Segretario del Crocifisso |
Un vero amico, che è un tesoro perché raro, diviene tanto più tale quando,
come accadde a Luigi, è incontrato in momenti tristi e desolati della vita.
Nell'andare al mercato per la spesa giornaliera di cucina, Luigi aveva conosciuto Giuseppe Necco,
pure proveniente da Casale Monferrato, cuoco di una famiglia vercellese, e aveva stretto amicizia con lui.
Invitato dall'amico a passare qualche ora di sollievo con altri cuochi, Luigi accondiscese,
ma per poco tempo, nella stagione di lavoro 1878-79.
Questo fatto diede occasione a provvidenziali dichiarazioni scritte dal Necco,
le quali furono confermate con deposizioni ufficiali, dopo il giuramento di dire la verità,
nel Processo informativo per la causa di Beatificazione del Servo di Dio:
" Luigi Musso fu sempre, nel nostro gruppo di giovani amici, il più moderato nei sollievi
che pigliavamo dopo le fatiche dell'impiego.
Egli aveva un contegno modesto e non voleva prender parte a tutti i divertimenti, come ad esempio al ballo.
Di sentimenti profondamente religiosi, era di grande esempio a tutti noi imponendosi coi suoi modi affabili,
ma riservati ".1
Questa deposizione ben caratterizza e compendia la vita del Nostro in quel periodo che va dai 20 ai 34 anni,
durante il quale l'uomo prende generalmente e risolutamente la propria via,
ed alla giovinezza tempestosa sottentra la virilità nel pieno vigore dell'affermazione.
Luigi la consacra totalmente a Dio nella fedeltà incrollabile ai doveri quotidiani
in cui la sua offerta piena e generosa, il suo dono preclaro, profumato d'umiltà e di sacrificio.
Venuto a morire nel 1884 Mons. Miglione, Luigi poté entrare in qualità di cuoco
nella famiglia dei Conti Arborio Mella, nella stessa città di Vercelli.
E di proficuo lavoro ce n'era bisogno poiché la madre, rimasta vedova dal 5 agosto 1870,
lottava quotidianamente contro la necessità.
Luigi non smentì, presso i nuovi padroni, l'assidua sua pratica cristiana.
Ogni mattina, fra le mistiche penombre del duomo, alla celebrazione della prima Messa,
i fedeli potevano notare un giovane tutto assorto nelle sue divozioni e seguirlo nella sua preghiera fervorosa.
E questo immancabilmente, sia che splendesse la bella stagione o imperversasse coi suoi rigori l'inverno.
Dando a Dio in tal modo le primizie della giornata e le ore più preziose, in soave effusione di affetti,
Luigi Musso si disponeva inconsciamente a salire le vie fulgide della santità a cui il Cielo lo chiamava.
Lo notò, edificato, anche un religioso educatore che ogni mattina andava a Messa in duomo
con la piccola sua comunità, il Fratello Basilio delle Scuole Cristiane,
direttore della vicina scuola gratuita dei poveri, ed ammirandone l'intensa pietà,
ne sollecitò la conoscenza per proporlo ad esempio di fervente vita cristiana agli alunni della sua scuola.
Per un soprannaturale processo, Luigi aveva da tempo lasciato gli amici,
ché la terra s'impoverisce allorché guardiamo il Cielo.
Era logico che, schivo dal mondo e dal suo vano suono, egli si trovasse a poco a poco solo,
in mezzo a quella solitudine che è però una grande ricchezza per le dolcezze profonde
e la luce divina che l'anima vi trova, poiché ivi è dolce la conversazione,
cara la consolazione, molta la pace e la familiarità con Dio oltremodo stupenda.
Gli amici li aveva sostituiti con buone letture, e ne fa fede il suo Diario, scritto più tardi a Torino nel 1907:
« Sbrigati i miei lavori di cucina, mi dedicavo al ricamo o alla lettura,
ma quella da me favorita era La buona settimana (periodico religioso stampato per cinquant'anni a Torino)
che nel 1887 pubblicava la vita del Servo di Dio Tommaso Moro,
la quale mi confermava vieppiù nella fede e nella pratica delle virtù. » ( D 2 )
La raccolta lettura e la meditazione silenziosa furono per lui la scuola in cui il Divin Maestro gl'insegnò
a parlare di Dio e delle cose di Dio.
In tutta la sua vita la conversazione sua ebbe sempre un'impronta elevata, soprannaturale,
con frequenti riferimenti alla vita dei santi, a tutti gli argomenti che tornassero in lode di Gesù e di Maria Santissima.
I buoni, per questo, e le persone spirituali lo avvicinavano con piacere e volentieri lo udivano,
trovando nella sua parola il sapore ed il nutrimento a loro convenienti.
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1 | Giuseppe Necco |