Venite e vedrete |
I giovani non hanno smesso di pregare, ma non tutti pregano ogni giorno e non tutti lo fanno nello stesso modo.
E non sempre chi prega giunge a pregare insieme, nella comunità ecclesiale, partecipando alle celebrazioni liturgiche e sacramentali, alla messa domenicale.
Ecco alcune delle ragioni portate per giustificare tale comportamento: "Sono battezzato, credo in Dio e non ho bisogno di andare in chiesa per pregare: quando voglio parlare con Dio, lo faccio per conto mio; mi ritaglio uno spazio di tempo, mi cerco un luogo adatto e poi prego.
Che bisogno c'è di ritrovarsi tutti assieme, a ripetere parole sempre uguali?
E non parliamo poi della confessione!
Perché dovrei andare a dire le mie cose ad un altro uomo?
Quando capisco di aver fatto qualcosa di sbagliato, chiedo perdono a Dio dentro di me e mi sento a posto".
Spesso nella giovinezza si verifica a riguardo della preghiera una frattura rispetto al comportamento abituale nell'età della fanciullezza e della preadolescenza, caratterizzato per lo più dalla frequenza alla messa domenicale e dalla confessione periodica.
Non si rifiuta il rapporto con Dio, ma esso appare relegato ad esperienze tendenzialmente intimistiche e privato di ogni espressione esterna e rituale.
È possibile riscoprire, al di là di tante difficoltà o luoghi comuni, la via per "celebrare" le meraviglie di Dio?
La scoperta del dono della salvezza e la sua accoglienza, il desiderio di potervi corrispondere e la decisione di farsi dono per gli altri offrendo tutta la vita, è quanto la Chiesa ci propone attraverso l'esperienza liturgica.
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