Ecclesiam suam |
35 Noi ci asteniamo di proposito dal pronunciare qualsiasi Nostra sentenza, in questa Nostra Enciclica, sopra i punti dottrinali relativi alla Chiesa, posti ora all'esame del Concilio stesso, cui siamo chiamati a presiedere: a così alto e autorevole consesso vogliamo ora lasciare libertà di studio e di parola, riservando al Nostro apostolico ufficio di maestro e di pastore, posto alla testa della Chiesa di Dio, il momento ed il modo di esprimere il Nostro giudizio, lietissimi se ci sarà dato di offrirlo in tutto conforme a quello dei Padri conciliari.
36 Ma non possiamo tacere qualche rapido cenno sui frutti che Noi speriamo deriveranno sia dal Concilio stesso, sia dallo sforzo, di cui sopra dicevamo, che la Chiesa deve compiere per avere di sé coscienza più piena e più forte.
E tali frutti sono gli scopi che Noi premettiamo al Nostro ministero apostolico, mentre ne iniziamo le dolci ed immani fatiche, sono il programma, per così dire, del Nostro Pontificato; e a voi, Venerabili Fratelli, lo esponiamo assai brevemente ma sinceramente, affinché Ci vogliate aiutare a porlo in opera mediante il vostro consiglio, la vostra adesione, la vostra collaborazione.
Pensiamo che aprendo a voi l'animo Nostro lo apriamo a tutti i fedeli della Chiesa di Dio, anzi a coloro stessi ai quali, oltre gli aperti confini dell'ovile di Cristo, possa giungere l'eco della Nostra voce.
37 Il primo frutto della approfondita coscienza della Chiesa su se stessa è la rinnovata scoperta del suo vitale rapporto con Cristo.
Notissima cosa, ma fondamentale, ma indispensabile, ma non mai abbastanza conosciuta, meditata, celebrata.
Che cosa non si dovrebbe dire su questo capitolo centrale di tutto il nostro patrimonio religioso?
Per fortuna, voi già ben conoscete questa dottrina; né Noi ora vi aggiungeremo parola, se non per raccomandare di volerla sempre tenere presente come principale, come direttrice sia nella vostra vita spirituale, sia nella vostra predicazione.
Valga più della Nostra l'esortatrice parola del Nostro menzionato Predecessore nella suddetta Enciclica Mystici Corporis: È necessario assuefarsi a riconoscere nella Chiesa lo stesso Cristo.
È infatti Cristo che nella Chiesa sua vive, che per mezzo di lei insegna, governa e comunica la santità; è Cristo che in molteplici forme si manifesta nelle varie membra della sua società.18
Oh! come Ci sarebbe gradito indugiarCi nelle reminiscenze che dalla Sacra Scrittura, dai Padri, dai Dottori, dai Santi affluiscono al Nostro spirito, ripensando a questo punto luminoso della nostra fede.
Non ci ha detto Gesù stesso ch'egli è la vite e noi siamo i tralci? ( Gv 15,1ss )
Non abbiamo noi davanti alla mente tutta la ricchissima dottrina di san Paolo, il quale non cessa dal ricordarci: Voi siete una cosa sola in Cristo ( Gal 3,28 ) e dal raccomandarci: …che cresciamo sotto ogni aspetto verso di Lui, che è il Capo, Cristo; dal quale tutto il corpo… ( Ef 4,15-16 ) e dall'ammonirci: Tutto e in tutti è Cristo? ( Col 3,11 )
Ci basti, per tutti, ricordare fra i maestri sant'Agostino: … Rallegriamoci e rendiamo grazie, non solo per essere divenuti cristiani, ma Cristo.
Vi rendete conto, o fratelli, capite voi il dono di Dio a nostro riguardo?
Siate pieni di ammirazione, godete: noi siamo divenuti Cristo.
Poiché se Egli è il capo, noi siamo le membra: l'uomo totale, Lui e noi …
La pienezza dunque di Cristo: il capo e le membra. Cosa sono il capo e le membra? Cristo e la Chiesa.23
Indice |
18 | Pio XII, Mystici Corporis |
23 | In Io. Tract. 21, 8 |