Lunedì, 8 settembre 2014
Dio è « il Signore della storia » e anche della « pazienza ».
Egli « cammina con noi »: per questo il cristiano è chiamato a non spaventarsi delle cose grandi e a prestare attenzione anche alle cose piccole.
È questa l'esortazione che, citando san Tommaso d'Aquino, Papa Francesco ha rivolto stamani, lunedì 8 settembre, ai fedeli che hanno partecipato alla messa celebrata nella cappella della Casa Santa Marta.
Anzitutto il Pontefice ha osservato che « quando leggiamo nella Genesi il racconto della creazione » rischiamo « di pensare che Dio sia stato un mago », con tanto di « bacchetta magica » in grado di fare tutte le cose.
Ma « non è stato così ».
Infatti, ha spiegato, « Dio ha fatto le cose - ognuna - e le ha lasciate andare con le leggi interne, interiori, che lui ha dato a ognuna, perché si sviluppassero, perché arrivassero alla pienezza ».
Dunque « il Signore alle cose dell'universo ha dato autonomia », ma « non indipendenza ».
E così « la creazione è andata avanti durante secoli e secoli e secoli, finché è arrivata al modo com'è oggi ».
Proprio « perché Dio non è mago, è creatore ».
Per quanto riguarda l'uomo, invece, il discorso cambia.
« Quando al sesto giorno di quel racconto arriva la creazione dell'uomo », ha spiegato il vescovo di Roma, Dio « dà un'altra autonomia, un po' diversa, ma non indipendente: un'autonomia che è la libertà ».
E « dice all'uomo di andare avanti nella storia: lo fa il responsabile della creazione, anche perché domini il creato, perché lo porti avanti e così arrivi alla pienezza dei tempi ».
La « pienezza dei tempi », ha affermato, è « quello che lui aveva nel cuore: l'arrivo di suo Figlio ».
A questo proposito il Pontefice ha fatto riferimento al passo della Lettera di san Paolo ai romani ( Rm 8,28-30 ) proposto dalla liturgia.
« Dio - ha spiegato citando le parole dell'apostolo - ci ha predestinati, tutti, a essere conformi all'immagine del Figlio.
E questo è il cammino dell'umanità, è il cammino dell'uomo: Dio voleva che noi fossimo come suo Figlio e che suo Figlio fosse come noi ».
« Così è andata avanti la storia », come si evince anche dal brano del Vangelo di Matteo ( Mt 1,1-16.18-23 ) che presenta la genealogia di Gesù: « Questo generò questo; questo generò questo; questo generò questo …
Ma è la storia » ha affermato il Papa.
E « in questo elenco - ha fatto notare - ci sono dei santi e anche dei peccatori; ma la storia va avanti perché Dio ha voluto che gli uomini fossero liberi ».
Tuttavia « il giorno che l'uomo ha usato male la sua libertà, Dio lo ha cacciato via dal paradiso ».
La Bibbia ci dice che « gli ha fatto una promessa e l'uomo è uscito dal paradiso con speranza: peccatore, ma con speranze ».
« Questo elenco di storia - ha proseguito il Pontefice - porta avanti i problemi, le guerre, le inimicizie, i peccati, ma anche la speranza.
Il loro cammino non lo fanno da soli: Dio cammina con loro.
Perché Dio ha fatto una opzione: ha fatto la opzione per il tempo, non per il momento ».
È « il Dio del tempo, è il Dio della storia, è il Dio che cammina con i suoi figli » fino alla « pienezza dei tempi », cioè quando suo Figlio si fa uomo.
Ecco allora che questo racconto un po' ripetitivo « ha dentro questa ricchezza: Dio cammina con giusti e peccatori ».
E se il cristiano si riconosce peccatore, sa che Dio cammina anche con lui, « con tutti, per arrivare all'incontro definitivo dell'uomo con lui ».
Del resto, « il Vangelo, che fa questa storia da secoli, finisce in una cosa piccolina, in un piccolo paese, con questa storia di Giuseppe e Maria: lei si trovò incinta per opera dello Spirito Santo ».
Quindi « il Dio della grande storia è anche nella piccola storia, lì, perché vuole camminare con ognuno ».
Nella Summa theologiae san Tommaso, ha ricordato il Papa, « ha una frase tanto bella che viene a proposito.
Dice così: "Non spaventarsi delle cose grandi, ma anche avere conto delle piccole, questo è divino" ».
Perché Dio « sta nelle cose grandi, ma anche nelle cose piccine, nelle nostre cose piccine ».
Inoltre, ha aggiunto, « il Signore che cammina con Dio è anche il Signore della pazienza »: la pazienza « che ha avuto con tutte queste generazioni, con tutte queste persone che hanno vissuto la loro storia di grazia e peccato ».
Dio, ha affermato, « è paziente, Dio cammina con noi, perché lui vuole che tutti noi arriviamo a essere conformi all'immagine di suo Figlio ».
E « da quel momento che ci ha dato la libertà nella creazione - non l'indipendenza - fino a oggi continua a camminare ».
Quindi Francesco ha rivolto il pensiero a Maria, nel giorno della festa della sua natività.
« Oggi - ha detto - siamo nell'anticamera di questa storia: la nascita della Madonna ».
E per questo al Signore « chiediamo nella preghiera che ci dia unità per camminare insieme e pace nel cuore.
È la grazia di oggi: così arriviamo qui, perché il nostro Dio è paziente, ci ama, ci accompagna ».
Oggi dunque, ha proseguito il Pontefice, « possiamo guardare la Madonna, piccolina, santa, senza peccato, pura, prescelta per diventare la madre di Dio, e anche guardare questa storia che è dietro, tanto lunga, di secoli ».
Da qui alcune domande fondamentali: « Come cammino io nella mia storia?
Lascio che Dio cammini con me?
Lascio che lui cammini con me o voglio camminare da solo?
Lascio che lui mi carezzi, mi aiuti, mi perdoni, mi porti avanti per arrivare all'incontro con Gesù Cristo? ».
Perché proprio questo, ha sottolineato, « sarà il fine del nostro cammino: incontrarci col Signore ».
Così, ha proseguito il Papa, c'è una domanda a cui « ci farà bene oggi » rispondere: « Lascio che Dio abbia pazienza con me? ».
Solo « guardando questa storia grande e anche questo piccolo paese », ha assicurato in conclusione, « possiamo lodare il Signore e chiedere umilmente che ci doni la pace, quella pace del cuore che soltanto lui ci può dare, che soltanto ci dà quando noi lasciamo lui camminare con noi ».