Lunedì, 21 maggio 2018
A Santa Marta, il 21 maggio, Papa Francesco ha celebrato per la prima volta la messa nella memoria della beata Vergine Maria madre della Chiesa: da quest'anno infatti la ricorrenza nel calendario romano generale si celebra il lunedì dopo Pentecoste, come disposto dal Pontefice con il decreto Ecclesia mater della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ( 11 febbraio 2018 ), proprio per « favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche della genuina pietà mariana ».
« Nel Vangeli ogni volta che si parla di Maria si parla della "madre di Gesù" » ha fatto subito notare Francesco nell'omelia, riferendosi al passo evangelico di Giovanni ( Gv 19,25-34 ).
E se « anche nell'Annunciazione non si dice la parola "madre", il contesto è di maternità: la madre di Gesù » ha affermato il Papa, sottolineando che « questo atteggiamento di madre accompagna il suo operato durante tutta la vita di Gesù: è madre ».
Tanto che, ha proseguito, « alla fine Gesù la dà come madre ai suoi, nella persona di Giovanni: "Io me ne vado, ma questa è vostra madre" ».
Ecco, dunque, « la maternalità di Maria ».
« Le parole della Madonna sono parole di madre » ha spiegato il Papa.
E lo sono « tutte: dopo quelle, all'inizio, di disponibilità alla volontà di Dio e di lode a Dio nel Magnificat, tutte le parole della Madonna sono parole di madre ».
Lei è sempre « con il Figlio, anche negli atteggiamenti: accompagna il Figlio, segue il Figlio ».
E ancora « prima, a Nazareth, lo fa crescere, lo alleva, lo educa, ma poi lo segue: "La tua madre è lì" ».
Maria « è madre dall'inizio, dal momento in cui appare nei Vangeli, da quel momento dell'Annunciazione fino alla fine, lei è madre ».
Di lei « non si dice "la signora" o "la vedova di Giuseppe"» - e in realtà « potevano dirlo » - ma sempre Maria « è madre ».
« I padri della Chiesa hanno capito bene questo - ha affermato il Pontefice - e hanno capito anche che la maternalità di Maria non finisce in lei; va oltre ».
Sempre i padri « dicono che Maria è madre, la Chiesa è madre e la tua anima è madre: c'è del femminile nella Chiesa, che è maternale ».
Perciò, ha spiegato Francesco, « la Chiesa è femminile perché è "chiesa", "sposa": è femminile ed è madre, dà alla luce ».
È, dunque « sposa e madre », ma « i padri vanno oltre e dicono: "Anche la tua anima è sposa di Cristo e madre" ».
« In questo atteggiamento che viene da Maria che è madre della Chiesa - ha fatto presente il Papa - possiamo capire questa dimensione femminile della Chiesa: quando non c'è, la Chiesa perde la vera identità e diventa un'associazione di beneficienza o una squadra di calcio o qualsiasi cosa, ma non la Chiesa ».
« La Chiesa è "donna" - ha rilanciato Francesco - e quando noi pensiamo al ruolo della donna nella Chiesa dobbiamo risalire fino a questa fonte: Maria, madre ».
E « la Chiesa è "donna" perché è madre, perché è capace di "partorire figli": la sua anima è femminile perché è madre, è capace di partorire atteggiamenti di fecondità ».
« La maternità di Maria è una cosa grande » ha insistito il Pontefice.
Dio infatti « ha voluto nascere da donna per insegnarci questa strada ».
Di più, « Dio si è innamorato del suo popolo come uno sposo con la sposa: questo si dice nell'antico Testamento.
Ed è « un mistero grande ».
Come conseguenza, ha proseguito Francesco, « noi possiamo pensare » che « se la Chiesa è madre, le donne dovranno avere funzioni nella Chiesa: sì, è vero, dovranno avere funzioni, tante funzioni che fanno, grazie a Dio sono di più le funzioni che le donne hanno nella Chiesa ».
Ma « questo non è la cosa più significativa » ha messo in guardia il Papa, perché « l'importante è che la Chiesa sia donna, che abbia questo atteggiamento di sposa e di madre ».
Con la consapevolezza che « quando dimentichiamo questo, è una Chiesa maschile senza questa dimensione, e tristemente diventa una Chiesa di zitelli, che vivono in questo isolamento, incapaci di amore, incapaci di fecondità ».
Dunque, ha affermato il Pontefice, « senza la donna la Chiesa non va avanti, perché lei è donna, e questo atteggiamento di donna le viene da Maria, perché Gesù ha voluto così ».
Francesco, a questo proposito, ha anche voluto indicare « il gesto, direi l'atteggiamento, che distingue maggiormente la Chiesa come donna, la virtù che la distingue di più come donna ».
E ha suggerito di riconoscerlo nel « gesto di Maria alla nascita di Gesù: "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia" ».
Un'immagine in cui si riscontra « proprio la tenerezza di ogni mamma con suo figlio: curarlo con tenerezza, perché non si ferisca, perché stia ben coperto ».
E « la tenerezza » perciò è anche « l'atteggiamento della Chiesa che si sente donna e si sente madre ».
« San Paolo - l'abbiamo ascoltato ieri, anche nel breviario l'abbiamo pregato - ci ricorda le virtù dello Spirito e ci parla della mitezza, dell'umiltà, di queste virtù cosiddette "passive" » ha affermato il Papa, facendo notare che invece « sono le virtù forti, le virtù delle mamme ».
Ecco che, ha aggiunto, « una Chiesa che è madre va sulla strada della tenerezza; sa il linguaggio di tanta saggezza delle carezze, del silenzio, dello sguardo che sa di compassione, che sa di silenzio ».
E « anche un'anima, una persona che vive questa appartenenza alla Chiesa, sapendo che anche è madre deve andare sulla stessa strada: una persona mite, tenera, sorridente, piena di amore ».
« Maria, madre; la Chiesa, madre; la nostra anima, madre » ha ripetuto Francesco, invitando a pensare « a questa ricchezza grande della Chiesa e nostra; e lasciamo che lo Spirito Santo ci fecondi, a noi e alla Chiesa, per diventare noi anche madri degli altri, con atteggiamenti di tenerezza, di mitezza, di umiltà.
Sicuri che questa è la strada di Maria ».
E, in conclusione, il Papa ha fatto notare anche come sia « curioso il linguaggio di Maria nei Vangeli: quando parla al Figlio, è per dirgli delle cose di cui hanno bisogno gli altri; e quando parla agli altri, è per dire loro: "fate tutto quello che lui vi dirà" ».