Pellegrinaggio alla casa natale del ven. fr. Teodoreto |
B309-A7
- Anna Grazia Beretta -
Come ogni anno si è svolto il pellegrinaggio a Vinchio d'Asti, ricordando il 57° anniversario della morte del ven. fr. Teodoreto, avvenuta il 13 maggio 1954 a Torino, presso il collegio San Giuseppe.
Da quel giorno, annualmente è stata per noi una meta fedele e costante il ricordarlo nel suo luogo natale.
Fr. Teodoreto è stato un precursore dei tempi, quale modello di educatore nella scuola cristiana, nella formazione dei Catechisti, nell'istruzione e nell'elevazione dei giovani lavoratori.
Egli ha intuito come fosse importante orientare i giovani alla vita spirituale, secondo l'insegnamento lasalliano, ivi inserendo anche gli apprendisti di una professione, per santificare anche l'ambiente di lavoro.
I giovani sono il nostro domani.
Nella sua missione Egli li aveva sempre presenti, e con essi i poveri, nell'intendimento di salvare le anime e di formare nuove generazioni.
L'amore che nutriva per Gesù Crocifisso Risorto e per Maria Immacolata lo portò a vivere e far conoscere l'Adorazione alle cinque Piaghe, le ferite sanguinanti e gloriose del Redentore, convinto che solo chi "guarda e segue" la Croce, comprende chi è Dio, e che Lui è l'Amore infinito.
Fr. Teodoreto con grande predilezione e umiltà si aggrappò, anzi abbracciò e salì sulla Croce, la sola via per andare a Dio e per essere ricolmi delle sue consolazioni ( 2 Cor 1,5 ).
Dinanzi ad un pubblico numeroso, composto non solo dai Catechisti in pellegrinaggio, ma anche dagli abitanti del luogo, tra cui il Sindaco, la cerimonia si è svolta all'aperto, nell'aia antistante la casa, ed è iniziata con il saluto di Leandro Pierbattisti, riportato dopo queste note riassuntive, al punto 4°.
Come consueto, la S. Messa è stata celebrata dal parroco, don Aldo Rosso, il quale ricollegandosi nell'omelia al culto permanente al Crocifisso prestato da fr. Teodoreto attraverso l'Adorazione delle cinque Piaghe, ha sottolineato il valore meritorio che può avere la stessa sofferenza se innestata nella Croce e nell'Eucaristia, memoriale della morte e risurrezione del Signore.
Per chi sia conscio dell'amore di Dio, anche il subire afflizioni offrendole a Lui è una grazia, imitando in tal modo Gesù che patì per noi lasciandoci un esempio incomparabile ed edificante, e tutto da imitare.
Con riguardo all'Eucaristia, don Aldo ha rilevato come essa sia il dono più grande che Gesù ci ha lasciato, come nutrimento vivo delle nostre anime, da cui l'importanza di essere sempre costanti e presenti nel partecipare alla messa domenicale, per incorporarci in Cristo ed essere un cuore solo con i fratelli.
Se non ci cibiamo del suo Corpo e del suo Sangue, non abbiamo in noi la forza, l'amore e lo slancio di essergli fedeli, e di annunciare a tutti, anche ai fratelli da Lui lontani, la sua parola di salvezza e di guida.
Tanto più che, secondo le letture della liturgia domenicale, Gesù è il buon Pastore, che conosce le sue pecore, cioè ognuno di noi, così come noi conosciamo Lui.
Le chiama tutte per nome, e chi ascolta la sua voce lo segue.
Per esse offre la sua vita.
Fr. Teodoreto aveva compreso bene tutte queste verità.
Attingendo la grazia salvifica che emana dalla Croce attraverso le Piaghe di Gesù ha potuto donare a tutti i fratelli e ai giovani che ha incontrato, il suo profondo amore di Dio e per il prossimo.
Molti di voi qui presenti avete avuto la grazia di conoscerlo; tutti ne avete sentito parlare e lo considerate a ragione vostro maestro e concittadino, eminente per le opere che ha realizzato, ma non meno per la sua umiltà.
Ringraziamo fr. Teodoreto per l'esempio che ci ha dato, per la sua presenza che continua mediante le sue opere, e preghiamolo d'intercedere per noi tutti.
La messa è stata animata da canti eseguiti da alcuni cantori e strumentisti dell'Unione Catechisti, ai quali però si sono uniti, in perfetta fusione sonora e spirituale, gli abitanti di Vinchio.
Con le esortazioni del Parroco durante l'omelia, nonché con la recita dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, da lui condotta, si è creato un autentico clima di grazia, perfettamente in sintonia con l'eccelsa figura del ven. fr. Teodoreto.
Questo clima è continuato anche dopo la messa, nel sontuoso rinfresco, quanto a qualità e genuinità di cibi e di bevande - tutti frutti di quei colli benedetti, ubertosi di vigne - generosamente offerto dai cari Vinchiesi.
Fratel Teodoreto, del quale ricordiamo l'anniversario della morte avvenuta il 13 maggio del 1954, è vissuto tra noi, lasciando in chi l'ha conosciuto una nostalgia e un anelito di santità, di quella santità che si vedeva trasparire dalla sua persona, assorta alla presenza di Dio.
Molti, o direttamente o indirettamente, hanno potuto conoscere e stimare questo Fratello mite, ma altresì di animo vigoroso, uomo di provata virtù, proteso fin da giovane, e soprattutto nella maturità, all'intimità con Dio, che trapelava da ogni sua parola e comportamento, e si rifletteva nell'essere di aiuto a tutti, ma soprattutto ai giovani, esortandoli a vivere intensamente la vocazione cristiana, nello stato di vita cui Dio chiamava.
Nella sua vita fr. Teodoreto restò fedele a Dio, e di conseguenza alla Chiesa e al prossimo, imitando in tal modo Gesù nell'intimo del cuore, e come il Maestro aveva la consapevolezza di "cibarsi" nel compimento della volontà del Padre.
Dio affidò a fr. Teodoreto grandi e importanti opere, ed Egli prontamente si dedicò al compimento della missione affidatagli dalla Provvidenza, senza esitazioni o ripensamenti, con tutte le sue forze, non distolto da ostacoli, difficoltà e avversioni, solo confidando nel Crocifisso e nell'Immacolata.
Traiamo da Lui questo fondamentale insegnamento, di essere costanti e perseveranti nell'adempimento di quanto il Signore ci chiede, nella fedeltà alla nostra vocazione.
Avremo la pace nel cuore, e ci potremo presentare al cospetto del Giudice misericordioso potendo dichiarare: "Signore ho compiuto quanto mi hai chiesto", nel che sta la beatitudine della retta coscienza, cui è connesso l'abbraccio del Signore, ricercato per Sé stesso, anche se sovrabbondante di gratificazione.
La vita terrena, per quanto possa protrarsi per tanti anni, è estremamente breve perché destinata a finire, ma il compimento della volontà di Dio, sintetizzato nella parola di Gesù in Croce :"Tutto è compiuto", ci protrae nell'eternità e nella beatitudine.
Tendiamo quindi alla santità, che consiste appunto nel pieno compimento della volontà di Dio, non accontentandoci di aver condotto una vita pur sostanzialmente onesta, ma miriamo più in alto, affidandoci totalmente a Dio, e dedichiamoci ai fratelli ispirandoci alla predilezione con cui Dio ama ogni uomo.
Questo è il frutto che ci ispira fr. Teodoreto, e che dobbiamo chiedergli con tutto il cuore.
Con tale disposizione d'animo la stima e la lode a questo nostro concittadino e modello esemplare sarà una lode permanente alla sua memoria, anzi alla sua presenza spirituale tra noi.
A Fratel Teodoreto, che si è consumato per compiere con fedeltà tutto ciò che Dio gli chiedeva, orientando e sostenendo spiritualmente migliaia di ragazzi e di giovani, e indirizzando ed elevando nella vita consacrata decine e decine di giovani, chiediamo, in questa giornata che la Chiesa dedica sul piano internazionale alla preghiera per le vocazioni, di intercedere presso Dio affinché noi non desistiamo mai dal tendere alla santità nello stato di vita nel quale Dio ci ha voluti, di essere costanti nel compiere il bene a tutti, aborrendo il male, e di elevare costantemente la nostra supplica al "Padrone della messe" perché mandi operai, cioè apostoli sacerdoti, religiose e religiosi, laici consacrati e Catechisti, per annunziare agli uomini l'amore di Gesù, massimamente manifestato nella sua Passione, Morte e Risurrezione.
Ritratto di fr. Teodoreto dinnanzi alla sua casa natale
La S. Messa nel cortile della casa
Suoni e canti per l'animazione della Messa
Gruppo di fedeli