Fede e inculturazione  

Indice

Conclusione

1. Dopo aver detto che era importante « raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti d'interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno della salvezza », Paolo VI domandava di « evangelizzare - non in maniera decorativa, a somiglianza di vernice superficiale, ma in modo vitale, in profondità e fino alle radici - la cultura e le culture dell'uomo, nel senso ricco ed esteso che questi termini hanno nella Gaudium et spes [ …].

Il Regno, che il Vangelo annunzia, è vissuto da uomini profondamente legati a una cultura, e la costruzione del Regno non può non avvalersi degli elementi della cultura e delle culture umane ».69

2. « In questo scorcio del XX secolo » - diceva dal canto suo Giovanni Paolo II - « la Chiesa deve farsi tutta a tutti, raggiungendo con simpatia le culture di oggi.

Esistono ancora ambienti e mentalità, come Paesi e regioni intere da evangelizzare, il che suppone un lungo e coraggioso processo d'inculturazione, affinché il Vangelo penetri l'anima delle culture viventi, rispondendo alle loro attese più elevate e facendole crescere alla dimensione stessa della fede, della speranza e della carità cristiane [ … ].

Talora le culture non sono state ancora toccate se non superficialmente e, in ogni modo, trasformandosi esse continuamente, richiedono un approccio rinnovato.

[ … ] Inoltre, nuovi settori di cultura nascono, con obiettivi, metodi e linguaggi diversi».70

Indice  

69 Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 19-20.
70 Giovanni Paolo II, C'est avec une joie, 4.