Martedì, 24 settembre 2013
Il sacramento non è « un rito magico » ma lo strumento che Dio ha scelto per continuare a camminare accanto all'uomo come compagno di viaggio nella vita, per fare la storia insieme all'uomo, aspettandolo se necessario.
E davanti a questa umiltà di Dio si deve avere il coraggio di lasciargli scrivere la storia, che in questo modo diventa « sicura ».
La certezza della continua presenza divina nelle vicende umane è stata al centro dell'omelia che Papa Francesco ha tenuto stamani, martedì 24 settembre, durante la messa celebrata nella cappella di Santa Marta.
Il Pontefice ha ripetuto anzitutto l'invocazione del salmo 122 proclamato durante la liturgia: « Andremo con gioia alla casa del Signore ».
E « questo lo abbiamo fatto - ha spiegato - perché la prima lettura ci rammenta un momento di gioia del popolo di Dio.
Un momento tanto bello »: quello in cui « un re pagano aiuta il popolo di Dio a tornare alla sua terra a ricostruire il tempio ».
Il riferimento è in un passo del libro di Esdra ( Esd 6,7-8.12.14-20 ).
« Nella storia del popolo di Dio - ha proseguito Papa Francesco - ci sono momenti belli come questo, che danno tanta gioia, e anche ci sono momenti brutti, di dolore, di martirio, di peccato.
Sia nei momenti brutti sia nei momenti belli, una cosa sempre è la stessa: il Signore è là.
Mai abbandona il suo popolo, perché il Signore quel giorno del peccato, del primo peccato, ha preso una decisione, ha fatto una scelta: fare storia con il suo popolo ».
« Il Dio che non ha storia perché è eterno - ha aggiunto - ha voluto fare storia, camminare vicino al suo popolo.
Ma di più: farsi uno di noi e come uno di noi camminare con noi in Gesù.
E questo ci parla, ci dice dell'umiltà di Dio ».
Il quale « è tanto grande » e potente proprio nella sua umiltà.
Egli « ha voluto camminare con il suo popolo.
E quando il suo popolo si allontanava da lui con il peccato, con l'idolatria, tante cose che vediamo nella Bibbia, Lui era lì ».
Un atteggiamento di umiltà che riconosciamo anche in Gesù, ha spiegato il Pontefice: « Camminare con il popolo di Dio, camminare con i peccatori, anche camminare con i superbi: quanto ha fatto il Signore per aiutare questi cuori superbi dei farisei.
Voleva camminare.
Umiltà.
Dio sempre aspetta, Dio è accanto a noi.
Dio cammina con noi.
È umile.
Ci aspetta sempre.
Gesù sempre ci aspetta.
Questa è l'umiltà di Dio ».
Così, ha aggiunto il Papa, « la Chiesa canta con gioia questa umiltà di Dio che ci accompagna come abbiamo fatto con il salmo: "Andremo con gioia alla casa del Signore".
Andremo con gioia, poi lui ci accompagna, lui con noi ».
« Il Signore Gesù - ha poi sottolineato - anche nella nostra vita personale ci accompagna con i sacramenti.
Il sacramento non è un rito magico, è un incontro con Gesù Cristo »: in esso « incontriamo il Signore.
È lui accanto a noi e ci accompagna: compagno di cammino ».
E « anche lo Spirito Santo ci accompagna e ci insegna tutto quello che noi non sappiamo nel cuore.
Ci ricorda tutto quello che Gesù ci ha insegnato e ci fa sentire la bellezza della buona strada.
E così Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo sono compagni di cammino.
Si fanno storia con noi ».
« La Chiesa - ha detto ancora Papa Francesco - celebra questo con tanta gioia anche nell'Eucaristia ».
E ha ricordato « quella bella preghiera eucaristica, che oggi pregheremo, dove si canta quell'amore tanto grande di Dio che ha voluto essere umile, che ha voluto essere compagno di cammino di tutti noi, che ha voluto anche lui farsi storia con noi ».
E se lui, ha concluso, « è entrato nella nostra storia, entriamo noi anche un po' nella sua storia o almeno chiediamogli la grazia di lasciarci scrivere la storia da lui.
Che lui ci scriva la nostra storia.
È sicura ».