Ecclesia in Europa |
116 L'Europa ha bisogno di una dimensione religiosa.
Per essere "nuova", analogamente a ciò che viene detto per la "città nuova" dell'Apocalisse ( Ap 21,2 ), essa deve lasciarsi raggiungere dall'azione di Dio.
La speranza di costruire un mondo più giusto e più degno dell'uomo, infatti, non può prescindere dalla consapevolezza che a nulla varrebbero gli sforzi umani, se non fossero accompagnati dal sostegno divino, perché « se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori » ( Sal 127,1 ).
Perché l'Europa possa essere edificata su solide basi, è necessario far leva sui valori autentici, che hanno il loro fondamento nella legge morale universale, inscritta nel cuore di ogni uomo.
« Non solo i cristiani possono unirsi a tutti gli uomini di buona volontà per lavorare alla costruzione di questo grande progetto, ma sono anche invitati a esserne in qualche modo l'anima, mostrando il vero senso dell'organizzazione della città terrena ».183
Una e universale, pur presente nella molteplicità delle Chiese particolari, la Chiesa cattolica può offrire un contributo unico all'edificazione di un'Europa aperta al mondo.
Dalla Chiesa cattolica, infatti, viene un modello di unità essenziale nella diversità delle espressioni culturali, la consapevolezza dell'appartenenza a una comunità universale che si radica ma non si estingue nelle comunità locali, il senso di quello che unisce aldilà di quello che distingue.184
117 Nelle relazioni con i pubblici poteri, la Chiesa non domanda un ritorno a forme di Stato confessionale.
Allo stesso tempo, essa deplora ogni tipo di laicismo ideologico o di separazione ostile tra le istituzioni civili e le confessioni religiose.
Per parte sua, nella logica della sana collaborazione tra comunità ecclesiale e società politica, la Chiesa cattolica è convinta di poter dare un singolare contributo alla prospettiva dell'unificazione offrendo alle istituzioni europee, in continuità con la sua tradizione e in coerenza con le indicazioni della sua dottrina sociale, l'apporto di comunità credenti che cercano di realizzare l'impegno di umanizzazione della società a partire dal Vangelo vissuto nel segno della speranza.
In quest'ottica, è necessaria una presenza di cristiani, adeguatamente formati e competenti, nelle varie istanze e Istituzioni europee, per concorrere, nel rispetto dei corretti dinamismi democratici e attraverso il confronto delle proposte, a delineare una convivenza europea sempre più rispettosa di ogni uomo e di ogni donna e, perciò, conforme al bene comune.
118 L'Europa che va costruendosi come "unione" spinge anche i cristiani verso l'unità per essere veri testimoni di speranza.
Va continuato e sviluppato, in tale quadro, quello scambio dei doni, che in questo ultimo decennio ha avuto significative espressioni.
Realizzato tra comunità con storie e tradizioni diverse, porta a stringere vincoli più durevoli tra le Chiese nei diversi Paesi e a un loro reciproco arricchimento, attraverso incontri, confronti e aiuti vicendevoli.
In particolare va valorizzato il contributo della tradizione culturale e spirituale offerto dalle Chiese Cattoliche Orientali.185
Un ruolo importante per la crescita di questa unità può essere svolto dagli organismi continentali di comunione ecclesiale, che attendono di essere ulteriormente promossi.186
Tra questi, un posto significativo va assegnato al Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee chiamato, a livello di tutto il continente, a « provvedere alla promozione di una sempre più intensa comunione fra le diocesi e fra le Conferenze Episcopali Nazionali, all'incremento della collaborazione ecumenica tra i cristiani e al superamento degli ostacoli che minacciano il futuro della pace e del progresso dei popoli, al rafforzamento della collegialità affettiva ed effettiva e della "communio" gerarchica ».187
Con esso, va pure riconosciuto il servizio della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea che, seguendo il processo di consolidamento e di allargamento dell'Unione Europea, favorisce l'informazione mutua e coordina le iniziative pastorali delle Chiese europee coinvolte.
119 Il rafforzamento dell'unione in seno al Continente europeo stimola i cristiani a cooperare nel processo di integrazione e di riconciliazione attraverso un dialogo teologico, spirituale, etico e sociale.188
Infatti « nell'Europa in cammino verso l'unità politica possiamo forse ammettere che sia proprio la Chiesa di Cristo un fattore di disunione e di discordia?
Non sarebbe questo uno degli scandali più grandi del nostro tempo? ».189
Indice |
183 | Giovanni Paolo II, Lettera al card. Miloslav Vlk, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee ( 16 ottobre 2000 ), 4: Insegnamenti XXIII/2 ( 2000 ), 626 |
184 | Sinodo dei Vescovi - Prima Assemblea Speciale per l'Europa, Dichiarazione finale, n. 10: Ench. Vat. 13, n. 669 |
185 | Propositio 22 |
186 | Propositio 22 |
187 | Giovanni Paolo II, Discorso ai Presidenti delle Conferenze Episcopali d'Europa ( 16 aprile 1993 ), 5: AAS 86 ( 1994 ), 229 |
188 | Propositio 39d |
189 | Giovanni Paolo II, Omelia durante la celebrazione ecumenica in occasione dell'Assemblea Speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi ( 7 dicembre 1991 ), 6: Insegnamenti XIV/2 ( 1991 ), 1330 |