Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
436 Per realizzare e consolidare un ordine internazionale che garantisca efficacemente la pacifica convivenza tra i popoli, la stessa legge morale che regge la vita degli uomini deve regolare anche i rapporti tra gli Stati: « legge morale, la cui osservanza deve venir inculcata e promossa dall'opinione pubblica di tutte le Nazioni e di tutti gli Stati con tale unanimità di voce e di forza, che nessuno possa osare di porla in dubbio o attenuarne il vincolo obbligante ».894
È necessario che la legge morale universale, scritta nel cuore dell'uomo, venga considerata effettiva e inderogabile quale viva espressione della coscienza che l'umanità ha in comune, una « grammatica »895 in grado di orientare il dialogo sul futuro del mondo.
437 Il rispetto universale dei principi che ispirano un « ordinamento giuridico in armonia con l'ordine morale »896 è una condizione necessaria per la stabilità della vita internazionale.
La ricerca di una simile stabilità ha favorito la graduale elaborazione di un diritto delle genti897 ( « ius gentium » ), che può essere considerato come « l'antenato del diritto internazionale ».898
La riflessione giuridica e teologica, ancorata al diritto naturale, ha formulato « principi universali che sono anteriori e superiori al diritto interno degli Stati »,899 come l'unità del genere umano, l'uguaglianza in dignità di ogni popolo, il rifiuto della guerra per superare le contese, l'obbligazione di cooperare per il bene comune, l'esigenza di tenere fede agli impegni sottoscritti ( « pacta sunt serranda » ).
Quest'ultimo principio va particolarmente sottolineato per evitare « la tentazione di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza del diritto ».900
438 Per risolvere i conflitti che insorgono tra le diverse comunità politiche e che compromettono la stabilità delle Nazioni e la sicurezza internazionale, è indispensabile riferirsi a regole comuni affidate alla trattativa, rinunciando definitivamente all'idea di ricercare la giustizia mediante il ricorso alla guerra.901 « la guerra può terminare senza vincitori ne vinti in un suicidio dell'umanità, ed allora bisogna ripudiare la logica che conduce ad essa, l'idea che la lotta per la distruzione dell'avversario, la contraddizione e la guerra stessa siano fattori di progresso e di avanzamento della storia ».902
La Carta delle Nazioni Unite ha interdetto non solo il ricorso alla forza, ma anche la sola minaccia di usarla:903 tale disposizione è nata dalla tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale.
Il Magistero non aveva mancato durante quel conflitto di individuare alcuni fattori indispensabili per edificare un rinnovato ordine internazionale:
la libertà e l'integrità territoriale di ogni Nazione;
la tutela dei diritti delle minoranze;
un'equa condivisione delle risorse della terra;
il rifiuto della guerra e l'attuazione del disarmo;
l'osservanza dei patti concordati;
la cessazione della persecuzione religiosa.904
439 Per consolidare il primato del diritto, vale anzitutto il principio della fiducia reciproca.905
In questa prospettiva, gli strumenti normativi per la soluzione pacifica delle controversie devono essere ripensati in modo da rafforzarne la portata e l'obbligatorietà.
Gli istituti del negoziato, della mediazione, della conciliazione, dell'arbitrato, che sono espressione della legalità internazionale, devono essere sostenuti dalla creazione di « un'autorità giuridica pienamente efficiente in un mondo pacificato ».906
Un avanzamento in questa direzione consentirà alla Comunità internazionale di proporsi non più come semplice momento di aggregazione della vita degli Stati, ma come una struttura in cui i conflitti possono essere pacificamente risolti: « Come all'interno dei singoli Stati … il sistema della vendetta privata e della rappresaglia è stato sostituito dall'impero della legge, così è ora urgente che un simile progresso abbia luogo nella Comunità internazionale ».907
In definitiva, il diritto internazionale « deve evitare che prevalga la legge del più forte ».908
Indice |
894 | Pio XII, Radiomessaggio natalizio ( 24 dicembre 1941 ) |
895 | Giovanni Paolo II, Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la celebrazione del 50° di fondazione ( 5 ottobre 1995, 3 ) |
896 | Giovanni XXIII, Pacem in terris |
897 | Pio XII,
Summi Pontificatus; Pio XII, Radiomessaggio natalizio ( 24 dicembre 1941 ) Giovanni XXIII, Pacem in terris |
898 | Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico ( 12 gennaio 1991, 8 ) |
899 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 5 |
900 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la
Giornata Mondiale della Pace 2004, 5; Messaggio al Rettore Magnifico della Pont. Università Lateranense ( 21 marzo 2002, 6 ) |
901 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 23 |
902 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 18 |
903 | Carta delle Nazioni Unite, art. 2.4 ( 26 giugno 1945 ); Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 6 |
904 | Pio XII, Radiomessaggio natalizio ( 24 dicembre 1941 ) |
905 | Pio XII, Radiomessaggio natalizio (
24 dicembre 1945 ); Giovanni XXIII, Pacem in terris |
906 | Giovanni Paolo II, Discorso alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja ( 13 maggio 1985, 4 ) |
907 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 52 |
908 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2004, 9 |