È Natale, è Natale, è Natale anche qui! |
B342-A1
È nato!
Alleluja!
Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buja, risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje Suonate: squillate, campane!
Venite, pastori e massaje, o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti, ma, come nei libri hanno detto da quattro mill'anni i Profeti un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese quest'ora su tutte le ore.
È nato!
È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
"Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. ( … )
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace." ( Is 9,1-2.5 ).
A questa celeberrima e consolante profezia di Isaia sulla nascita di Gesù, si riferisce direttamente, e la riporta, il vangelo di Matteo, sugli inizi della sua predicazione: "Terra di Zabulon e terra di Neftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta." ( Mt 4,15-16 ).
I temi della luce e della gioia sono connaturali, come espressione e simbolo divino, della Incarnazione, e perciò del Natale.
Dalle riflessioni teologiche al rituale liturgico è tutto un rifiorire di letizia e di splendore che infiamma i cuori alla magnificenza e alla misericordia di Dio fatto Uomo.
E il Bambino Gesù contrassegna tuttora, anche nella nostra società secolarizzata, i giorni anniversari della sua nascita e prima infanzia: purtroppo con la malizia, e talora con la perversione di noi, figli di Adamo, si riesce a snaturare tali segni di esultanza.
Tuttavia è consolante che anche oggi le luminarie e le strenne natalizie, sebbene sovente sfocate, facciano sentire che il Bimbo Gesù è nato e ci ama.
Tra tali segni un rilievo importante lo danno le arti, non solo come testimonianza storica, ma altresì nel contenuto spirituale che, quanto meno le opere maggiori, emanano.
E qui intendiamo darne un modesto saggio, a gloria di Gesù Bambino e ad elevazione dei nostri cuori.
Il dipinto sopra raffigurato è l'Adorazione dei Pastori, di Gerard van Honthorst ( 1590 – 1656 ), pittore olandese, ma vissuto anche a Roma, dove ha tratto ispirazione da Caravaggio per gli effetti di luce nei suoi quadri.
In quest'opera la fonte di luce sul Bambino non viene mostrata, per cui è Lui che la spande sugli astanti in adorazione, la Vergine Maria, S. Giuseppe e i pastori.
E con la luce emerge la serenità e lo stupore dei volti: un'autentica catechesi pittorica sulla Luce vera del Verbo fatto carne che illumina ogni uomo ( cfr. Gv 1,9 ).
A proposito di effetti di luce, va ricordato che l'autore è soprannominato "Gerardo della Notte", perché si dice che dipingesse a lume di candela, per ottenere i mirabili contrasti di ombre e di luminosità, e anche tale circostanza di luce di candela mi pare renda più sacrale la raffigurazione.
Il testo poetico è il brano finale di "Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!", del torinese Guido Gozzano ( 1883 – 1916 ), e i versi riportati sono l'apoteosi di gioia e di luminosità per la nascita del Redentore, dopo il peregrinare di Maria, e dopo l'attesa di secoli dell'umanità.
E il titolo stesso di quest'articolo: "È Natale, è Natale, è Natale anche qui!" è tratto dal canto natalizio della Commedia musicale "Forza venite gente", su S. Francesco, a significare l'attualità e la perpetuità della venuta del "Fanciul Celeste".
V. M.