Un mistico, maestro di spiritualità del Crocifisso e … |
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Non tutti i nostri lettori, forse hanno conoscenza di fra Leopoldo, se non del nome, collegato alle opere da lui realizzate o ispirate.
Per cui è opportuno delineare la vita e la personalità di questo francescano che, all'inizio del secolo scorso, pur nella sua umiltà di frate converso e nel nascondimento della sua cella - nel convento allora connesso alla chiesa di S. Tommaso, in Torino - ha irradiato una ricchezza di spiritualità e una fioritura di opere che tuttora persevera e fruttifica.
Ci riferiamo alla divozione "Adorazione a Gesù Crocifisso", all'Unione Catechisti del Crocifisso e dell'Immacolata, ai centri di formazione professionale della fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, alla "Messa del Povero".
Tali opere, con le attività connesse, hanno avuto in fra Leopoldo l'Autore - come l'Adorazione - o l'ispiratore basilare per la loro attuazione, effettuata, in stretta collaborazione con Lui, dal ven. fr. Teodoreto delle Scuole Cristiane, dai suoi Confratelli e dai suoi Catechisti.
E tutto ciò è scaturito dal profondo amore, anzi dall'intimità che questo Servo di Dio ha nutrito per Gesù, segnatamente contemplato come Crocifisso e Sacramentato, e per Maria, la sua Madre e Maestra dolcissima.
Tale intimità è stata così viva da esplicarsi anche in allocuzioni interiori, cioè in colloqui spirituali in cui fra Leopoldo sentiva internamente la voce di Gesù e di Maria, come dichiarato in uno stesso "detto" - così sono denominate le frasi soprannaturali percepite dal Frate e da Lui annotate - del Signore: « Se sei interrogato su questo punto: come ti parla il tuo Gesù Crocifisso?
Senti proprio la sua voce?
Sì, ti parlo con la mia voce interna e il mio Spirito si comunica col tuo che ai miei voleri si piega » ( dal Diario, 18 agosto 1908 ).
La veridicità di tali circostanze è inconfutabile, per la testimonianza di sacerdoti e religiosi, tra cui il suo devotissimo fr. Teodoreto, e di laici di ogni condizione, da semplici fedeli a militari, nobili e professori universitari.
Ma è altresì attestata intrinsecamente dagli stessi scritti, per la loro elevatezza ascetica e morale - sebbene fra Leopoldo abbia frequentato solo la 2ª elementare - e per essersi puntualmente verificate le circostanze e le opere da Lui predette.
Luigi Musso - questo il suo nome secolare - è nato a Terruggia Monferrato ( provincia di Alessandria, diocesi di Casale ) il 30 gennaio 1850.
Cresce e presto rivela grande amore a Gesù Crocifisso e alla Madonna.
Riceve la Cresima il 24 maggio 1857.
Ammesso poi alla Prima Comunione, manifesta nel comportamento e nella parola un edificante spirito religioso.
Intelligente e vivace, ha attitudine per tutta la vita ad apprendere, in modo speciale ad istruirsi a fondo nella fede.
Non gli manca la giovialità: suona la chitarra e la spinetta, intrattenendo gli amici in allegria e con melodie religiose.
È di singolare bontà, purezza di vita e di preghiera.
Ben presto, a soli dieci anni, si guadagna il pane lavorando a casa del medico del paese, il dr. Boltri, espletando vari servizi.
Nel 1869 si reca a Vercelli, e dopo un provvisorio servizio presso un padrone rivelatosi di non affidabile condotta morale, è assunto da un canonico della Curia, mons. Giuseppe Miglione, come cuoco e uomo di casa dedito a varie incombenze.
Nel 1884 è a servizio, sempre come cuoco, nella famiglia dei conti Arborio Mella, e nel 1889 ottiene il posto di capo cuoco nel collegio Dal Pozzo.
Il servizio culinario è stato la sua professione, nella quale eccelleva in modo singolare, esercitata anche da frate in convento: "Specialmente quando l'arte doveva supplire alla mancanza della materia prima, le sue mani parevano fatate", afferma un suo confratello, padre Francesco Maccono.
Si prestava altresì alla fabbricazione di fiori artificiali.
Si trasferì a Torino nel 1890, presso i Conti Caisotti di Chiusano, e nelle ore libere riuniva i ragazzi della parrocchia di S. Massimo per farli pregare e per insegnare il catechismo.
Sono di questi anni i soggiorni estivi a Viale d'Asti, nel castello dei suoi padroni che ivi si recavano in villeggiatura, soggiorni di rilievo per l'intensa attività apostolica ivi svolta dal nostro Luigi, apportatore di un nuovo soffio di spiritualità e di un movimento salutare di pratiche cristiane, tra cui la riattivazione di due cappelle, con giubilo dei fedeli che vi si raccoglievano in preghiera.
A Viale d'Asti ebbe in sogno la visione del Crocifisso con l'anima abbracciata ai suoi piedi da cui si è tratta l'immagine caratteristica della Adorazione da Lui scritta.
La visione in sogno del Crocifisso con l'anima sollevata
Sempre a Torino passò a servizio della famiglia Vacca, in via della Consolata 1, sotto la parrocchia di S. Dalmazzo, e fu in quella chiesa che, secondo quanto Egli narra, sentì i misteriosi inviti ad un'intimità di colloquio con Dio, e udì la prima volta le parole interiori del Crocifisso: « Tra me e te, in avvenire, ci sarà una grande intimità ».
A Torino si inserì in vari gruppi di preghiera e di apostolato, tra cui l'Unione Uomini cattolici, operando esemplarmente e da animatore.
Nel maggio 1897 ritornò a Terruggia per assistere la madre rimasta sola, sempre prodigandosi nelle attività apostoliche e catechistiche.
Dopo due anni si ammalò gravemente di polmonite, con la mamma pure in precarie condizioni di salute, ma quando fu ritenuto dal medico agli estremi, il giorno dopo si alzò guarito, dopo aver avuto in un breve momento di sonno la visione della Madonna che gli diceva: « Alzati, la grazia della tua guarigione è fatta! ».
Nell'estate del 1899, si trasferì a Casale Monferrato, come cuoco presso i Padri Camilliani, e in tale città ebbe occasione di prendere i primi contatti con i Frati Francescani.
L'11 maggio 1900 gli morì la mamma, dopodiché, non più vincolato dall'obbligo di filiale assistenza, si trasferì a Torino e chiese di essere ammesso tra i figli di S. Francesco.
( Continua )
Gli allievi della Casa di Carità in pellegrinaggio alla Tomba di fra Leopoldo, il 30 gennaio, 92° anniversario della sua morte