Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo |
Nell'estate 1894, ritorna a Viale con i Conti per la villeggiatura.
Sempre occupatissimo, a Torino come in campagna, nel suo umile lavoro e nelle "faccende domestiche" della famiglia che lo ospita, Luigi vive ormai a un livello piuttosto alto di intimità con Dio.
Dalla ricchezza interiore, il suo cuore trabocca.
Racconta: " Ebbi il bene di rivedere il mio buon Signor Arciprete; con il suo permesso, la domenica alle ore due, finite le mie faccende di cucina, di nascosto dal signor Conte, mi portavo in una chiesuola dedicata a S. Rocco, e là, in mezzo alla campagna, poco lontano dal paese, davo il segnale con la campanella: in breve la chiesa era piena di fedeli, e devotamente si recitava il Santo Rosario in onore della Gran Madre del Salvatore Gesù.
E così si continuò ogni festa, finché ebbi il bene di rimanere in quella cristianissima famiglia ".
Dunque, nel piccolo borgo di campagna, Luigi non rimane solo, ma diventa così autorevole con il suo stile di vita, che ancora oggi, - oltre il 2000, a più di cento anni dal suo passaggio - ivi è vivo il suo ricordo.
" Anime di buona volontà - ha potuto scrivere - Dio ne suscita in tutti i paesi, e là nella fortunata regione di Viale, ebbi il bene di conoscere un certo Pietro Conti, anima semplice, tutta del Signore: quando avevamo occasione di vederci, la nostra conversazione cadeva sempre su cose che riguardano la nostra santa Religione Cattolica.
Pietro era persona benestante, molto caritatevole, che nulla risparmiava, quando si trattava di concorrere ad abbellire la casa del Signore: la chiesuola di S. Rocco era poverissima e io gli suggerii di procurare di renderla più decente.
Pietro, anima generosa, come già s'è detto, mi disse di andare dal mercante Andrea Franzone: "Prendi quanto di stoffa bisogna, senza lesinare, che per il Signore si deve esser larghi, tanto più che quello che posseggo me l'ha dato Iddio".
Così feci, pigliai quanta tela era necessaria e me la portai a casa ".
Alla fine dell'estate 1894, "prima di lasciare la campagna, la chiesa di S. Rocco era addobbata nel miglior modo che s'era potuto".
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