Compendio Dottrina sociale della Chiesa |
456 La visione biblica ispira gli atteggiamenti dei cristiani in relazione all'uso della terra, nonché allo sviluppo della scienza e della tecnica.
Il Concilio Vaticano II afferma che l'uomo « partecipe della luce della mente divina, per la sua intelligenza … ritiene giustamente di superare tutte le realtà »;946 i Padri Conciliari riconoscono i progressi fatti grazie all'applicazione instancabile dell'ingegno umano lungo i secoli, nelle scienze empiriche, nelle arti tecniche e nelle discipline liberali.947
L'uomo oggi, « specialmente per mezzo della scienza e della tecnica, ha esteso e continuamente estende il suo dominio su quasi tutta la natura ».948
Poiché l'uomo, « creato ad immagine di Dio, ha ricevuto il mandato di governare il mondo nella giustizia e nella santità, sottomettendo a sé la terra con tutto quello che in essa è contenuto, e di rapportare a Dio se stesso e l'universo intero, riconoscendolo Creatore di tutte le cose, perché, nella sottomissione di tutte le cose all'uomo, sia grande il nome di Dio su tutta la terra », il Concilio insegna che « l'attività umana individuale e collettiva, ossia quell'ingente sforzo col quale gli uomini nel corso dei secoli cercano di migliorare le proprie condizioni di vita, considerato in se stesso corrisponde al progetto di Dio ».949
457 I risultati della scienza e della tecnica sono, in se stessi, positivi: i cristiani « nemmeno pensano a contrapporre quello che gli uomini hanno prodotto con il proprio ingegno e la propria forza alla potenza di Dio, ne che la creatura razionale sia quasi rivale del Creatore; al contrario, sono convinti piuttosto che le vittorie dell'umanità sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile progetto ».950
I Padri Conciliari sottolineano anche il fatto che « quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più largamente si estende la responsabilità sia degli individui che delle comunità »,951 e che ogni attività umana deve corrispondere, secondo il disegno di Dio e la Sua volontà, al vero bene dell'umanità.952
In questa prospettiva, il Magistero ha più volte sottolineato che la Chiesa Cattolica non si oppone in alcun modo al progresso,953 anzi considera « la scienza e la tecnologia … un prodotto meraviglioso della creatività umana che è un dono di Dio, dal momento che ci hanno fornito possibilità meravigliose, di cui beneficiamo con animo grato ».954
Per questa ragione, « come credenti in Dio, che ha giudicato "buona" la natura da lui creata, noi godiamo dei progressi tecnici ed economici, che l'uomo con la sua intelligenza riesce a realizzare ».955
458 Le considerazioni del Magistero sulla scienza e sulla tecnologia in generale valgono anche per le loro applicazioni all'ambiente naturale e all'agricoltura.
La Chiesa apprezza « i vantaggi che derivano - e che possono ancora derivare - dallo studio e dalle applicazioni della biologia molecolare, completata dalle altre discipline come la genetica e la sua applicazione tecnologica nell'agricoltura e nell'industria ».956
Infatti, « la tecnica potrebbe costituire, con una retta applicazione, un prezioso strumento utile a risolvere gravi problemi, a cominciare da quelli della fame e della malattia, mediante la produzione di varietà di piante più progredite e resistenti e di preziosi medicamenti ».957
È importante, però, ribadire il concetto di « retta applicazione », perché « noi sappiamo che questo potenziale non è neutro: esso può essere usato sia per il progresso dell'uomo, sia per la sua degradazione ».958
Per questa ragione, « è necessario… mantenere un atteggiamento di prudenza e vagliare con occhio attento natura, finalità e modi delle varie forme di tecnologia applicata ».959
Gli scienziati, dunque, devono « utilizzare veramente la loro ricerca e le loro capacità tecniche per il servizio all'umanità »,960 sapendo subordinarle « ai principi e valori morali che rispettano e realizzano nella sua pienezza la dignità dell'uomo ».961
459 Punto di riferimento centrale per ogni applicazione scientifica e tecnica è il rispetto dell'uomo, che deve accompagnarsi ad un doveroso atteggiamento di rispetto nei confronti delle altre creature viventi.
Anche quando si pensa a una loro alterazione, « occorre tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato ».962
In questo senso, le formidabili possibilità della ricerca biologica suscitano profonda inquietudine, in quanto « non si è ancora in grado di misurare i turbamenti indotti in natura da una indiscriminata manipolazione genetica e dallo sviluppo sconsiderato di nuove specie di piante e forme di vita animale, per non parlare di inaccettabili interventi sulle origini della stessa vita umana ».963
Infatti, « si è constatato che l'applicazione di talune scoperte nell'ambito industriale ed agricolo produce, a lungo termine, effetti negativi.
Ciò ha messo crudamente in rilievo come ogni intervento in un'area dell'ecosistema non possa prescindere dal considerare le sue conseguenze in altre aree e, in generale, sul benessere delle future generazioni ».964
460 L'uomo, dunque, non deve dimenticare che « la sua capacità di trasformare e, in un certo senso, di creare il mondo col proprio lavoro … si svolge sempre sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio ».965
Egli non deve « disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma ed una destinazione anteriore datale da Dio, che l'uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire ».966
Quando si comporta in questo modo, « invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della creazione, l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui ».967
Se l'uomo interviene sulla natura senza abusarne e senza danneggiarla, si può dire che « interviene non per modificare la natura ma per aiutarla a svilupparsi secondo la sua essenza, quella della creazione, quella voluta da Dio.
Lavorando in questo campo, evidentemente delicato, il ricercatore aderisce al disegno di Dio.
Dio ha voluto che l'uomo fosse il re della creazione ».968
In fondo, è Dio stesso che offre all'uomo l'onore di cooperare con tutte le forze dell'intelligenza all'opera della creazione.
Indice |
946 | Gaudium et Spes 15 |
947 | Gaudium et Spes 15 |
948 | Gaudium et Spes 33 |
949 | Gaudium et Spes 34 |
950 | Gaudium et Spes 34 |
951 | Gaudium et Spes 34 |
952 | Gaudium et Spes 35 |
953 | Giovanni Paolo II, Disc. pronunciato durante la visita al « Mercy Maternity Hospital », Melbourne ( 28 novembre 1986 ) |
954 | Giovanni Paolo II, Disc. pronunciato durante l'incontro con gli scienziati e rappresentanti dell'Università delle Nazioni Unite, Hiroshima ( 25 febbraio 1981, 3 ) |
955 | Giovanni Paolo II, Disc. ai lavoratori delle Officine Olivelli di Ivrea ( 19 marzo 1990, 5 ) |
956 | Giovanni Paolo II, Disc. alla Pontificia Accademia delle Scienze ( 3 ottobre 1981, 3 ) |
957 | Giovanni Paolo II, Disc. ai partecipanti al Convegno promosso dall'Accademia Nazionale delle Scienze nel bicentenario della fondazione ( 21 settembre 1982, 4 ) |
958 | Giovanni Paolo II, Disc. pronunciato durante l'incontro con gli scienziati e rappresentanti dell'Università delle Nazioni Unite, Hiroshima ( 25 febbraio 1981, 3 ) |
959 | Giovanni Paolo II, Disc. ai lavoratori delle Officine Olivetti di Ivrea ( 19 marzo 1990, 4 ) |
960 | Giovanni Paolo II, Celebr. al Victorian Racing Club, Melhourne ( 28 novembre 1986, 11 ) |
961 | Giovanni Paolo II, Disc. alla Pontificia Accademia delle Scienze ( 23 ottobre 1982, 6 ) |
962 | Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 34 |
963 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 7 |
964 | Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 6 |
965 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 37 |
966 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 37 |
967 | Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 37 |
968 | Giovanni Paolo II, Disc. alla 35" Assemblea generale dell'Associazione Medica Mondiale ( 29 ottobre 1983, 6 ) |