbia come san Gregorio Magno ( 540-604 ) diceva che "la Scrittura cresce insieme a colui che la legge".
Non è una cosa bellissima pensare che una Parola pronunciata molti secoli prima in un contesto profondamente diverso dal nostro continui a parlare agli uomini e donne del nostro tempo, a guidarne i passi sulla via della vita?
La ricchezza di questa Parola è tale che in parte rimane sconosciuta anche a colui che l'annuncia, ma una volta che essa è stata proclamata trova cuori che la accolgono e grazie ad essa portano frutto, ciascuno secondo la propria capacità ( Mt 13,23 ).
Carissimi, siamo certi che come il Signore non ci farà mai mancare il cibo materiale, così non ci verrà mai meno il dono della sua Parola.
Mario Caffaro Rore - Natività