Sabato, 29 ottobre 1977
Venerabili Fratelli e diletti Figli, al termine di questa quinta Assemblea del Sinodo dei Vescovi avete voluto esprimerci, per il tramite del Cardinale Ribeiro, Patriarca di Lisbona, il vostro saluto e manifestare i sentimenti che vi animano nell'ora del commiato.
Da parte nostra vi ringraziamo di cuore e vi contraccambiamo il nostro fraterno saluto.
Dopo un mese di intense consultazioni su di un tema di grande rilievo per la vita futura della Chiesa qual è quello della catechesi, ormai vi accingete a ritornare alle vostre sedi e a riprendere le vostre occupazioni, con il proposito di promuovere una rinnovata azione catechistica nei vostri Paesi.
Durante questo periodo ognuno di voi ha cercato di comunicare la propria esperienza agli altri Fratelli e di offrire i risultati della propria competenza - risultati raggiunti nella concretezza della vita - con l'intento di promuovere nella Chiesa la catechesi così che « negli uomini, la fede, illuminata dalla dottrina, diventi viva, esplicita e operosa » ( Cfr. Christus Dominus, 14 ).
E ciò avete fatto non con investigazioni teoriche e storiche - le quali sono utili in altri campi - ma piuttosto con una preoccupazione eminentemente pastorale, guidati cioè dalla vostra esperienza di Pastori di anime che quotidianamente condividono le ansie e le difficoltà, fra cui si dibattono gli uomini d'oggi.
Ed appunto per questa linea pastorale, quest'assemblea sinodale raggiunge ora lieti e confortanti risultati.
Consapevoli dell'importanza che occorre attribuire a questa forma di annuncio della Parola di Dio agli uomini di oggi, vi avevamo convocati a Roma, presso la tomba di San Pietro, per le due finalità specifiche di ogni Assemblea, quali sono indicate nel Motu proprio « Apostolica Sollicitudo » e che sono indicate: « scambio reciproco di opportune notizie ed indicazione di suggerimenti circa i problemi per i quali ogni volta il Sinodo viene convocato » ( Pauli PP. VI Apostolica Sollicitudo ).
Ora lo scambio di esperienze da parte dei singoli è stato abbondante per l'utilità di tutti; molte sono le proposte fatte perché l'attività catechistica sia resa ognor più efficace in tutta la Chiesa, ad ogni livello.
Le conclusioni raggiunte al termine dei lavori dovranno da voi essere comunicate ai vostri confratelli nell'Episcopato, quando sarete ritornati alle vostre diocesi e ai vostri uffici.
E cioè trasmetterete - ne siamo pienamente sicuri - a coloro che sono uniti a voi nel compito pastorale il fuoco di cui ardevate.
Così il Sinodo avrà la funzione benefica di suscitare un rinnovato impegno per la catechesi, con nuovi programmi di azione, con una più intensa formazione dei catechisti, con una ricerca più accurata di sussidi opportuni, sempre nel rispetto delle sapienti leggi canoniche che regolano questo settore e delle direttive che sono date nel « Direttorio Catechistico Generale », pubblicato dalla Sacra Congregazione per il Clero e da noi approvato e confermato.
Non pochi tra voi, Venerabili Fratelli e diletti Figli, si sono opportunamente adoperati a chiarire le cause della crisi catechistica durante questi ultimi anni.
Riteniamo, quindi, superfluo di soffermarci su tali difficoltà, ma intendiamo piuttosto di invitarvi a guardare il futuro e, per il tramite vostro, lanciare un appello a tutti coloro che sentono la loro responsabilità di cristiani ad impegnarsi perché da questo Sinodo si diffonda una rinnovata azione catechistica in tutta la Chiesa.
In successive onde concentriche, tale impulso si propagherà dal Sinodo alle assemblee episcopali d'Oriente e d'Occidente, e da queste alle parrocchie, alle famiglie, alle scuole, alle comunità che si riuniscono nel nome di Cristo e sotto la guida dei legittimi Pastori.
E saranno così i Vescovi sparsi nelle varie parti del mondo, insieme col Vicario di Cristo, a promuovere, dirigere e sostenere questo incessante rinnovamento della catechesi, in stretta unione con i sacerdoti, i religiosi, le religiose ed i laici che sentono la grandezza e la bellezza di questo apostolato.
E questo, del resto, è il senso del Messaggio al Popolo di Dio che oggi, al termine di questo Sinodo dei Vescovi, parte da Roma verso tutta la Chiesa.
Considerando il lavoro svolto, esprimiamo la nostra gioia nel vedere che i membri del Sinodo si sono trovati concordi sui principali aspetti della catechesi, ed a conclusione dei lavori hanno dato delle utili indicazioni che, raccolte in trentaquattro proposizioni, ci sono state trasmesse.
Da parte nostra, le esamineremo attentamente, insieme a tutto il materiale che ci è stato presentato.
In seguito - venendo incontro al desiderio da voi manifestato - saremo ben lieti di rendere noti alla Chiesa universale i punti che riterremo più opportuni.
In primo luogo, siamo lieti che si sia insistito sul dovere dei Vescovi di vigilare e di adoperarsi perché nella catechesi sia sempre conservata la piena fedeltà alla Parola di Dio così come ci è stata manifestata dalla divina Rivelazione e trasmessa nei secoli dal Magistero della Chiesa.
Indubbiamente questo stesso dovere di vigilare riguarda anche altre forme di presentazione della Parola di Dio, da quella del suo annuncio in generale, o evangelizzazione, alla sua proclamazione nella liturgia o predicazione, fino al suo studio approfondito nella teologia.
Ma una vigilanza sulla catechesi è certo uno degli aspetti di tale dovere da parte di colui che da Cristo è stato costituito Pastore e Maestro nella sua Chiesa.
Non intendiamo, in verità, di ripetere ora quanto ci sta a cuore l'attività di difesa e di promozione della sana dottrina.
Infatti, per quanto riguarda questa nostra preoccupazione, conserva tutto il suo valore il messaggio che abbiamo rivolto a tutti i Vescovi, al termine del primo quinquennio dalla fine del Concilio Vaticano II ( Cfr. Pauli PP. VI Quinque iam Anni ).
E la fedeltà nei confronti del deposito della Rivelazione chiaramente esige anche che non si passi sotto silenzio alcuna verità essenziale della fede.
« Il Popolo affidato alle nostre cure ha il sacro ed inalienabile diritto di ricevere la Parola di Dio, l'intera Parola di Dio » ( Pauli PP. VI Quinque iam Anni ).
In secondo luogo, ci è stato di grande conforto il rilevare come da parte di tutti si sia notata l'estrema necessità di una catechesi sistematica, appunto perché tale approfondimento ordinato del mistero cristiano è ciò che distingue la stessa catechesi da tutte le altre forme di presentazione della Parola di Dio.
Questo voi stessi l'avete sottolineato nella convinzione che nessuno può giungere alla verità intera a partire unicamente da una qualche semplice esperienza, e cioè senza una adeguata spiegazione del messaggio di Cristo, che è « Via, Verità e Vita » ( Gv 14,6 ), alfa e omega, principio e fine di tutte le cose ( Ap 22,13 ).
L'integrale presentazione del messaggio cristiano comprende, ovviamente, anche la spiegazione dei suoi principii morali sia circa i singoli uomini sia circa l'intera società.
Educare alla fede anche i fanciulli e giovani delle nostre comunità cristiane significherà, perciò, educarli alla « sequela di Cristo », come ci avete ben indicato nella dodicesima proposizione che ci avete trasmesso.
Questo è, del resto, il senso della dottrina di San Giovanni Apostolo, quando ammonisce: « Chi dice : "Io lo conosco ( Dio )" e non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo » ( 1 Gv 2,4 ).
In terzo luogo concordiamo pienamente con voi quando richiamate con la vostra grande autorità, l'esigenza di alcune formule fondamentali che permettano di esprimere più facilmente, in modo adatto e accurato, le verità della fede e della dottrina morale cristiana.
Imparate a memoria tali formule, favoriscono un loro stabile possesso come voi pure ben avete fatto presente nella proposizione diciannovesima che ci è stata presentata e nello stesso Messaggio al Popolo di Dio oggi inviato a tutta la Chiesa.
Tra queste formule, poi, avete giustamente incluso le più importanti affermazioni bibliche, soprattutto del Nuovo Testamento, e i testi liturgici che servono ad esprimere la preghiera comune e rendono più facile la professione della fede.
Infine, riconosciamo più che mai l'influenza e la necessità dell'appello per la libertà della Chiesa, affinché questa possa adempiere il suo compito di istruire i propri figli nella fede cristiana.
Purtroppo, non sono poche le nazioni in cui viene conculcato o almeno ingiustamente limitato il diritto dei singoli alla libertà religiosa, il diritto delle famiglie all'educazione dei figli, il diritto delle comunità religiose all'educazione dei propri membri.
In quest'ora particolarmente solenne, noi ancora una volta supplichiamo i reggitori dei popoli affinché - per il bene stesso delle loro Nazioni – rispettino il diritto degli uomini e delle comunità religiose alla libertà sociale e politica in materia religiosa.
Infatti, « tutelare e promuovere i diritti inviolabili dell'uomo è dovere essenziale di ogni potestà civile » ( Dignitatis Humanae, 6 ).
Dopo avervi confidato alcuni nostri pensieri sugli aspetti più salienti del tema trattato in questa fraterna assemblea, riteniamo opportuno, prima di concludere, di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla preparazione e all'ordinato svolgimento di questa quinta Assemblea Sinodale.
Il nostro ringraziamento va innanzitutto ai Presidenti Delegati, al Relatore e al Segretario Generale, al Segretario Speciale e ai suoi assistenti, ed a tutti coloro che, con competenza e generosità, sotto ogni forma hanno prestato il loro prezioso servizio al Romano Pontefice e a questa eletta rappresentanza dell'Episcopato mondiale.
Venerabili Fratelli e diletti Figli, congedandoci da voi, vi preghiamo di portare il saluto e la benedizione del Padre Comune ai vostri confratelli nell'Episcopato, ai sacerdoti vostri collaboratori, ai Religiosi e alle Religiose, come a tutti i laici che lavorano in campo catechistico.
Che lo Spirito Santo ci conforti, ci allieti e ci vivifichi tutti e ci disponga a un impegno rinnovato e concorde « perché la Parola di Dio si diffonda e sia tenuta in onore » ( 2 Ts 3,1 ).
Ed a tale fine, impartiamo di cuore a tutti voi qui presenti la nostra Benedizione Apostolica.