Messaggio per la quaresima 1982
24-2-1982
Carissimi fratelli e sorelle.
« Chi è il mio prossimo? » ( Lc 10,29 ).
Ricordate? È con la parabola del Buon Samaritano che Gesù risponde alla domanda di un dottore della Legge, subito dopo che questi ha citato quanto recita la Legge: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso ».
Il Buon Samaritano è il Cristo; è lui che per primo si è avvicinato a noi facendo di noi il suo prossimo, per soccorrerci, guarirci e salvarci: « … spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e diventando simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce » ( Fil 2,7-8 ).
Ma se c'è ancora qualche distanza tra Dio e noi, ciò non dipende che da noi, dagli ostacoli che frapponiamo a questo avvicinamento.
Il peccato che è nel nostro cuore, le ingiustizie che commettiamo, l'odio e le divisioni che alimentiamo: tutto ciò ci porta a non amare ancora Dio con tutta la nostra anima, con tutta la nostra forza.
Il tempo quaresimale è il tempo privilegiato della purificazione e della penitenza per permettere al Signore di farci Prossimo suo e di salvarci col suo Amore.
Il secondo Comandamento è simile al primo ( cfr. Mt 22,39 ) e forma un tutt'uno con esso.
Noi dobbiamo amare gli altri con lo stesso Amore che Dio riversa nei nostri cuori e col quale egli stesso li ama.
Anche qui, quanti ostacoli per fare dell'altro il nostro prossimo: non amiamo abbastanza Dio e i nostri fratelli.
Perché ancora tante difficoltà ad abbandonare lo stadio, importante ma insufficiente, della riflessione delle dichiarazioni e delle professioni per farci emigranti con gli emigranti, rifugiati coi rifugiati, poveri con quanti sono sprovvisti di tutto?
Il tempo quaresimale è dato a noi come Chiesa e tramite la Chiesa, per purificarci dai residui di egoismo, di eccessivo attaccamento ai beni, materiali od altri, che ci tengono distanti da quanti hanno diritti su di noi: principalmente quelli che, fisicamente vicini o lontani da noi, non hanno possibilità di vivere con dignità la loro vita di uomini e di donne, creati ad immagine e somiglianza di Dio.
Lasciatevi dunque permeare dallo spirito di penitenza e di conversione, che è spirito d'amore e di condivisione; ad imitazione del Cristo, fatevi vicini ai poveri, ai feriti ed a quelli che il mondo respinge.
Partecipate a tutto quanto si realizza nella vostra Chiesa locale affinché i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà procurino a ciascuno dei loro fratelli i mezzi, anche quelli materiali, di vivere degnamente, di assumere in proprio la loro promozione umana e spirituale e quella delle loro famiglie.
Le collette quaresimali - e ciò vale anche per i paesi poveri - vi diano modo di aiutare, attraverso la condivisione, le Chiese locali dei paesi ancora più poveri a compiere la loro missione di Buoni Samaritani verso coloro di cui esse sono direttamente responsabili: i poveri, gli affamati, le vittime dell'ingiustizia e quanti non possono ancora essere i responsabili dello sviluppo proprio e delle loro Comunità umane.
Penitenza, conversione: questo è il cammino, non triste ma liberatore, del nostro tempo di Quaresima.
E se vi ponete ancora la domanda: « Chi è il mio prossimo? », leggerete la risposta sul volto del Cristo e l'ascolterete dalle sue labbra: « In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me » ( Mt 25,40 ).
Giovanni Paolo II