Una storia a due: Gesù Crocifisso e Fra Leopoldo |
Il 25 settembre 1906, fra Leopoldo scrive: "Ieri manifestai la preziosa "divozione" a don Pons, Segretario del Cardinale Richelmy, Arcivescovo di Torino, che mi disse di scriverla su un foglio di carta, chè l'avrebbe accettata ben volentieri e mi consigliò di portarmi da sua Eminenza, manifestando a lui la cosa per ottenere il permesso di darla alle stampe e per farla indulgenziare.
Io gli risposi che non osavo presentarmi per la troppa soggezione; ma lui mi incoraggiò ad andarci, assicurandomi che mi avrebbe ricevuto ben volentieri.
Intanto io pregavo il mio buon Gesù dicendogli: "Se vado da sua Eminenza, non so proprio come comportarmi".
Gesù mi disse: "Comportati semplicemente: dirai che il Crocifisso Gesù, oltre a molte grazie e favori che ti ha fatto, ti dà una grande fede, speranza e carità e un immenso amore.
Va' e non temere: se non sei ascoltato dal Cardinale, fra poco tempo gli metterò in mente di darti ascolto, affinché la santa "divozione" faccia strada".
E così fu. Quando mi portai dal Cardinale … appena inteso il motivo, non volle nemmeno udirmi dicendomi che di devozioni ce ne erano già tante e mi licenziò".
Per ora, ha fatto "un buco nell'acqua".
Gesù però lo sostiene e lo istruisce: "Se hai momenti di tentazione, ricordati che dal maligno serpente sorge il male; tu non dare ascolto: appena te ne accorgi, rivolgiti subito a Me che sono la tua forza" ( 26 sett. 1906 ).
"L'adorazione più accetta è quando ti vedo, disimpegnati i tuoi lavori materiali, correre nella tua cella, perché tu lo sai che Io ti aspetto.
Non guardare né sonno né stanchezza.
Nel silenzio, nella solitudine, posso dirti ciò che Io bramo.
I tuoi sacrifici saranno centuplicati" ( 5 ott. 1906 ).
"Vivi da buon religioso; non t'accorgi che Io comincio a prepararti?
Che il passaggio da questa vita all'eternità, gli ultimi momenti saranno per te di gioia, di amore e di gaudio?" ( 5 ott. 1906 ).
"Io sono sempre con te e non temere mai nulla che ti possa avvenire, nemmeno la morte.
Anzi sappi che dopo la tua morte, lavorerai più di ora.
Mi servo di te, non ti insuperbire, tieniti umilissimo.
Quando non ci sarai più su questa terra, la mia divozione, per mezzo di anime buone, farà strada con il mio aiuto" ( 13 ott. 1906 ).
In fondo, il "problema" di Leopoldo è salvarsi l'anima, anzi farsi santo, e di salvare molte anime.
Gesù gli ha detto che ciò avverrà per mezzo della "divozione": "Il mio buon Gesù Crocifisso mi fece intendere quante anime sarebbero salvate per questa santa adorazione, specialmente peccatori" ( 7 ott. 1906 ).
Se il Cardinale lo ha licenziato, Leopoldo non si arrende.
Prega e spera: la Chiesa non potrà dire di no al suo Signore.
Tutto contento, Leopoldo narra: "Il 7 o 8 luglio 1907, il P. Fedele di Mirabello ( il suo Guardiano ) si portò da Sua Eminenza per ottenere l'approvazione alla "divozione" per poterla dare alle stampe.
Così fu approvata per mezzo del Vicario generale, Mons. Vescovo Castrale, e in questo modo potei con più facilità propagare la santa "divozione" a Gesù Crocifisso".
Vengono stampate migliaia di pagelline, con il Crocifisso e l'anima avvinta a Lui, così come Leopoldo "ha visto" a Viale alcuni anni prima, e il testo come l'abbiamo riportato.
Il Crocifisso ancora una volta invade il mondo.
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