Catechismo degli Adulti |
Nella mentalità del nostro tempo, condizionato dal mito del progresso, è forte la presunzione di costruire da soli il proprio destino.
Malgrado numerose esperienze fallimentari, rimangono in auge l'ottimismo etico di matrice illuminista e l'idolatria della scienza, della tecnica, dell'economia e della politica.
D'altra parte cresce un certo scetticismo, una diffidenza per le grandi affermazioni, le grandi speranze, i grandi progetti.
Ci si rassegna a vivere alla giornata; ci si contenta di risultati frammentari e provvisori.
Gesù, con il suo messaggio, scuote sia la presunzione sia il pessimismo; suscita il coraggio audace dell'umiltà.
Il suo è un invito a camminare dietro a lui, verso un futuro misterioso, dono gratuito e certo di Dio, non conquista solitaria e problematica dell'uomo.
Dio è già all'opera nella storia per preparare un mondo nuovo.
Il fascino della buona notizia fa uscire dalle illusorie sicurezze e dalle paure; attrae i nostri passi su una strada difficile e imprevedibile, ma senz'altro carica di promesse, come quella dei primi discepoli.
Sulle rive del lago di Tiberìade quattro pescatori, Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, sono intenti al solito lavoro: aggiustano le reti, preparano le barche, sistemano il pesce da vendere.
Si avvicina Gesù di Nàzaret, il giovane maestro che da poco ha cominciato a predicare per le strade di Galilea, e li chiama con autorità: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" ( Mt 4,19 ).
Ed essi lasciano mestiere e famiglia, il loro piccolo mondo; senza indugio vanno con lui, verso un futuro tutto da scoprire, ben lontani dall'immaginare dove andranno ad approdare.
139 Credere al vangelo del Regno e seguire Gesù comporta il rifiuto di due opposti atteggiamenti: la presunzione e il pessimismo.
Indice |