Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
396 L'autorità deve lasciarsi guidare dalla legge morale: tutta la sua dignità deriva dallo svolgersi nell'ambito dell'ordine morale804 « il quale si fonda in Dio, che ne è il primo principio e l'ultimo fine »805
In ragione del necessario riferimento a quest'ordine, che la precede e la fonda, delle sue finalità e dei destinatari, l'autorità non può essere intesa come una forza determinata da criteri di carattere puramente sociologico e storico: « In alcune … concezioni, purtroppo, non si riconosce l'esistenza dell'ordine morale: ordine trascendente, universale, assoluto, uguale e valevole per tutti.
Viene meno così la possibilità di incontrarsi e di intendersi pienamente e sicuramente nella luce di una stessa legge di giustizia ammessa e seguita da tutti ».806
Questo ordine « non si regge che in Dio: scisso da Dio si disintegra ».807
Proprio da questo ordine l'autorità trae la virtù di obbligare808 e la propria legittimità morale;809 non dall'arbitrio o dalla volontà di potenza,810 ed è tenuta a tradurre tale ordine nelle azioni concrete per raggiungere il bene comune.811
397 L'autorità deve riconoscere, rispettare e promuovere i valori umani e morali essenziali.
Essi sono innati, « scaturiscono dalla verità stessa dell'essere umano ed esprimono e tutelano la dignità della persona: valori, pertanto, che nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai creare, modificare o distruggere ».812
Essi non trovano fondamento in provvisorie e mutevoli « maggioranze » di opinione, ma devono essere semplicemente riconosciuti, rispettati e promossi come elementi di una legge morale obiettiva, legge naturale iscritta nel cuore dell'uomo ( Rm 2,15 ), e punto di riferimento normativo della stessa legge civile.813
Quando, per un tragico oscuramento della coscienza collettiva, lo scetticismo giungesse a porre in dubbio persino i principi fondamentali della legge morale,814 lo stesso ordinamento statale sarebbe scosso nelle sue fondamenta, riducendosi a un puro meccanismo di regolazione pragmatica dei diversi e contrapposti interessi.815
398 L'autorità deve emanare leggi giuste, cioè conformi alla dignità della persona umana e ai dettami della retta ragione: « La legge umana in tanto è tale in quanto è conforme alla retta ragione e quindi deriva dalla legge eterna.
Quando invece una legge è in contrasto con la ragione, la si denomina legge iniqua; in tal caso però cessa di essere legge e diviene piuttosto un atto di violenza ».816
L'autorità che comanda secondo ragione pone il cittadino in rapporto non tanto di sudditanza rispetto a un altro uomo, quanto piuttosto di obbedienza all'ordine morale e, quindi, a Dio stesso che ne è la fonte ultima.817
Chi rifiuta obbedienza all'autorità che agisce secondo l'ordine morale « si oppone all'ordine stabilito da Dio » ( Rm 13,2 ).818
Analogamente l'autorità pubblica, che ha il suo fondamento nella natura umana e appartiene all'ordine prestabilito da Dio,819 qualora non si adoperi per realizzare il bene comune, disattende il suo fine proprio e perciò stesso si delegittima.
Indice |
804 | Gaudium et Spes 74 |
805 | Giovanni XXIII,
Pacem in terris; Pio XII, Radiomessaggio natalizio ( 24 dicembre 1944 ); Cat. Chiesa Cat. 2235 |
806 | Giovanni XXIII, Mater et Magistra |
807 | Giovanni XXIII, Mater et Magistra |
808 | Giovanni XXIII, Pacem in terris |
809 | Cat. Chiesa Cat. 1902 |
810 | Giovanni XXIII, Pacem in terris |
811 | Pio XII, Summi Pontificatus |
812 | Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae 71 |
813 | Giovanni Paolo II,
Evangelium Vitae 70; Giovanni XXIII, Pacem in terris |
814 | Pio XII, Summi Pontificatus |
815 | Giovanni Paolo II,
Evangelium Vitae 70; Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor 97; Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor 99; Congreg. per la Dottrina della Fede, Nota Dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica ( 24 novembre 2002 ), 5-6 |
816 | San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae,
I-II, q. 93, a. 3, ad 2um: « Lex humana intantum habet rationem legis, inquantum est secundum rationem rectam: et secundum hoc manifestum est quod a lege aeterna derivatur. Inquantum vero a ratione recedit, sic dicitur lex iniqua: et sic non habet rationem legis, sed magis violentiae cuiusdam » |
817 | Giovanni XXIII, Pacem in terris |
818 | Cat. Chiesa Cat. 1899-1900 |
819 | Gaudium et Spes 74; Cat. Chiesa Cat. 1901 |