Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo

Testimone del Signore

Ora si avvicina una prova dolorosa.

È rimasto a lavorare per quattro anni, come cuoco, in casa dei Conti Arborio Mella, ma nel 1889 resosi libero il posto di capocuoco al Collegio del Pozzo di Vercelli, ne fa domanda e lo ottiene.

Con lui ci sono alcuni collaboratori, cuochi e persone di servizio dell'Istituto.

Presto Luigi si trova ad avere un discreto ascendente su di loro.

Egli pensa di poter dar vita a un gruppo di buoni cristiani e per questo si rivolge ai più giovani: li raduna, li illumina con le sue istruzioni catechistiche, i suoi esempi.

Prega con loro.

C'è un giovane di 15 anni, Antonio Averone, che prende a seguire Luigi, come un discepolo il suo maestro.

Grazie a Luigi, Antonio approfondisce il catechismo e si rafforza nella vita cristiana.

Ma la rettitudine del capocuoco dà fastidio.

Racconterà Antonio Averone: "Il direttore del collegio era molto contento del servizio di Luigi, Io alla sera pregavo con lui, ma essendo giovane mi stancavo e lo lasciavo solo per andare a dormire.

Quando mi svegliavo, preso dalla curiosità, andavo a controllare se ancora pregava.

A qualunque ora di notte, lo trovavo intento alla preghiera, dopo che aveva già pregato con me fino a mezzanotte.

Ogni mattina assisteva alla Santa Messa e faceva la Comunione quasi tutti i giorni.

Attendeva pure alla pratica della Via Crucis".

La sua condotta è coerente a tanta preghiera?

Continua a narrare Antonio: "Evitava i divertimenti e non lo vidi mai entrare in un'osteria.

Teneva in camera l'immagine della Madonna e mi invitava a recitare con lui ogni giorno il Rosario.

Sapeva distinguere i buoni dai cattivi e teneva relazioni solo con i buoni.

Era sempre corretto, riservato.

Nelle opposizioni e difficoltà che incontrava, era calmo, tranquillo e sereno.

Si accontentava del puro necessario in fatto di cibo e bevanda.

Si privava piuttosto personalmente affinché nulla mancasse agli altri.

Teneva in massimo conto i giorni di digiuno e di astinenza che osservava con molta diligenza.

Quanto riceveva per suo stipendio, lo spediva alla mamma, non tenendo per sé che il puro necessario.

Non udii mai una parola e non notai mai un gesto, un atto men che corretto: tutto in lui era ispirato allo stile della santa purezza".2

Indice

2 Deposizione di Antonio Averone al processo di beatificazione di Luigi Musso Fra Leopoldo, in : Fr. Teodoreto, Il segretario del Crocifisso, L.D.C. Torino, 1944, pp. 273 - 275.