|
- Mamma Santissima, io non ne potevo più dal gran desiderio di portarmi nel tuo Santuario per vederti,
per pregarti e per domandarti tutto quello che mi abbisogna.
A crescere in me tale vivo desiderio, quasi direi vivo dolore contribuì il ritardo forzato di venire a te, mio bel Paradiso,
causato dai Padri che intavolarono il discorso parlando animosamente di politica.
Ciò disdice molto ad un religioso e per di più rubava ad un povero fratello laico il tempo promesso a Maria SS.ma.
Appena sparecchiato il refettorio mi portai subito con ansietà dalla Mamma del Salvatore, la Gran Madre di Dio. -
Appena toccata la porta Essa stessa mi aprì e mi disse: "Ti aspettavo" e mi lasciò una gioia celestiale.
Feci le mie preghiere e raccomandai nelle mie poverissime preci quelle anime a cui avevo promesso di ricordarle a Dio.
Domandai pure alla Vergine SS. una benedizione speciale pel giorno 26 aprile
che sarebbe stato per me uno dei più belli della vita, cioè quello della mia professione solenne.
Dissi ancora alla Madonna di darmi -per la sua grande carità- un pensiero.
Maria SS. mi fece segnare così: "La benedizione che ti do scenda sopra il tuo capo come una vivissima fiamma,
indizio di vivissima fede ed immenso amore a Dio Gesù Crocifisso."
Il mio Gesù mi disse:
"Scrivi così: tu sei una delle più belle rose del mio giardino".
Indice |